
Lettere Animate Editore
14 marzo 2019
Kindle e cartaceo
278

Jason fa l’architetto ma è un chitarrista.Sì perché fare ed essere, spesso, sono lontani quanto la realtà dall’illusione.Quando una collega gli fa dono di un videogioco futuristico e misteriosamente sparisce, Jason si interroga sul destino della donna e sul suo, finché non si immerge nel gioco, “L’altro sé”, perdendo di vista la verità.Nella virtualità di quel mondo, trasporta l’amore dei suoi sogni.Riportare nella realtà se stesso, aspirazioni e sentimenti, sarà un’impresa ardua.Sulle sponde del lago d’Orta, si snoda una storia, a tratti surreale, sui desideri repressi che potrebbero condurre alla felicità, sul facile oblio e sul nostro destino tecnologico.
Il futuro può sconvolgere il presente? A quanto pare …
“Siamo tutti, in effetti, ciò che sembriamo, solo che abbiamo più sfaccettature, se giri intorno a un oggetto, invece che stare ad osservarlo da lontano, scopri che ha ben più di due dimensioni, ha anche una profondità e un lato opposto.”
Sono. Senza. Parole. Brava Daniela! In questo libro hai saputo trasmettermi una miriade di emozioni: amore, timore, ansia, gioia, paura e stupore. Un mix di emozioni che ruotano intorno al nostro protagonista maschile, Jason, epicentro del racconto, e che danno vita a un concatenarsi di eventi che gli cambieranno completamente il modo di pensare.
Come nel precedente romanzo della Nolli, “Il tutto nel silenzio”, in cui il lettore può trarne anche una filosofia di vita basata sul raccoglimento e sul pensiero, in questo racconto, attraverso le parole di Jason, vengono dispensati consigli di vita e discorsi profondi su come affrontarla al meglio cercando di trovare anche da accadimenti negativi un insegnamento positivo.
“Che ognuno di noi scelga come vivere…Potremmo farlo ma non lo facciamo mai davvero. In realtà, lasciamo che sia la corrente a trasportarci nella direzione in cui stiamo andando. Troppo faticoso cambiare rotta.”
La scrittura è pulita, chiara e pennellata. I paesaggi, che conosco molto bene, sono reali, ben delineati e vivi. In alcuni passaggi vengono utilizzate delle similitudini che arricchiscono la descrizione e la narrazione.
Una trama abbastanza desueta, dove si intrecciano amori, problemi quotidiani e paure, dove solo trovando il coraggio di andare avanti si possono avverare i propri sogni.
“Diciamo che è una terapia per sconfiggere la paura del buio. Abbi fiducia e non succederà niente di male. A volte penso che se vivessimo nel buio ascolteremmo di più…Gli occhi sono molto importanti ma senza di loro vivremmo in un mondo che è essenza, musica e non più apparenza. Voglio dire, se io scegliessi la mia compagna, il mio amico, o il mio animale da compagnia senza vederli, li sceglierei col cuore…Non giudicherei il loro aspetto ma il loro vero io, è come ascoltare una canzone senza vedere il look del cantante…”
Daniela ci mette in guardia, ci da spunti di riflessione sul nostro presente cercando di farci aprire gli occhi su un prossimo futuro che potrebbe essere molto peggio di quanto mai potremmo immaginare. Non sto delirando, cerco di esprimere quanto da me percepito leggendo “L’altro sé” senza spoilerare nulla, e credetemi è molto complicato!
Leggetelo, vi conquisterà e poi il finale… innovativo senza alcun dubbio!
“Non chiederle di amarti, dille di amare se stessa. Dille che, se accrescerà l’amore per sé, saprà lasciarsi amare. Dille che, solo amandosi molto, saprà riconoscere chi è in grado di generare lo stesso inesauribile amore. Se le dirai queste parole, non potrà restare indifferente e ti lascerà entrare nella sua vita.”
Daniela Nolli nasce nella splendida culla dei laghi d’Orta e Maggiore, dove continua a vivere con la sua famiglia, è perito aziendale corrispondente in lingue estere e lavora presso una famosa ditta di casalinghi di design da oltre due decenni.
Sviluppa la passione per la scrittura fin dalla più tenera età ma comincia a scrivere romanzi e a partecipare a concorsi letterari solo nel 2010.
Nel 2017 vince la pubblicazione del racconto “Le incantevoli storie di nonno Saverio”, in seguito, nello stesso anno, si classifica quarta al Premio Montefiore e quinta al Premio Milano International con questo romanzo.

I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.