Narrativa
Dea Planeta
Giugno 2020
cartaceo, ebook
300
In apparenza la vita di Anna potrebbe sembrare perfetta e addirittura invidiabile ma di fatto è tutta apparenza perché Anna soffoca la sua infelicità e recita la parte della moglie/mamma perfetta. Seguendo da anni determinate “regole”, Anna s’illude di condurre un’esistenza impeccabile.
Anna è figlia di un illustre professore fondatore di una clinica privata di chirurgia, orfana di madre dall'età di due anni; è sposata con Guido, affascinante ed elegante chirurgo estetico nominato recentemente primario di chirurgia estetica di Villa Sant'Orsola, la clinica privata di famiglia e mamma di due bellissimi bambini. Vive in una bella casa lussuosa. Anna ha anche un amante, Javier, conosciuto alla scuola materna dei figli. Ma si sa, gli inganni e le simulazioni durano poco e le fondamenta del suo mondo perfetto che si è costruita iniziano a cedere e presto la costringeranno ad abbandonare il suo apparente universo e vivere nella realtà. Realtà amara anche per la rinomata clinica che sarà colpita da un gravissimo scandalo per motivi di materiale non conforme e da un lutto che ribalterà di nuovo all'improvviso il destino di tutti.
Recensione
“Le imperfette”
Anna detestava le clienti della clinica Sant’Orsola. “Le imperfette”, come le chiamava suo marito. C’era qualcosa di malevolo in quel nomignolo.
Anche con l’aiuto di una tata filippina, Anna fatica ad accettare di dover dedicare parte del suo tempo ai figli, sentendosi soffocata dalla responsabilità; finora abituata ad essere lei ad avere la precedenza su tutto e tutti. Segue con fatica e infelicità le regole ipocrite del bon ton borghese che sin da bambina le sono state inculcate. Le sue giornate trascorrono alla ricerca della perfezione che il suo ambiente conformista le impone; ma Anna patisce questo suo entourage perbenista, patisce tutte le persone ipocrite che lo popolano. Patisce innanzi tutto suo marito assente e menefreghista che secondo lei ha una relazione con Maria Sole, bella e altezzosa segretaria con un’aria perennemente enigmatica, impenetrabile.
L’incontro con Javier rivoluziona il mondo monotono di Anna facendo crollare il suo universo fittizio, le sue rigide regole… per entrare in una relazione “muta”, senza pretese, senza promesse; solo lasciarsi andare al piacere, all’attrazione di un corpo, all’istinto represso… La disciplina rigorosa di Anna si ammorbidisce finalmente facendole dimenticare il proprio ruolo; dimentica il suo perenne senso di inadeguatezza con i figli, il suo sentirsi sempre intrappolata in ruoli che le pesano, bloccando la sua vera natura, fino all’inevitabile senso di colpa che scompare il giorno in cui suo marito le annuncia improvvisamente di non credere più nel loro matrimonio e di volersi separare. Anzi, si regala per l’occasione vestiti costosissimi. Finalmente le avevano spalancato il cancello della gabbia.
Ma si sa, spesso diamo per scontate troppe cose sul nostro futuro, come accade ad Anna… che inaspettatamente viene catapultata in un finale improvviso e scioccante che nuovamente sconvolgerà la sua esistenza…
“Quando aveva smesso di amarlo? E perché? Al desiderio si era sostituita la consuetudine, all’ascolto il già detto, alla curiosità l’indifferenza. Certi amori muoiono un giorno dopo l’altro. Senza scampo. Anna non lo sapeva. Non sapeva neanche perché era finita a letto con un altro” – Le Imperfette
Sin dalle prime pagine, il racconto si presenta intenso, colmo di svariate emozioni, variegate sensazioni che emergono nella mente della protagonista. E’ un romanzo appassionante e passionale.
Con uno stile narrativo diretto, l’autrice descrive il mondo “perfetto” di una famiglia borghese nella quale l’illusione di vivere una vita inappuntabile è il pensiero predominante, una esistenza che inappuntabile non è e nella quale bugie, corruzioni e mazzette sono importanti per mantenere la reputazione della clinica.
Il racconto si snoda in modo scorrevole ma nel contempo l’intensità del modo in cui l’autrice irrompe nell’animo della protagonista, come d’altronde di ogni personaggio, affascina il lettore proiettandolo in un turbinio di forti emozioni. Lo stato psicologico dei personaggi è sempre in primo piano ecco perché ogni frase è intrisa di passione. Passione per la vita, passione per i figli, per il proprio lavoro, per gli amanti con sentimenti fugaci, illusori…
La ricerca dei vocaboli è a dir poco eccelsa e l’eleganza domina l’intera narrazione incrementando la forza emozionale che ogni scena diffonde. Fra un ricercato vocabolo e l’altro, la capacità di unirli per ottenere un brivido, un tuffo al cuore… è fantastica.
Intensi i pensieri dei personaggi, intensi gli sguardi nei momenti di potenti silenzi. Intensità nell’esaltazione dei dialoghi, nel modo in cui i personaggi sono vestiti, il modo in cui indossano gli abiti e quale messaggio vogliono trasmettere. Ecco… anche questi messaggi espressi indirettamente son colmi d’intensità.
Il ritmo del racconto per una buona parte, è pacato, dolce, anche nei momenti di tensione o tristezza; poi l’intensità delle emozioni si trasforma in ansietà e trepidazione per lo svolgimento degli eventi e regalare al lettore un epilogo estremo.
I personaggi denotano tutti un aspetto attraente, seducente, come conviene ad un universo immerso nella chirurgia estetica ma sono fondamentalmente tutti infelici e soprattutto misteriosi e sleali. I dialoghi molto ben costruiti, rappresentano con efficacia i pensieri dei giorni nostri, mettendo in risalto le giuste personalità dei protagonisti.
Le rappresentazioni degli ambienti sono ben costruite ed esprimono in modo propedeutico lo stato d’animo del personaggio; come se in quella stanza o in quel luogo aleggiasse senso di gioia, di tristezza, di passione. Per quanto il tema principale della chirurgia plastica, della ricerca della perfezione fisica, della superficialità della tipologia di persone che popolano questo ambiente possano sembrare frivoli, l’estrema bravura dell’autrice ci dimostra con notevole intensità la ricchezza che dimora nell’animo dei personaggi.
In conclusione, un bellissimo romanzo, coinvolgente, nel quale ritroviamo episodi di vita quotidiana fra difficili relazioni d’amore, rapporti sociali, che portano il lettore a chiedersi se dopotutto sono così tanto importanti i modelli di comportamento ricorrenti che la società impone? Così tanto importanti da precludere la propria personalità? Ed è ancora tabù affermare le difficoltà di essere madre e sentirsi in obbligo di soffocarle per essere ben accette dalla società? Perché non possiamo liberamente essere imperfette?
Beatrice Castelli
L’autrice di “Le Imperfette”
Federica De Paolis è nata a Roma nel 1971. Dialoghista cinematografica e autrice televisiva, ha insegnato all’Istituto Europeo di Design. Tra i suoi precedenti romanzi, vincitori di premi e tradotti in diverse lingue, ricordiamo Lasciami andare, Ti ascolto, Rewind e Notturno Salentino.
Béatrice Castelli vive a Torino, cresciuta a Parigi fino all’età di 17 anni, coltiva sin dall’età di otto la passione per la lettura e quella della scrittura.
A dieci anni leggeva Crime et Châtiment di Dostoïevski, preso per caso dalla fornitissima biblioteca di suo padre, senza sapere ancora nulla di questo scrittore.
A 17 anni, con tutta la famiglia si stabilisce in Italia a Torino, dove dovette imparare l’italiano. Lo studio per la letteratura italiana l’appassiona in fretta, come da piccola per quella francese, iniziai così a scrivere pensieri in entrambe le lingue.
Ha frequento l’interpretariato di Torino con il desiderio di tradurre libri per la sua casa editrice preferita: l’Adelphi. Purtroppo incontra sul suo cammino molte difficoltà per arrivarci e così si ritrova a tradurre testi tecnici per nulla entusiasmanti…
L’amore per la scrittura l’accompagna da sempre. Non avendo mai nessuno a chi confidare i suoi pensieri, scrive per se stessa. Ha pubblicato, per due case editrici, poesie d’amore in due diverse raccolte, una per Segnidartos l’altra per Rupe Mutevole Ed. e una favola per bambini sempre per Rupe Mutevole. In alcuni siti letterari ha pubblicato inoltre dei racconti brevi.
In questo momento ha un romanzo già ultimato nel cassetto.