Romanzo
Einaudi
8 novembre 2016
200

La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Lo ha imparato Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – cosí diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.
“Le otto montagne” è un romanzo che ti resta dentro. Una storia che si aggrappa ai pensieri e che gira e rigira nella testa fino a portarti a elaborare nuove riflessioni e nuovi punti di osservazione della vita stessa.
Come avrai capito, caro lettore, a me questo romanzo di Paolo Cognetti, uscito nel 2016 per Einaudi, è piaciuto tantissimo. Tanto da arrivare a dire che sono rimasto là, sulle montagne del Grenon insieme a Pietro e Bruno, i due protagonisti, e non mi sono mai mosso.
Ma perché così tanto entusiasmo per questa storia?
Le otto montagne: il romanzo di Paolo Cognetti
Andiamo con ordine. Intanto, per trasparenza, devo dire che in prima battuta sono rimasto folgorato dal film. Pellicola che ho visto una domenica sera e che mi ha tenuto compagnia, nei pensieri, per quasi una settimana intera. Tanto che il lunedì pomeriggio sono corso in libreria e ho subito comprato il libro.
Sono uno di quelli che crede che la letteratura possieda tanti vantaggi rispetto alla cinematografia, e, anche in questo caso, devo ammettere che il libro ha allargato le emozioni che già con il film erano state travolgenti.
Del resto, quando si legge si possono visualizzare nella mente le immagini guidati dalla nostra fantasia, mentre quando ci si lascia emozionare da un bel film, questa libertà viene un po’ meno. In questo caso, aggiungo, avendo visto prima il film, questo volo con la fantasia è stato indirizzato da ciò che la mia mente aveva già assimilato dal piccolo schermo: volti, luoghi e via dicendo.
Nonostante questo, la lettura è stata emozionante. Coinvolgente e, come detto, anche molto introspettiva. Del resto stiamo parlando di un romanzo che ha vinto il Premio Strega nel 2017.
La trama
La storia raccontata ne “Le otto montagne” è incentrata sull’amicizia che lega i due protagonisti. Il lettore conosce Pietro e Bruno che sono ancora bambini e li accompagna fino all’età adulta guidato dalle loro storie personali che confluiscono in una grossa porzione di vita passata insieme, sulla montagna.
Bruno è un montanaro, cresciuto e vissuto in mezzo alla natura, Pietro è un cittadino che fin da bambino trascorre le vacanze nel paesino in cui vive Bruno. Basterebbe già questa enorme, ma sottile, differenza di abitudini per far capire quanta sostanza si può trovare in questo libro, ma no, c’è tanto, tanto di più.
Per esempio, ho trovato incredibile l’analisi del rapporto che ha Pietro con il padre: dapprima idilliaco, in quanto visto come un supereroe nel periodo dell’infanzia, poi conflittuale durante l’adolescenza inoltrata e, infine, rivalutato con l’età adulta. Niente di nuovo? Certo, ma provate voi a descriverlo come l’ha descritto Cognetti.
Anche perché, venendo al concreto, la scrittura di Cognetti è semplice. Non si lascia andare a virtuosismi e non risulta mai pesante. Essendoci diversi momenti in cui le azioni si fermano lasciando spazio a riflessioni importanti, il rischio di fare arenare la narrazione poteva essere forte, invece no. Il senso di lentezza e quiete che si respira è una coccola per chi legge.
Complice anche una buonissima descrizione dei paesaggi e della natura che caratterizza l’ambientazione del romanzo, “Le otto montagne” trascina il lettore in un mondo che quasi non c’è più. Un posto dove il silenzio la fa da padrone e dove non serve uno specchio per guardarsi dritti negli occhi.
Ci sarebbe anche da commentare e analizzare la storia di chi resta e chi va, di chi crea una famiglia e chi invece sceglie di restare da solo, ma poi il risultato sarebbe quello di diminuire il piacere della lettura per i troppi spoiler.
Conclusioni
Queste, comunque, sono scelte e decisioni prese dai due personaggi, impegnati per tutto il romanzo nella costante ricerca di dare un senso alla vita. Ognuno a suo modo, con i suoi tempi, con la sua testa, con le sue virtù e con le sue debolezze. Ognuno dimostrando la fragilità dell’essere umano.
Come si fa a pensare che la vita finisca nelle azioni della nostra quotidianità? Davvero si può pensare che sia tutto lì, davanti ai nostri occhi, nei nostri gesti, nelle nostre scelte e nei nostri comportamenti? Come può bastare tutto questo? Io credo che ci sia molto di più, che l’essere umano è destinato a realizzarsi attraverso la continua ricerca della felicità.
Tutti questi miei pensieri, queste riflessioni profonde e questo scavare nell’io, sono frutto della lettura de “Le otto montagne”. E quando un romanzo scatena un vortice così dilagante nell’anima, allora vuol dire che è un lavoro di assoluto valore. Un libro da leggere, un libro super consigliato.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Autore e speaker radiofonico.
Mi piace leggere, scrivere e condividere le storie.
Il mio sito è www.stefanobuzzi.com