
Romanzo storico
Morellini Editore
28 aprile 2023
Cartaceo, ebook
248

Tra le nebbie dei bagni turchi di Costantinopoli, si aggira una giovane donna aristocratica, Lady Mary Wortley Montagu, che calca le strade dell’Impero ottomano in veste di moglie dell’ambasciatore inglese.
Scrittrice, donna dall’intelligenza acuta e dal temperamento vivace, al centro della briosa vita sociale e culturale della Londra nell’età dei Lumi, dalla spiccata mentalità femminista, Lady Montagu non esita a vivere l’esperienza orientale in totale libertà dai pregiudizi e con una grande avidità di dettagli.
E proprio dalle donne turche, viene a conoscenza di un metodo per prevenire il vaiolo: l’inoculazione, una sorta di antenato del vaccino. Il vaiolo è un demone che tormenta Lady Montagu da tempo: le ha ucciso un fratello e ha ridotto in fin di vita anche lei, lasciandole deturpanti cicatrici sul volto, che lei copre abilmente con la biacca. Decide coraggiosamente di applicare il metodo sul figlio e di portare l’inoculazione in patria, dove, negli anni a seguire, si diffonderà prima tra l’aristocrazia inglese e, infine, in tutta Europa.
Ma tra le pieghe più nascoste della sua vita, si intravede un’altra Lady Montagu, una donna in eterno conflitto tra testa e cuore, che mette in dubbio il proprio raziocinio per un giovane scienziato italiano alle prese con le leggi di Newton, di cui si innamora ciecamente.
“Lady Montagu” è l’ultimo bellissimo romanzo di Chiara Ferraris, edito da Morellini Editore per la collana “Femminile singolare”, diretta da Sara Rattaro e Anna Di Cagno.
“Mi ha ferita troppe volte, e arriva un momento in cui le cicatrici sono più spesse del dolore che si prova nel procurarsele”
Ogni volta che leggo un romanzo di questa autrice rimango affascinata dal suo stile così poetico, elegante e incantevole.
In questo suo lavoro, Chiara ci presenta un personaggio realmente esistito, Lady Mary Wortley Montagu (1689/1762). Una donna vissuta tra il XVII e il XVIII secolo, eppure così moderna.
La ricostruzione storica e della personalità di questa dama si è basata principalmente sulla sua corrispondenza, sulle numerose lettere che ha scritto durante la sua esistenza. Lettere intrise di leggende persiane e poesie turche.
All’epoca, la corrispondenza era vitale. Si scriveva tantissimo, raccontando ogni particolare.
Il racconto si sviluppa in un lungo arco temporale: dal 1717 al 1761. Proprio nel 1717, Mary e suo marito Edward, nominato ambasciatore, intraprendono un viaggio verso Costantinopoli.
Ci tuffiamo nella Storia, con la crisi tra l’Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia e i giannizzeri che, scortando i coniugi nel loro viaggio verso Oriente, infliggevano crudeltà in maniera indiscriminata lungo il loro passaggio.
L’autrice, tramite la sua protagonista, offre un consiglio a tutti coloro che si recano in posti lontani:
“Cambiare la foggia dei miei pensieri, allontanare da me ogni preconcetto e lasciarmi scivolare nel mondo orientale come su una pagoda che solca le acque di un placido fiume” – Lady Montagu
Mary, da donna colta e curiosa, cerca di trarre il massimo vantaggio da quel viaggio diplomatico: è intenzionata a scoprire quei segreti sussurrati e chiusi a chiave negli harem dedicati alle donne.
Bellissima la descrizione delle donne turche che sembrano fantasmi con il loro incidere etereo, completamente ricoperte da veli di mussola.
“Lo sguardo continuava a posarsi sulle donne che affollavano la stanza, le stesse donne che avevo intravisto poco prima per la strada, velate da testa a piedi, neppure gli occhi riuscivano a luccicare oltre quei veli, quelle donne, qui, adesso, nel bagno turco, erano tutte – TUTTE – completamente nude.”
Una bella contrapposizione tra l’esterno, pubblico maschile, e lo spazio interno nel quale si sentono totalmente libere. Rinchiudendosi in quel luogo, chiudevano fuori il mondo degli uomini. Erano donne nude, di diverse età, che, senza pregiudizi né malizia, sorseggiavano un caffè e chiacchieravano in modo cordiale e ospitale.
Lady Mary, spogliandosi di parrucche e gorgiere, ed indossando gli abiti turchi, leggeri ed eleganti, si sente libera e non giudicata a causa delle cicatrici lasciate sul suo volto dal vaiolo, tanti anni prima.
“C’erano giornate in cui tutto, nella città di Adrianopoli, era poesia … mi deliziavano i continui richiami delle tortore ospitate dai cipressi del mio giardino. Li ascoltavo per ore, affascinata dal continuo ribattere dei loro versi. Li immaginavo come strofe di un poema.”
Di frequente, si vedevano nidi di cicogne sotto le finestre delle case. Le abitazioni che le ospitavano erano ritenute fortunate perché si diceva che quegli uccelli tenessero lontani il fuoco e la peste.
È stupefacente il mondo ottomano, così intransigente e crudele da un lato, e così rispettoso delle diversità e aperto nei confronti dell’Occidente, dall’altro.
“Volete portare l’Oriente in Occidente, mia cara? Credo che questo sia superiore alle vostre forze (…) Gli scoccai un’occhiata di sfida. Oh, sì. Ci sarei riuscita, invece.”
Chiara Ferraris è riuscita a far rivivere Lady Montagu, a conferirle un carattere, una personalità forte e decisa. A farmela sentire così vicina da soffrire per lei e con lei!
“Le malattie non sono democratiche. Non si curano di corone, diademi, forzieri o croci (…) Non esiste una preghiera che valga più delle altre, per affrancarsi da un contagio … una moneta che possa rappresentare l’obolo della guarigione.”
Entriamo nel vivo di questo romanzo storico e scientifico, così profondo ed intenso.
È impossibile per Mary dimenticare il dolore per la perdita dell’amato fratello a causa del vaiolo ed il panico alla vista dei primi sintomi della stessa terribile malattia.
“La febbre che saliva, il fuoco che assediava la testa, la carne bruciante e infine la disperazione quando avevo visto la prima pustola. Sul collo, la ricordavo bene. Nascosta dal mento.”
Quanto è devastante questa malattia, con la febbre che ti divora le ossa e che porta ad avere allucinazioni e cicatrici permanenti sul volto e sul corpo. Ma in Turchia questo morbo non uccideva, anzi si diventava immuni attraverso la pratica dell’inoculazione. Veniva inoculato “direttamente sulle ferite il materiale vaioloso prelevato in precedenza dalle pustole di un malato”. La febbre passava dopo pochi giorni e non ci si ammalava più di vaiolo.
Incantevole il mondo turco, con le sue tradizioni, i medicamenti e i filtri d’amore. L’unica tradizione turca che Mary non avrebbe seguito era quella di mettere al mondo almeno venti figli!
“Le donne di Costantinopoli si vantavano della loro numerosa prole e pregavano Dio che ogni gravidanza fosse gemellare, in modo da onorare la loro vita con il sacro compito che gli era stato affidato.”
Nel gennaio del 1718, Lady Montagu partorisce la sua seconda figlia, Mary. A Costantinopoli si riprende immediatamente dalla gravidanza, proprio come le donne turche. A Londra, invece, una puerpera è solita rimanere a letto per un mese dopo il parto.
Ci addentriamo insieme a Mary tra minareti, mercati, botteghe, frutteti.
L’Impero ottomano la intontiva e la stremava, ma non avrebbe potuto fare a meno delle fiabe orientali, dei racconti, dei gioielli, delle stoffe, delle spezie e del caffè. Non sarebbe più riuscita a bere una tazza di tè, rientrata a Londra.
“C’era una cosa soltanto che potevo fare per spiegare l’Oriente. Dovevo portarlo con me. Dovevo portarlo in Europa.”
La sua missione diventa portare e diffondere il metodo dell’inoculazione anche in Inghilterra. Mentre in Oriente sembrava insensato non praticare l’inoculazione, a Londra sembrava sconsiderato praticarla.
Come può una donna così intelligente e misurata restare ammaliata da un giovane studioso, dell’età del suo primogenito, a tal punto da decidere, in età avanzata, di abbandonare tutto per lui?
L’impressione è che nelle sue vene scorresse un altro contagio, ben più pericoloso, che sopravvive latente nel corpo: la passione e l’amore.
Quindi, questo, oltre ad essere un romanzo storico e scientifico, è anche un romanzo d’amore.
Il racconto si compone di tre parti più un Epilogo.
La narrazione è in prima persona: Mary ci invita ad entrare a conoscere il suo mondo.
Attraverso il vasto uso del discorso indiretto, l’autrice ci fa immergere nei pensieri, nei dubbi, negli interrogativi di Lady Montagu. È come se ascoltassimo le sue riflessioni.
Inoltre, questo libro ha una particolarità. Sulla quarta di copertina, trovate un QR Code che, inquadrato, permette di entrare nell’Extended Book. Un mondo parallelo, nel quale l’autrice presenta il suo romanzo, si possono leggere le lettere originali di Lady Mary e la sua biografia e anche una lettera scritta contro l’inoculazione.
Contenuti interessanti che permettono di arricchire e approfondire ulteriormente questo personaggio e le vicende storiche e scientifiche ad essa legate.
Concludo con una parte del romanzo che ho trovato straordinaria, perché mostra l’acume e il sarcasmo di Mary.
Quando il marito, Mr Wortley, si accorge per la prima volta – lui sempre “perso nei suoi pensieri, nelle malinconie della sua carriera politica in declino” – che la moglie ha un’aria stravolta.
Mary elenca per noi lettori ma, in verità a se stessa, i motivi del suo turbamento, dovuti alle pene d’amore per il giovane scienziato.
Tuttavia, alla domanda rivoltale dal marito, risponde candidamente:
“Ho un’aria sciupata? (…)
Avete un’aria stravolta (…)
Pare che qualcosa di me abbia destato la sua attenzione. Misericordia, un miracolo! (…)
Indigestione, caro.”
Ringrazio tanto la CE, Morellini Editore, per la gradita copia cartacea.

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.