
Saggio scientifico
Raffaello Cortina Editore
13 maggio 2021
cartaceo, ebook
242

Quante volte vi siete domandati se fosse il caso di prendere una medicina? E come vi state comportando per quanto riguarda il controllo della pressione e del colesterolo?
Ci piacerebbe che questi dubbi avessero una risposta certa. Ma non è così. Gli atti medici sostenuti da dati inoppugnabili di ricerca in realtà non sono molti, per gli altri esistono solo indicazioni di massima che il medico deve adattare all’infinita varietà dei casi individuali.
In questo libro Daniele Coen ci accompagna attraverso i territori dell’incertezza in medicina, in un viaggio che parte dalle disavventure sanitarie di Raffaello e di Magellano per giungere alle domande ancora aperte sulla pandemia da Coronavirus. Si parla di osteoporosi e di ipercolesterolemia, di ipertensione, di organizzazione degli studi clinici e di interessi industriali. Nonostante le incertezze, conclude l’autore, è sempre possibile fare scelte ragionevoli basandosi sulle migliori evidenze disponibili e su una valutazione delle esigenze di ogni singola persona.
“La medicina è la scienza dell’incertezza e l’arte della probabilità”
L’autore di questa massima è William Olser (1849-1919), medico canadese considerato tra i padri della medicina moderna. Lo stesso che scriveva: “Il desidero di prendere medicine è forse la caratteristica che distingue maggiormente l’uomo dagli animali”.
Ho scelto di incominciare la recensione con queste due citazioni perché credo riassumano meglio il contenuto del libro.
“L’arte della probabilità“ è un saggio scientifico che mette in luce tutte le incertezze dietro il mondo della medicina.
La medicina non è una scienza esatta, come può esserlo la matematica, non si fonda su assiomi, teoremi, dimostrazioni. È una scienza in continua evoluzione, alla costante ricerca di una soluzione a ogni problema relativo al corpo umano.
Ma allora, come si fa a decidere quale terapia mettere in atto contro una determinata patologia? E come si può essere certi di non aver commesso errori nel processo diagnostico? È sempre così necessario approfondire una diagnosi prima di incominciare una terapia? E infine, quanti tra gli interventi diagnostici e terapeutici si fondano su solide evidenze scientifiche?
A tutte queste domande cerca di dare una risposta Daniele Coen, medico, ricercatore e divulgatore scientifico.
I primi capitoli del saggio raccontano una serie di aneddoti inerenti a trattamenti terapeutici che sono stati somministrati a migliaia di persone per decine di anni, talvolta persino interi secoli, per poi essere totalmente abbandonati perché più dannosi che funzionali.
Un esempio che forse verrà subito in mente a tutti è l’impiego dei salassi, ma altrettanto nocivo è stato il riposo forzato imposto ai cardiopatici. Tutt’oggi studi importanti hanno dimostrato che solo una piccolissima parte delle decisioni prese dai medici di medicina generale ha alla base dati sperimentali di alto livello.
Un altro problema, di cui si discute ampiamente nei capitoli successivi, riguarda la complessità e la fallibilità della ricerca clinica, di cui l’autore, con un linguaggio scorrevole e molto comprensibile, racconta gli aspetti più tecnici e insidiosi.
Ci spiega cosa sono e come funzionano gli RCT (Randomized Controlled Trials), perché è importante effettuare studi “in cieco” e il motivo per cui lo studio clinico controllato, randomizzato e in doppio cieco è oggi lo strumento migliore a nostra disposizione per valutare l’efficacia delle cure.
Altri aspetti interessanti, trattati nei successivi capitoli, riguardano l’influenza degli interessi economici che girano intorno al mondo della medicina e la spiegazione di cosa sono le famose “linee guida”, che indirizzano i medici nei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali.
Un capitolo molto interessante, sul finale persino commovente, è quello relativo alla prognosi nei pazienti terminali. Accettare la nostra natura di esseri mortali è un compito difficile persino per un medico. Soprattutto per un medico.
Ma allora, in tutto questo mare d’incertezza, come possiamo fidarci della medicina?
Prima di tutto, come dice l’autore, dovremmo coltivare “l’arte di convivere con l’incertezza”. Certamente lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta facendo – e continuerà a fare – passi da gigante nell’assistere i medici nelle decisioni, ma non vi è scienza al mondo che non sia fondata sul concetto di probabilità.
In secondo luogo, dobbiamo informarci. La conoscenza è un’arma potentissima nelle mani dei medici, ma anche e soprattutto nelle mani dei pazienti. Piuttosto che accettare passivamente l’esito di una diagnosi o la somministrazione di una terapia, il paziente dovrebbe cercare di partecipare in maniera attiva e con spirito critico ai percorsi decisionali. In che modo? Lo racconta l’autore alla fine del libro!
Spesso nelle recensioni si parla di letture “imprescindibili“, di libri che non devono assolutamente mancare nella propria piccola libreria domestica. Ebbene, questo per me è uno di quei libri da leggere assolutamente nella vita. Da leggere soprattutto oggi, in questo periodo storico in cui tanto si parla di salute, cure, ricerca, vaccini.
Quello della medicina, e della scienza in generale, è un mondo estremamente complesso, ma tutti dovremmo cercare di fare un piccolo sforzo di comprensione. Ne vanno di mezzo il bene e la salute dell’intera umanità.
E voi che rapporto avete con la medicina, vi spaventa o ne siete incuriositi?
Buona lettura a chi vorrà!
Arianna
L’autore
Daniele Coen è medico d’urgenza e ha guidato per quindici anni il Pronto Soccorso dell’Ospedale Niguarda di Milano. A fianco dell’attività clinica e di ricerca, si è sempre occupato di divulgazione scientifica e ha collaborato a lungo con le associazioni dei consumatori.
Complimenti per la splendida recensione! Vien voglia di leggere il libro ed approfondirne le tematiche. Grazie Arianna!