Urban fantasy
Self-publishing
dicembre 2020
cartaceo, ebook
296
I due protagonisti di questo appassionante romanzo fantasy sono Ayron e Lilian.
Solitamente, nei reami, tutte le fanciulle sognano di sposare il Re e diventare Regine ma non per Lilian, perché il Re di questo regno è malvagio e si diverte a martoriare e uccidere le sue mogli.
Lilian è una giovane contessa promessa in sposa al perfido sovrano, da suo padre il Duca di Onsoroth. La famiglia di Lilian è una delle più potenti del regno.
Lilian è coraggiosa, ha una personalità combattiva e determinata, sicuramente ereditata dalla madre, anch’essa un tempo intrepida guerriera la quale salvò il suo regno dagli invasori.
Intanto, più in là, alle pendici del castello, vive il giovane Ayron.
Ayron è un guerriero che vive all'Accademia, da sempre abituato a superare sanguinarie e dolorose prove militari; è cresciuto lì, dove s’impara a combattere. L’addestramento è molto duro e devastante; chi lo supera fino alla prova finale senza soccombere è predestinato a diventare Signore dei Draghi.
“L’enorme bestia piomba in mezzo a noi eruttando lingue di fuoco e schioccando le mascelle in ogni direzione. Le ali membranose sbattono sul ghiaccio, la coda scatta come una frusta impazzita”.
Lilian si ribella a questo assurdo matrimonio, sentendosi tradita dal proprio genitore; si rifiuta di essere data in moglie ad un essere così orrendo e folle, con la fama di torturare e sopprimere tutte le sue mogli. Purtroppo la giovane contessa vive in un regno prevalentemente maschilista e patriarcale. La sua lotta per conservare la propria libertà sarà durissima perché suo padre la costringerà a sottomettersi al suo volere, pena essere divorata da un drago. Sarà costretta a diventare la nuova Regina adeguandosi alle regole dell’obbedienza. In preda alla disperazione, i pensieri più funesti attraversano la mente di Lilian, cercando una via d’uscita a questa unione disumana. Sarà, purtroppo, considerata merce di scambio addirittura da suo padre, senza meritare rispetto né tantomeno considerazione.
Intanto all’Accademia, l’ardua missione di Ayron prosegue, fra luoghi insidiosi, freddo intenso e attacchi sanguinari. Il giovane guerriero non si perde d’animo e con tutta l’audacia che ha in sé, affronta ogni ostacolo.
Per la dolce Lilian, la realtà è ugualmente difficile da affrontare, poiché i preparativi per le nozze col diabolico Re sono in piena attività e lei varca il cancello dell’imponente castello come un animale al mattatoio…
Il suo calvario ha inizio, ma dato che nel suo animo alberga una vera guerriera dall’intelligenza infinita, Lilian tenta la fuga… così come inaspettatamente, a sua volta, Ayron riesce a superare la spaventosa missione cavalcando un drago… Ed ecco che fra tante peripezie, il destino custodisce una grande sorpresa per loro due… un insolito incontro.
“Gli uomini non sono indispensabili nella vita di una donna; anzi, spesso sono di troppo. Ammetto che siano utili per procreare figli ma, dal momento che io non ho nessuna intenzione di sfornare pargoli, il problema non sussiste”.
Il racconto prosegue con un ritmo accelerato e coinvolgente, un turbinio di scene che si susseguono senza un attimo di respiro, suscitando nel lettore grande inquietudine per la sorte dei due giovani protagonisti.
Mi ha molto turbata l’importanza data alla verginità presentata nel racconto; Lilian viene senza decenza umiliata una volta di più per dar prova della sua purezza, al fine di essere sacrificata, marchiata e data in pasto ai draghi per aver tentato l’evasione. A questa celebrazione parteciperà il giovane Ayron con il suo drago…c he si rivelerà diverso da tutti gli altri draghi. Anche Ayron dimostrerà di avere un cuore sotto l’armatura e grande sensibilità.
Fra magia e nobili sentimenti, la narrazione ha, per un po’, una evoluzione più serena lontano dalla violenza, dalla morte, dal sangue, accompagnando il lettore in ardimentose svolte fino ad un epilogo eccezionale, inaspettato!
Con uno stile narrativo fluido e ben strutturato, l’autrice ci trasporta in un ambiente medievale, popolato da guerrieri, principesse, Re e draghi.
Lilian è la rappresentazione della forza e dignità femminista, del grande valore a lei riconosciuto nell’affrontare la vita e difendere le proprie ideologie, abbattendo l’arcaica morale stabilita dal genere maschile del regno nel quale vive. È una protagonista coraggiosa, più del valoroso Ayron che si rivela molto prudente; lei invece è più ostinata e pronta a rivoluzionare l’opprimente condizione femminile. Un essere indipendente, non bisognosa di un uomo per proteggerla. Purtroppo, malgrado la sua grande forza d’animo, gli uomini di questo regno continuano ad accanirsi con violenza sulle donne.
Con uno slancio appassionante, l’autrice affronta in modo brutale, eppure realistico, il tema del maltrattamento sulle donne “disobbedienti”, le quali rifiutano la sottomissione. Questo ha suscitato in me una fortissima emozione di rabbia; essendo una femminista del datato movimento sessantottino, fatto di rivoluzioni e striscioni urlanti, ho sofferto molto leggendo alcuni passaggi del racconto in cui la protagonista è costretta a subire umiliazioni stando zitta e ingoiando le lacrime.
Molto realistiche le scene di combattimento fra soldati; le descrizioni dei luoghi sono perfette; gli odori, la luminosità degli ambienti, la cornice è fedele all’epoca medievale e durante la lettura si percepiscono tutti i dettagli delle scene, che si susseguono con un ritmo sempre acceso, intenso, colmo d’imprevisti.
In conclusione, una lettura da vivere intensamente, un viaggio fantastico dove il bene e il male non si danno tregua fino all’ultima riga; e tu lettore… in quale personaggio ti sei maggiormente immedesimato?
Beatrice Castelli
L’autrice
Barbara Repetto sogna di fare la scrittrice da sempre, da quando, a soli tre o quattro anni, batteva tasti a caso sulla macchina da scrivere del padre, chiedendo trepidante: “Allora, che cosa ho scritto?!”
Nata e cresciuta a Genova, dove ancora oggi vive, serba nel cuore l’amore incondizionato per la sua città, unito a un interesse profondo per l’arcano e la magia, e alla predilezione per quei valori, saldi e indissolubili, quali senso del dovere, lealtà e amicizia.
Béatrice Castelli vive a Torino, cresciuta a Parigi fino all’età di 17 anni, coltiva sin dall’età di otto la passione per la lettura e quella della scrittura.
A dieci anni leggeva Crime et Châtiment di Dostoïevski, preso per caso dalla fornitissima biblioteca di suo padre, senza sapere ancora nulla di questo scrittore.
A 17 anni, con tutta la famiglia si stabilisce in Italia a Torino, dove dovette imparare l’italiano. Lo studio per la letteratura italiana l’appassiona in fretta, come da piccola per quella francese, iniziai così a scrivere pensieri in entrambe le lingue.
Ha frequento l’interpretariato di Torino con il desiderio di tradurre libri per la sua casa editrice preferita: l’Adelphi. Purtroppo incontra sul suo cammino molte difficoltà per arrivarci e così si ritrova a tradurre testi tecnici per nulla entusiasmanti…
L’amore per la scrittura l’accompagna da sempre. Non avendo mai nessuno a chi confidare i suoi pensieri, scrive per se stessa. Ha pubblicato, per due case editrici, poesie d’amore in due diverse raccolte, una per Segnidartos l’altra per Rupe Mutevole Ed. e una favola per bambini sempre per Rupe Mutevole. In alcuni siti letterari ha pubblicato inoltre dei racconti brevi.
In questo momento ha un romanzo già ultimato nel cassetto.