Thriller psicologico
Fazi Editore
30 maggio 2023
cartaceo, ebook
400
Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario. Si tratta della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo.
Camille, incaricata di seguire le indagini, ha bisogno di capire di più riguardo a questa improvvisa perdita di memoria, ma lo psichiatra ha molto altro da rivelarle. Prima di dimenticare tutto, la sua paziente ha condiviso con lui i fatti del suo passato: una storia lunga e complessa, senza dubbio la più straordinaria che Camille ascolterà in tutta la sua carriera. Le protagoniste sono cinque. Tutte donne. La giornalista, la psichiatra, la rapita, la scrittrice… E la quinta?
La quinta donna è il filo del labirinto, è colei che fornirà le risposte a tutte le domande e, forse, anche una via d’uscita. La mente geniale dell’autore ha dato vita a un vero e proprio labirinto infernale cosparso di tranelli e vicoli ciechi, in cui il lettore verrà intrappolato insieme ai protagonisti. Franck Thilliez non si stanca mai di giocare… ma questo i suoi lettori più affezionati lo sanno già.
Perdere la memoria è come perdersi in un labirinto. Si tratta dell’equazione fondante la trilogia di Franck Thilliez, re del thriller francese, dal 30 maggio in libreria con “Labirinti”, seguito di “C’era due volte“ (2021) e “Il manoscritto“ (2019).
La mia personale scoperta di una delle figure emergenti della scena thriller europea è avvenuta al terzo episodio di una saga che ha tenuti incollati alle pagine molti lettori. E questa recensione non è certo per loro. Non è per chi ha già potuto saggiare la scrittura algida e chirurgica di Franck Thilliez e ne conosce il ritmo serrato e l’atmosfera cupa; piuttosto è per chi come me non conosceva l’autore e si ritrova a dover ammettere di essersi persa una gran bella dose di adrenalina.
Perché è proprio questo che accade in “Labirinti” di Franck Thilliez: quando la macchina di violenze terribili e inaudite si mette in funzione, la spirale è inarrestabile e si teme il peggio a ogni risvolto di pagina. Le protagoniste sono donne. La giornalista Lysine, vittima di un furto d’identità che la mette sulle tracce di un video altamente sospetto; la psichiatra Véra Clétorne, rifugiatasi dopo un grave trama in un villaggio sperduto insieme a altri elettroipersensibili come lei; la scrittrice Sophie diagnosticata dalla stessa Vera come schizofrenica ma fermamente convinta di avere delle visioni in grado di avverarsi; infine Julie, una sedicenne rapita dopo una corsa nel bosco e costretta a subire le sevizie indotte dal suo sequestratore, il celebre autore di horror Caleb Traskman, con cui aveva avuto una relazione clandestina andata a finire male.
Le loro voci si alternano in un intreccio intricato di vicende macabre e strazianti le cui carte vengono continuamente smistate. Come in ogni thriller che si rispetti, la sensazione dominante è quella di avercela fatta, di essere a un passo dalla verità, di avere la chiave in pugno. Una sensazione che viene continuamente smentita fino alla soluzione finale.
I rimandi ai libri precedenti sono lampanti ma “Labirinti” di Franck Thilliez è godibile anche come primo approccio all’autore. È una lettura che rapisce: il lettore non è altro che prigioniero del labirinto narrativo creato dallo scrittore come accade agli stessi personaggi del romanzo, preda delle loro menti.
E il tema focale è proprio la memoria…
“Il cervello si riorganizza di continuo e quindi un ricordo non è affatto una foto precisa: ogni volta che torna in superficie, si ricostruisce aggiungendo nuovi elementi ed eliminandone altri, poi viene registrato nella versione modificata. In sostanza, più si ricorda un istante, più questo si allontana dalla realtà del passato”.
E se la memoria è in grado di perdersi, può addirittura reinventarsi, riscrivendo il filo dei ricordi, soprattutto a seguito di traumi sconvolgenti, proprio come accade a Julie, la rapita.
“Inconsciamente, aveva rubato un pezzo di storia per riempire i buchi della sua memoria. E questo la terrorizzava, perché non aveva alcun modo di distinguere il vero dal falso. In definitiva, il suo passato era solo la somma di brani di libri”.
Rinchiusa nelle quattro mura insonorizzate e inscalfibili di una prigione studiata ad hoc per lei, Julie lotta per mantenere il controllo della sua mente, messa alla prova dal suo aguzzino tra indovinelli da risolvere, anestetizzanti e scarsezza di cibo.
“Labirinti” di Franck Thilliez è anche un libro matrioska. Basti pensare che il sequestratore che rinchiude la mente di Jiulie è un acclamato autore di thriller. Proprio come Frank Thilliez è uno scrittore di thriller che mente in scacco la logica del lettore. La finzione rimanda alla realtà e viceversa. E Thilliez gioca con il lettore, proprio come la mente spesso gioca brutti scherzi ad ognuno di noi.
Altro tema peculiare del romanzo è la violenza, intesa non come conseguenza di un momento di incoscienza, bensì come opera stessa. Qui la violenza si mescola all’arte – gli snuff movie (leggenda o verità?) rendono l’idea – e viene descritta senza fronzoli, nuda e cruda, tanto da rendere insopportabile la lettura.
Eppure, nel bene e nel male, questa componente disturbante è tanto magnetica quanto essenziale per perdersi negli infiniti dedali narrativi dell’opera.
Per un’immersione totale, a Milano, fino al 31 luglio, si può sperimentare un’escape room temporanea adattata proprio dal romanzo di Franck Thilliez, un’idea geniale assolutamente da provare! Trovi tutte le info per partecipare qui.
“Labirinti” è in definitiva un thriller assolutamente da leggere se si è in cerca di una lettura ad alta tensione in grado di catturare l’attenzione sin dalle prime righe, ma è altamente sconsigliato ai deboli di stomaco.
E tu quanto pensi la mente sia in grado di ingannarci?
Amo la lettura praticamente da sempre, amo i suoni che produce, le storie che crea e le emozioni che evoca.
Non posso fare a meno di scrivere che è il mio pane quotidiano e adoro correre. Non faccio maratone ma mi deletto con lo squash e nel tempo libero sforno crostate.
Che altro dire? La Bottega dei libri è una delle cose belle capitate negli ultimi tempi.