Thriller storico
Newton Compton
21 maggio 2020
Cartaceo e eBook
384
Genova, 1502. Dal giorno in cui è stato ferito da un sicario che aveva il compito di ucciderlo, Martino Durante giace su un letto privo di sensi. Veglia su di lui Sofia, una mercenaria conosciuta a Milano che più volte lo ha tradito, ma che ora non si allontana mai dal suo capezzale. L’uomo che voleva la morte di Durante è Goffredo Landriani, un nobile milanese senza scrupoli, che in passato è stato ostacolato più volte da Martino. Savona, 1508. Grazie a due documenti misteriosi di cui è entrato in possesso, Landriani è intenzionato a ricattare Massimiliano i d’Asburgo, minacciando di scatenare una strage e massacrare migliaia di innocenti. Per portare a termine il suo piano, deve però trovare la terza pergamena e risolvere l’enigma che è nascosto tra le sue righe. Ma Durante non ha dimenticato i torti subiti dal nemico e, anche a costo di mettere a rischio la propria vita, è pronto a fare qualunque cosa per fermare il diabolico piano di Landriani.
“Si passò una mano tra i capelli, che finalmente non doveva più nascondere. Per tanti anni aveva vissuto dietro una maschera, fingendosi ciò che in realtà non era: un uomo duro e senza scrupoli. Prima a Milano e poi a Venezia, era stata costretta a farsi passare per qualcun altro.
“E cosa mi ha regalato questa finzione?”.
Niente. Soltanto problemi.”
Ultimo capitolo di una intrigante romanzo storico. Non avendo letto i primi due (La Congiura delle Tre Pergamene e Il Segreto della Seconda Pergamena) ho fatto un po’ fatica. Molti personaggi che qui incontriamo hanno avuto un certo “peso” nei precedenti volumi e purtroppo l’autore, sorvolando su alcuni eventi passati non utilizzando flashback, crea dei “buchi”, che comunque non inficiano la lettura del romanzo.
Questo terzo libro, che ci introduce alla scoperta di una parte della Liguria (Savona, Genova e Loano), narra di luoghi e personaggi storici veramente esistiti, inseriti in una trama di pura fantasia.
“Il rumore del metallo contro il granito metteva i brividi. Era un trucco per annunciarsi e far sentire all’altro che non aveva paura di lui, ma anche un modo per tenere traccia del suo passaggio lasciando dei segni sui muri, che avrebbero potuto guidarla nel momento in cui non avesse saputo quale corridoio era rimasto ancora inesplorato.”
Il racconto è ricco di azione, di battaglie, di losche figure e di tradimenti che, insieme a una trama ben congegnata, lo rendono un romanzo adrenalinico e denso di colpi di scena.
La scrittura è scorrevole con minuziose (a volte noiose ad essere sincera) descrizioni dei luoghi e delle scene.
Il lettore non si annoia (a parte le descrizioni, ma non sono tutte pesanti) e, anche se in alcuni passaggi viene spontaneo porsi alcune domande sia sul motivo del titolo (non ci sono tre pergamene) o su alcune cose molto improbabili (preparare un antidoto in una stanza chiusa da centinaia di anni senza che ci sia un accenno su dove sono gli ingredienti), è interessante soprattutto per chi ama storie molto articolate.
Una lettura da affrontare serenamente e soprattutto senza fretta in quanto gli intrecci e gli intrighi posso creare, a una lettura superficiale, difficoltà nel comprendere la trama e quindi togliere molto alla comprensione del testo.
“Un’arma lunga come una picca o un’alabarda poteva essere letale, se usata con sapienza. Lanciata, era in grado di perforare uno scudo. Brandita come un ariete, poteva sfondare anche le difese più solide. Perfetta contro la cavalleria, perché riduceva la distanza tra il soldato in sella e quello a terra.
Un’arma terribile. A patto però di saperla maneggiare.”
Matteo Di Giulio, scrittore, saggista e traduttore, è nato a Milano, ma vive a Bremen, nel Nord della Germania. Come critico cinematografico ha collaborato con festival e riviste italiani e internazionali. È autore di diversi romanzi, tra i quali i thriller storici I delitti delle sette virtù (2013) e, con la Newton Compton, La congiura delle tre pergamene, Il segreto della seconda pergamena e L’enigma delle tre pergamene.
I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.