
romanzo
Horti di Giano
24 aprile 2021
cartaceo, ebook
128

Tommaso lavora in un call center e vive la monotonia della quotidianità. Rossana fa l'insegnante e ha perso da poco il suo controverso amore. Valeria è un'adolescente che ha dovuto sopportare la malattia di una madre distratta, insieme a suo padre Daniele che si è dovuto caricare sulle spalle il peso delle responsabilità , annientandosi. La vita a volte ci pone a situazioni più grandi di noi. E quando accade, non sempre ha la forza di affrontare un oggi che può sembrare insormontabile.
Questa capacità può essere interna come proveniente da qualcuno in grado di dirci la cosa giusta al momento giusto; talvolta si palesa un'opportunità che mai avremmo immaginato potesse presentarsi.
L'inganno della solitudine evidenzia la fragilità dell'animo umano, condizionabile quanto malleabile, e Simona Marocco è riuscita a intrecciare le vicende di quattro personaggi che probabilmente da soli si sarebbero persi nell'oscuro viaggio della solitudine, ognuno trasportando sulle spalle il peso della propria esistenza, come farebbe un Atlante della sofferenza. Ma si sa: c'è sempre speranza...
All'interno, prefazione del dottor Mirko La Bella, psicologo, psicoterapeuta e docente all'Università di Torino.
“Nessuno può alleggerirci dei nostri fardelli, lavare via il nostro dolore, diradare la nebbia spessa dei brutti pensieri”
Tommaso è un lavoratore precario, uno dei tanti dipendenti di un call center. Sta per perdere il lavoro e porre fine alla sua relazione con Paola. Rossana insegna educazione fisica, ama la propria professione, ma si sente incompleta come donna. Valeria è un’adolescente che ha vissuto il dramma della malattia della madre, con la costante paura di perderla. Daniele è il padre di Valeria: dopo la guarigione della moglie, paradossalmente, si accorge di non essere un uomo felice. Che cosa caratterizza le vite di questi personaggi? Qual è il denominatore comune? Il senso di solitudine. Sarà proprio questo a far sì che le loro esistenze si intreccino.
I protagonisti di questo romanzo vivono nella convinzione di percorrere una strada a senso unico, priva di sbocchi, vie laterali, perennemente in salita e piena di tornanti. Tornare indietro è impossibile. L’unica soluzione è proseguire. Ma cosa si cela dietro ogni curva ? Un ostacolo? Un precipizio? Un altro avventore che, sbagliando il senso di marcia, penserà a farsi strada con qualsiasi mezzo?
I sentimenti comuni sono la paura, l’incertezza, l’indecisione e, ovviamente, il senso di solitudine… ognuno pensa di camminare da solo. Tommaso ha quarantanove anni e un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un call center; tuttavia la sua situazione lavorativa è precaria. La sede dove presta servizio sta per chiudere e l’unica soluzione consiste nel trasferimento, che comporta la fine della sua convivenza con Paola. Tommaso si sente frustrato, ha una laurea nel cassetto e tanti sogni mai realizzati. Si è fossilizzato su un lavoro (che non fa curriculum) che non gli piace, ma è tutto ciò che ha e teme di ritrovarsi disoccupato.
“Non era un lavoro che potesse mai piacere a qualcuno, fra turni, obiettivi incoerenti, trattamento economico mediocre, di certo indesiderato, ma capitato per caso nella propria vita e quello aveva”
Rossana è professionalmente realizzata, insegna scienze motorie ed è un punto di riferimento per le sue allieve, oltre che oggetto di confidenze da parte delle colleghe. Ha un carattere dolce e paziente. Ama il proprio lavoro, eppure si sente irrisolta come donna. Il suo compagno, Roberto, è mancato in seguito ad un incidente stradale, ma la loro relazione era in crisi. Rossana si sente sola perché non riesce a concepire la sua vita senza l’amore…
“svegliarsi al mattino senza qualcuno da qualche parte che pensi a me e che mi ami, mi fa sentire come se non esistessi”
Valeria è un’allieva di Rossana. È una ragazza sensibile e spaventata. Dopo aver temuto per la salute della madre, una volta che questa viene dichiarata guarita, vive un periodo di forte incertezza. In casa il clima non è come dovrebbe essere. Non ci sono sorrisi, non c’è entusiasmo e non si fanno progetti. È come se i genitori camminassero su un terreno minato e l’aria è piena di parole non dette. Valeria è confusa e smarrita, tanto è vero che si chiederà spesso “Chi si prenderà cura di me? Chi mi aiuterà a non soffocare per l’angoscia? Mi sembra d’impazzire”.
Daniele è il padre di Valeria: per accudire la moglie ammalata, ha perso il lavoro. La moglie è fuori pericolo e lui, anziché sentirsi euforico, si accorge di provare profonda insoddisfazione. Il matrimonio non funzionava più ben prima della malattia e lui, sentendosi in colpa, preferirebbe allontanarsi dalla moglie e provare a ricominciare. Ma come?
Il tema principale della narrazione è sicuramente la solitudine come conseguenza di un mondo pieno d’incertezza. Tutti i personaggi vivono in una costante situazione di instabilità: lavoro, legami sentimentali e unione famigliare. Il loro equilibrio è talmente precario da portarli a temere ogni alito di vento, persino quello lieve del loro stesso respiro, che trattengono per paura di precipitare. Basta veramente poco per far crollare la casa di carte che si sono costruiti nel tempo. Una casa di carte non è certo il rifugio ideale, ma è pur meglio di nulla.
La solitudine diventa per loro una sorta di protezione. Una barriera che erigono per proteggersi dal mondo, per timore di cambiare e fallire, perdere il poco che hanno. Solo quando, nella barriera, si aprirà uno spiraglio, capiranno che era una protezione ingannevole. Isolare non significa proteggere. Difendere non vuol dire imprigionare. Lo spiraglio diventerà un crepa, poi una voragine che permetterà alla luce di entrare ed illuminare il futuro.
L’autrice lancia un messaggio di speranza; ci invita a prendere in mano le redini della nostra vita in qualsiasi momento, a trovare una motivazione. Ci induce a guardarci dentro, ma anche fuori, dove c’è un mondo fatto di persone con una loro storia… magari potrebbe insegnarci qualcosa.
Lo stile di scrittura è piuttosto fluido, la narrazione piacevole e mai pesante, nonostante sia molto introspettiva. I pensieri dei personaggi sono condivisibili e mi hanno condotta nelle loro vite, invitandomi alla riflessione. Nell’arco di uno spazio temporale brevissimo, mi sono ritrovata a pensare come un genitore, un’adolescente, una donna sola ed un uomo fragile senza sogni. Una lettura nel complesso piacevole, con un sorprendente cambiamento di “registro” da lasciare il lettore piacevolmente sorpreso.
E voi… pensate sia possibile cambiare il corso di una vita in qualsiasi momento? È vero il detto “non è mai troppo tardi”?