filosofia, saggio
Self-publishing
2020
24
“… esso vive in un limbo fra presente ed immediato futuro poiché il piacere della sicurezza su un piacere futuro sarà eguale se non superiore al piacere presente”
Atteggiamento, questo, tipico dell’uomo-esteta, che crede di scegliere per sé, ma in realtà sceglie in base alle mode, che involontariamente si trova a seguire al fine di compiacere se stesso. Il contrario, invece, di quanto avviene con l’uomo-etico che, in teoria, è convinto di scegliere con la propria testa, coerentemente al proprio stile di vita, ma che, in sostanza, finisce per compiere una scelta – anche lui – basata sul proprio piacere.
La scelta è il tema centrale di Libertus e critica all’uomo di Nicola Tomasoni, che oggi recensiamo per voi; o, più precisamente, dovremmo appellare come tema cardine la libertà di scelta, teologicamente (ma non solo) detta libero arbitrio.
Il libriccino è il frutto di una profonda riflessione sull’uomo e il suo atteggiarsi verso il mondo; forte è il connotato filosofico in esso presente (e non potrebbe essere diversamente, dato lo spessore della tematica); complesse e molteplici sono gli spunti riflessivi che stimola.
Basterebbe partire dall’apparente semplice concetto di libertà: spesso ci piace sentirci liberi di poterci comportare nel modo che più ci piace; ma basta fermarsi pochi attimi e aprire gli occhi per capire che quando ci sentiamo liberi, in realtà, non lo siamo davvero. Qual è il confine della libertà umana? Quanto ampio è questo diritto che Tomasoni libera da ogni forma di categorizzazione e schematismo?
Il libertus viene considerato l’uomo che non effettua una scelta o, meglio, sceglie di accettare entrambi le scelte che ha a sua disposizione, quando si trova nella situazione di dover decidere. Scegliere tra scelta e non scelta è il vero bivio a cui l’uomo libertus è posto. Una volta “non” scelto, ecco che si è libero, a questo punto, di lasciarsi andare al futuro e alle sue conseguenze.
La questione consiste nel credere ad un mondo creato e progettato per uno scopo ben preciso in cui ogni azione è condizionata dal futuro oppure credere nell’esistenza del libero arbitrio secondo il quale ogni decisione presa in un singolo momento cambierà inesorabilmente il corso degli eventi a seconda della scelta stessa.
Eppure, a detta di Tomasoni, in entrambi i casi non si parla di libertà; al più, si può parlare di gradazioni di libertà. E lo scenario muta non appena caliamo l’uomo nella società moderna, dove, al contesto appena delineato, si aggiunge il concetto di potere, come mezzo e fine per giungere al vertice della piramide gerarchica.
Attraverso il pensiero marxista e i moti degli anni ’60 e quelli del ’68, l’autore ci descrive la perfetta incarnazione del libertus: l’uomo che, combattendo senza l’uso della forza e senza subire perdite, pone le basi per il cambiamento dell’ideologia alla base della società, da cambiare perché non soddisfacente.
Come avevo anticipato, i temi trattati sono complessi; non è possibile porvi una fine né risolverli né, tantomeno, individuare quale sia la corretta interpretazione da darvi. Il merito di Tomasoni è sicuramente quello di essere un pungolo per la nostra mente. Sarebbe conveniente meditare, talvolta, sul senso della libertà; sul confine tra la libertà personale e quella societaria e, ancora, quella universale. Soprattutto, comprendere quando cessare di essere uomo-automa e iniziare ad essere Libertus.
Lo stile è aulico; la narrazione è articolata. Insomma, non una lettura da completare in dieci minuti, nonostante le poche pagine. Non una lettura di svago o di piacere; ma una lettura che pone al centro dell’interesse l’uomo e apre la mente a ulteriori interrogativi rispetto a quelli a cui già l’autore cerca di dare un filo logico e delle risposte.
Le interpretazioni di Tomasoni possono essere o meno condivisibili; non mi permetto di ergermi ad esperta di filosofia. Mi sentirei, comunque, di indicare un punto su cui, forse, l’autore non si è abbastanza soffermato e che invece, a mio parere, è fondamentale ai fini del riconoscimento di un libero arbitrio, o almeno ai fini della comprensione delle logiche del libero arbitrio. Parlo della religione, che possiamo dire “fonda” il concetto di libero arbitrio e ci fa comprendere come l’uomo moderno oggi sia succube di una scelta originaria, rispetto alla quale non può che comportarsi, appunto, da libertus.
Ma spero che l’autore avrà modo di approfondire, un giorno, anche questo aspetto.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.