
Giallo poliziesco
Newton Compton Editori
25 marzo 2025
Cartaceo, ebook
384

Un efferato omicidio, un esclusivo club londinese e un tenente che credeva di essersi lasciato alle spalle la morte nelle trincee. 1924. A pochi anni di distanza dalle trincee delle Fiandre, il tenente Eric Peterkin è appena diventato membro del più prestigioso club riservato ai veterani della città: il Britannia. Ma quando una scommessa tra gentiluomini si conclude con un omicidio, le ultime parole della vittima risuonano nella sua mente. Eric sospetta che l'assassino sia uno degli altri membri del club, ma chi? Il capitano Mortimer Wolfe? Il brillante decifratore di codici, il sottotenente Oliver Saxon? O forse il glaciale capitano Edward Aldershott, nonché presidente del club? L'indagine porterà Eric ben oltre i corridoi di marmo del Britannia, fino ai resti di un ospedale militare in rovina e ai covi di oppio di Limehouse. A mano a mano che la maschera di rispettabilità dei gentiluomini si sgretola, Eric si troverà di fronte a una spirale di omicidi, vizi e segreti che puntano non solo agli ufficiali del suo club, ma anche all'investigatore stesso incaricato da Scotland Yard.
“L’assassinio di un gentiluomo” è il nuovo romanzo di Christopher Huang, edito da Newton Compton Editori.
L’ambientazione di questo giallo poliziesco è affascinante. Ci troviamo a Londra, nel quartiere elegante di St. James, in cui si trovava l’esclusivo Club Britannia.
Siamo nel 1924 e nessuno voleva più indugiare sugli episodi spaventosi del recente passato: “il semplice fatto di essere vivi era motivo di festeggiamenti.”
È un mondo in trasformazione, quello degli anni Venti. L’Art déco stava surclassando la pesante architettura vittoriana; c’era un desiderio di leggerezza nell’aria. Londra si stava vestendo a festa per il 5 novembre, la Notte dei Falò. Tutt’intorno era possibile vedere pupazzi di stracci raffiguranti Guy Fawkes.
L’autore ci immerge nell’atmosfera di quegli anni e nel crepuscolo nebbioso che avvolge la capitale alla fine di ottobre.
“La stagione della nebbia incombeva su Londra: volute giallo-grigie di umidità salivano dai tombini verso i lampioni di ferro e impregnavano i colletti inamidati.”
All’interno del Club, i suoi membri si raccoglievano in comode poltrone accanto al camino scoppiettante a leggere o a sorseggiare del whisky e soda. Per il tenente Eric Peterkin far parte del Club Britannia era una tradizione di famiglia, di quella paterna, perché era cinese da parte di madre.
Christopher Huang ha voluto mettere nel suo protagonista una parte di se stesso. Tuttavia, dato il razzismo dilagante del tempo nei confronti del “pericolo giallo”, ha fatto in modo che Eric fosse per metà inglese e non un immigrato cinese, altrimenti sarebbe stato difficile per lui occuparsi di una serie di omicidi.
Il tenente Peterkin, accompagnato nelle ricerche dal suo amico Avery Ferret, è un investigatore amatoriale.
Al Club venne accolto un nuovo membro, Albert Benson, un obiettore di coscienza durante la guerra. Quella era una interessante novità, in quanto non erano ammesse persone che si erano rifiutate di combattere. Inoltre Benson sembrava nascondere un segreto: nella sua cassetta di sicurezza aveva riposto degli strani oggetti e la foto di una donna misteriosa.
Fu proprio il nuovo arrivato ad essere rinvenuto cadavere nel caveau di quel club esclusivo.
“Se avesse dovuto avanzare un’ipotesi, avrebbe detto che Benson era stato ucciso molte ore prima, sicuramente prima che il custode prendesse servizio e che il Britannia iniziasse a svegliarsi.” – “L’assassinio di un gentiluomo”
Ad investigare sul caso giunse il detective ispettore Horatio Parker.
Eric iniziò ad avanzare dei dubbi persino sull’ispettore, non ritenendolo la persona più idonea per risolvere il caso. Spinto dalla curiosità per la vicenda e dalla diffidenza nei confronti della polizia, Eric incominciò ad occuparsi personalmente di cercare degli indizi al fine di scoprire chi poteva aver ucciso Benson.
Uno dei personaggi più amabili e divertenti è sua sorella Penny. Aveva ereditato i lineamenti anglosassoni dal padre, mentre Eric sembrava essere stato adottato, per la sua fisionomia orientale. Essendo i fratelli molto legati, si scambiavano confidenze e consigli e lei lo accusava di vedere enigmi dappertutto.
“Fammi vedere se ho capito. Qualcuno si è introdotto al Club Britannia, nonostante fosse chiuso a chiave per la notte, e ha commesso un omicidio. E tu pensi che possa essere stato l’ispettore di polizia (…) Ho capito bene fin qui?”
Penny non era l’unica a cui Eric chiedeva consigli. Frequentemente si recava al cimitero per parlare con i suoi defunti genitori, rivolgendosi al padre era solito dire, ad alta voce: “Mi chiedo cosa faresti tu”.
Christopher Huang inserisce molti elementi tipici degli anni Venti, tra cui la passione per l’occultismo e lo spiritismo. Nel romanzo l’esperto della lettura delle carte e del tema natale è Avery:
“<Potrei semplicemente leggerti i tarocchi e scoprire in questo modo il tuo assassino. Ho le carte in tasca.>
Eric alzò gli occhi al cielo. <Grazie, Avery, ma preferisco affidarmi alla fredda e spietata logica.>
<La tua fredda e spietata sconfitta.>
<Sono sicuro che sopravviverò.>”
Huang ha tratteggiato un personaggio che commette degli errori, che non è infallibile, ma che proprio per questo risulta simpatico al lettore, il quale tenta di risolvere il caso e gli enigmi che gli si presentano, insieme a lui.
L’autore parla anche della decadente nobiltà di campagna e della necessità, durante la guerra, di trasformare quelle fredde residenze in ospedali militari.
“Gli uomini destinati qui, ci venivano per recuperare dopo essere stati ricuciti, quando erano certi che non sarebbero morti l’indomani. E dopo che hai superato quell’angoscia, quando sai che vivrai, inizi a chiederti che valore ha la tua vita, senza un braccio, senza una gamba… senza più una faccia.”
Alcuni non mostravano cicatrici visibili, ma sfregi dell’anima. Ognuno, a suo modo, era tornato cambiato dalla guerra.
Eric e Avery iniziarono a svolgere un’indagine seria e attenta, recandosi, per investigare, anche al British Museum e al Music Hall.
All’omicidio di Benson, si aggiunse un altro mistero che risaliva alla fine della guerra. Negli anni Venti gli orrori della Grande Guerra erano ancora così vivi nella memoria collettiva:
“È stata la guerra che ha messo fine a tutte le guerre, qualcosa di così terribile che ora nessuno può sopportare il pensiero che ce ne sia un’altra. Abbiamo pagato un caro prezzo per la pace e lavoreremo tutti insieme per preservarla.” – “L’assassinio di un gentiluomo”
Nessuno poteva immaginarsi che, dopo pochi anni, ce ne sarebbe stata un’altra, forse peggiore della precedente.
Il mistero da risolvere sembrava ammantato nella stessa densa nebbia che avvolgeva Londra.
Proprio nella notte di Guy Fawkes, il 5 novembre, si tirarono le conclusioni. La notte in cui i fuochi d’artificio “esplodevano come granate”, spaventando chi era stato al fronte. Tanti soldati tornarono a casa afflitti dal shell shock, lo shock da granata. Ancora vivido era il ricordo di “colpi di fucile sopra le loro teste.”
È un giallo davvero ben congegnato, quasi una sfida tra il protagonista e i suoi lettori a chi, per primo, avrebbe indovinato il colpevole. Un poliziesco dal sapore esotico e antico. Un’immersione nel mondo dei gentiluomini londinesi alla fine della prima guerra mondiale, in un mondo che aveva bisogno di guardare al futuro.
“L’assassinio di un gentiluomo” sembra concludersi con la promessa di una nuova indagine. Se così fosse, la leggerò con grande piacere.
“Ovviamente, non ho un alibi, quindi dovrete accontentarvi della mia parola di gentiluomo.”
(5 stelle)

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.