Narrativa Contemporanea
Paginauno
21.11.18
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L'Ottocento francese, Balzac narra le vicende, in due racconti, di alcuni personaggi curiosi e particolarmente dettagliati e studiati. L'albergo rosso è una storia di omicidio, mistero ed intrigo. La pace coniugale, invece, è una storia di civetteria, ballo e aria aristocratica.
Inutile dire che Balzac, uno dei più conosciuti ed importanti scrittori francesi, non delude mai.
Per chi lo conosce già, ma anche per chi desidera scoprire questo autore, il testo qui recensito è a dir poco perfetto.
L’edizione Paginauno offre la bellezza di due racconti: L’albergo rosso e La pace coniugale.
Il primo, L’albergo rosso, è narrato in prima persona, ed il narratore è un osservatore, un partecipante in carne ed ossa della vicenda, un personaggio, ma soprattutto un grand ascoltatore. “Non so in quale anno […]”, inizia il narratore, accade che un tedesco, in terra francese, viene invitato a una cena a sfondo borghese. Il nome del tedesco è Hermann, “come tutti i tedeschi messi in scena dagli autori di teatro“, ed era “il classico esempio di figlio di quella pura e nobile Germania, così prolifica di caratteri sinceri e i cui pacifici costumi non sono smentiti neppure dopo sette invasioni“. Il tono della narrazione è molto ironico, divertente e piuttosto gradevole.
Il tedesco Hermann narra una storia, la quale proseguirà quasi per tutto il racconto. I protagonisti della storiella sono due giovani francesi, studenti di medicina, che si spostano verso Andernach. Il primo si chiama Prosper Magnan, l’altro, invece, viene chiamato Wilhem dal tedesco, poiché non rimembra il suo vero nome, e così “il buon tedesco riprese la storia dopo avere in questo modo, senza rispettare il romanticismo e il colore locale, battezzato il sotto-assistente francese con un nome tedesco“. La storia successivamente narrata è una storia di assassinio, di mistero e di ingiustizia: un uomo innocente viene processato per un omicidio da lui non commesso, ma chi è il vero assassino? Durante il racconto del tedesco la voce narrante rimane in prima persona, per appunto quella di Hermann, che ogni tanto viene interrotta da qualche riflessione d’indagine del primo narratore. Un piccolo colpo di scena arriva quasi alla fine della storia, che comporterà un tormento al primo narratore (ma anche al lettore), e che soltanto nelle ultime pagine si concluderà con una sorpresa.
La lettura è scorrevole, piacevole, che incuriosisce il lettore e costringe a proseguire fino alla fine. Si tratta di una lettura da fare durante un viaggio, un momento di pausa, in cui si sente la necessità di staccarsi dal mondo attuale e di immergersi nell’Ottocento. Si riconosce subito i tratti stilistici di Balzac, soprattutto in quei passaggi in cui si affrontano tematiche a sfondo politico e religioso.
Il secondo racconto, La pace coniugale, è ambientato nel mese di Novembre del 1809, a Parigi, nel palazzo di Gondreville durante un ballo. Il tutto, come suggerisce la data, in epoca napoleonica. Le vicende si svolgono intorno a quattro personaggi. Impeccabile è la descrizione di Balzac dell’ambiente in cui si svolgono le vicende, sembra quasi di indossare uno di quegli abiti ottocenteschi e di ballare in una grande e bellissima stanza: “Era circa mezzanotte. Le conversazioni, il gioco, il ballo, la civetteria, gli interessi, le malizie e i progetti, tutto arrivava a quel grado di calore che strappa a un giovane uomo questa esclamazione: bel ballo!”.
Questo testo può definirsi anche uno studio del comportamento umano, in cui vengono analizzati le azioni e i pensieri dei personaggi. Ed è, soprattutto, una dimostrazione che spesso determinati comportamenti non rappresentano ciò che veramente si ha in testa di fare.
Al contrario del primo racconto La pace coniugale è un testo molto dettagliato, in cui anche gli oggetti diventato protagonisti e di una certa importanza.
Lettura consigliata da fare in una sera, prima di abbandonarsi al mondo dei sogni, in cui il piacere è quello di dedicarsi completamente al mondo aristocratico dell’Ottocento francese, perfettamente rappresentato da Honoré de Balzac.