
Romanzo storico
Neri Pozza
23 giugno 2005
cartaceo, ebook
319

"Piccole donne" di Louise May Alcott si apre con le sorelle March che, all'approssimarsi del Natale, rivolgono un pensiero accorato al loro padre lontano.
Un anno dopo, alla fine del libro, il signor March torna a casa dalle ragazze. Ma cosa gli è successo nel frattempo? E cosa gli ha lasciato l'esperienza della guerra cui ha partecipato?
Il romanzo di Geraldine Brooks colma, appunto, questa lacuna ispirandosi alla figura realmente esistita del padre della Alcott, Bronson, uno degli esponenti - con Thoreau ed Emerson dell'idealismo americano del XIX secolo.
Il risultato non è né una biografia, né una continuazione di "Piccole donne" ma un romanzo storico in sé concluso.
“Torni a casa. Faccia da padre alle sue figlie. Sono loro che hanno bisogno di lei” da “L’idealista” di Geraldine Brooks, edito Neri Pozza.
A Concord, le quattro sorelle March e la loro madre attendono con trepidazione le lettere del padre dal fronte, dove ricopre il ruolo di cappellano dell’esercito abolizionista.
Ma lui, nel frattempo, come se la stava passando in Virginia, al fianco dei soldati del Nord, così provati da una guerra più sanguinosa del previsto?
Tra una lettera e l’altra, egli ripercorre con la mente le tappe più salienti della sua vita passata. La giovinezza da modesto venditore, la successiva prosperità economica, la scelta di diventare ministro del culto, l’incontro con la futura moglie e l’arrivo delle loro figlie, la perdita del capitale e la sua partenza per il fronte in nome dei suoi ideali.
“Se c’era una classe di individui nei quali non avevo mai riposto fiducia, questi erano gli uomini che non conoscevano dubbi”
Il reverendo March è padre di quattro splendide ragazze e marito di Margareth, una donna forte con la quale condivide gli ideali di uguaglianza e libertà, opponendosi fortemente allo schiavismo degli Stati confederati. Ma che cosa l’ha portato ad essere la persona presentataci da Luoise May Alcott in “Piccole donne”?
Inizialmente, Geraldine Brooks ci presenta un March giovanissimo, ma amante della cultura e con una certa attitudine all’insegnamento. Un ragazzo modesto, che si guadagna da vivere come venditore porta a porta. Grazie al suo abile eloquio riesce ad incantare un vecchio schiavista del Sud, proprietario di una vasta piantagione di cotone.
Nella sua dimora conosce una bellissima schiava di nome Grace, diversa da tutte le altre lavoratrici della proprietà, distinguendosi per finezza dei modi, eleganza nell’incedere e istruzione. È a causa di una richiesta di Grace che March viene allontanato dalla tenuta e trattato alla stregua di un disonesto traditore.
“Se in quel momento un’incudine fosse piombata dal cielo dritta sulla mia testa, non mi sarei mai sentito più devastato” – Geraldine Brooks
Nel corso degli anni, grazie alle sue idee innovative, March diventa un abile imprenditore. La sua generosità e onestà lo portano verso una metà diversa, caratterizzata dalla fede. Decide di diventare ministro del culto per predicare l’uguaglianza dei diritti degli esseri umani, la misericordia e la condivisione. Incontra la sorella del suo mentore e confessore, Margareth, e se ne innamora.
Margareth, detta Marmee, è colei che in “Piccole donne” consola la figlia Jo, che si sente sbagliata a causa del proprio caratteraccio, parlandole della sua antica personalità, impulsiva e focosa, pronta a farla scattare senza valutare le conseguenze. Di fronte all’incredulità della ragazza, la donna le narra del proprio ravvedimento grazie alla pazienza e all’amore del marito.
Marnee è proprio così. Una giovane piena di passione, di istinto, incline a farsi trasportare dal proprio fervore. Con il signor March trova il suo equilibrio. I due si completano e si supportano vicendevolmente.
Sono idealisti, desiderosi di diffondere i propri valori. La perdita della sicurezza economica, prima, e la guerra, poi, pur non guastando la loro vera essenza, li porteranno a maturare, e il processo non sarà certo indolore.
“Ebbene, le lacrime ci furono. Ma come avrei potuto prevedere quelle versate sul nostro ricongiungimento non sarebbero state di pura gioia?”
“L’idealista” di Geraldine Brooks nasce dall’ispirazione alle figure dei signori March di “Piccole donne” di Louisa May Alcott. Non si tratta di un sequel e non vi è alcun collegamento che lo renda dipendente alla famosa opera che tutti conosciamo.
Esso è un romanzo a sé stante, di genere storico in quanto ambientato durante la guerra di secessione degli Stati Uniti, ricostruendone l’atmosfera, gli usi e la mentalità generale dell’epoca.
I due personaggi principali sono stati egregiamente presi in prestito da “Piccole donne”, essendo i genitori delle March. La Brooks ce li presenta prima che diventassero tali con grande abilità. Li ha resi riconoscibili, rispettandone le caratteristiche e facendo coincidere le due storie (assolutamente indipendenti l’una dall’altra e lo ribadisco), senza portare stravolgimenti, ma conferendovi valore.
Essi non sono semplicemente mamma e papà, ma due creature che la vita ha fatto crescere soffrendo, per poter diventare quei bravi educatori che conosciamo.
“C’è un’unica cosa da fare quando si cade, ed è rialzarsi e continuare a vivere, cercando di fare tutto il bene che possiamo alle persone che capitano sulla nostra strada“
La scrittura di Geraldine Brooks è meravigliosa. Ha uno stile fluido, che dona rapidità al ritmo di lettura, ma, nello stesso tempo, è coinvolgente. Pur trattandosi di una lettura avvincente, estremamente scorrevole, viene spontaneo soffermarsi su alcuni brani che offrono interessanti spunti di riflessione.
“L’idealista” è un romanzo che si sviluppa in due parti, entrambe narrate in prima persona. La prima sezione è affidata al reverendo March. La seconda a sua moglie, mentre lui si ritrova in fin di vita in un ospedale militare.
La donna si vede costretta a far luce sugli eventi che hanno portato in quel letto il marito, rimettendo insieme i cocci di una vita che aveva idealizzato e che le pare stia andando in pezzi.
Non si tratta di un romanzo appartenente al filone di “Piccole donne”, in quanto è una lettura adatta esclusivamente ad un pubblico adulto per le tematiche trattate. Gli orrori della schiavitù, della guerra, i soprusi e abusi che mietono vittime nel peggiore dei modi. La caduta di un ideale di perfetta integrità che perde terreno nel confronto con gli umani sentimenti.
“Ma è dura quando la rovina di un uomo proviene dall’idea stessa che dovrebbe animarlo”
Come si fa a non incantarsi di fronte ad un romanzo di questo calibro? Oltre ad esser molto interessante dal punto di vista storico, è pieno di sentimento e di quell’ardore che si intuisce bruciare sotto le ceneri per esplodere quasi alla fine, lasciandoci meravigliati, ma, nello stesso tempo, deliziati da tanto calore e potenza. È stato bello riscoprire i March e riconoscerli grazie al grande rispetto di quest’autrice, che ha creato qualcosa di nuovo senza contaminazione alcuna.
Leggendo “Piccole donne”, mi chiedevo come fosse possibile che i signori March fossero così perfetti. La Brooks ci illumina in merito al cammino che li ha portati alla saggezza, presentandoli come persone sicuramente straordinarie, ma tutt’altro che perfette.
Vi interessa conoscere tale percorso di vita?