libro per bambini e ragazzi
SCE
2022
cartaceo
25
Gli alberi da sempre fanno parte dell’imaginario collettivo spesso con la funzione di guardiani silenziosi, presenze immaginarie e immaginifiche pronte ad elargire consigli sapienti.
Nella realtà gli alberi sono davvero dei punti di riferimento all’interno della nostra vita quotidiana, essi scandiscono i nostri passi e colorano i nostri cieli; alcuni poi partecipano alla conservazione della nostra memoria storica grazie ad alcuni gentili umani che li preservano sempre e comunque.
La storia racconta di un’umana extra-ordinaria e di un ficus, traccia vivente di una figura straordinaria entrambi prova che la cura delle cose comuni dovrebbe essere una sfida ordinaria.
La storia Di Giovanni Falcone, raccontata tramite una fiaba per bambini, vede protagonista proprio il ficus divenuto simbolo della lotta alla mafia. Scritto Da Rossella Drago, bibliotecaria della Biblioteca centrale della regione siciliana “Alberto Bombace” di Palermo, in collaborazione con Federica Terranova e Alba Di Pasquale.
Il ricavato della vendita verrà devoluto all’associazione “People Help the people” per la riqualificazione del Giardino di Borgo Molara, bene confiscato alla mafia e affidato a quest’associazione per la realizzazione di un parco per bambini.
Tornando al racconto, impreziosito dalle belle illustrazioni di Simona Bartilomo, incontriamo l’albero, giovane Ficus. È nato nella Palermo Felicissima, quando via Notarbartolo era espressione dello stile liberty della bella Époque.
Vive a guardia di una di quelle belle ville, circondato dalla natura, fin quando il suo mondo viene stravolto da quello che, nella memoria storica dei palermitani, è ricordato come il “sacco di Palermo“, durante il quale la città è stata sventrata e deturpata dall’abusivismo edilizio.
Unica presenza che sembra accorgersi dello scempio, una donna che in lacrime gli si avvicina poggiando la mano sul suo tronco.
Poteva sentire attraverso la sua spessa corteccia un calore confortante.
Rimane solo lui. E, intorno, vede sorgere i quartieri moderni: la bella villa viene sostituita da un grande palazzo. Fra il viavai di persone che entrano ed escono, indifferenti, dal palazzo, l’albero comincia a notare un uomo che si concede la pausa di una sigaretta prima di entrare in macchina.
“Durante quelle conversazioni silenziose, l’albero poté notare che i suoi occhi erano neri e profondi e che spesso contemplavano le sue foglie come se fossero alla ricerca di qualcosa”
Poi anche quest’uomo sparirà. Mancherà poco prima che l’albero diventerà il centro della rinascita di una nuova vita. Un giorno, accade qualcosa di inaspettato: qualcuno inizia a lasciare fiori, bigliettini e doni ai piedi del suo grosso tronco.
Infatti, dopo la strage di Capaci, l’albero, che si trova proprio di fronte alla casa dove abitava il magistrato, è diventato oggetto di un vero e proprio pellegrinaggio da parte della “Palermo sana”, che ha cominciato a lasciare ai piedi dell’albero lettere e messaggi di dolore. Ma anche un monito per prendere il testimone e ribellarsi alla mentalità mafiosa.
Così, Il Ficus è passato dall’essere un semplice albero a simbolo del risveglio della coscienza di un popolo. Nasce L’albero di Falcone. Segno di speranza in un cambiamento che vede realizzarsi proprio le parole di Giovanni Falcone
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”
Il racconto è molto piccolo ed essenziale. Lo stile narrativo è semplice, come si conviene a una fiaba per bambini. La narrazione è indiretta, si sarebbe potuta arricchire con la presenza di qualche dialogo. I disegni hanno un buon potere comunicativo e sono ben fatti.
Certamente, può servire come spunto per genitori e insegnanti al fine di parlare ai bambini di argomenti importanti e difficili, che hanno segnato la storia di Palermo e dell’Italia.
“L’albero di Giovanni Falcone”, infatti, come emblema di ribellione alle mafie, coinvolge non solo i palermitani, ma tutti coloro che lottano contro qualsiasi forma di ingiustizia e corruzione.
Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.