
Saggio
NUA edizioni
2023
cartaceo, ebook
555

Negli anni Cinquanta, un giovane ministro di Indianapolis di nome Jim Jones predicava una curiosa miscela di Vangelo e marxismo. La sua congregazione era integrata dal punto di vista razziale e lui era un leader molto apprezzato nel movimento per i diritti civili. A un certo punto, Jones trasferì la sua chiesa, il Tempio del popolo, nel nord della California. Si impegnò nella politica elettorale e presto divenne un leader di spicco della Bay Area.
In questa avvincente narrazione, Jeff Guinn esamina la vita di Jones, dalle sue relazioni extraconiugali, all’uso di droghe e ai modi in cui esercitava finte guarigioni ispirate dalla fede, fino alla difficile decisione di trasferire quasi mille dei suoi seguaci in un insediamento nella giungla della Guyana, in Sud America. Guinn fornisce nuovi sorprendenti dettagli sugli eventi che portarono al giorno fatale del novembre 1978, quando più di novecento persone morirono – tra cui quasi trecento neonati e bambini – dopo aver ricevuto l’ordine di ingerire una bevanda al cianuro.
Guinn ha analizzato migliaia di pagine di fascicoli dell’FBI sul caso, compreso il materiale reso disponibile nel corso della sua ricerca. Si è recato nella città natale di Jones, nell’Indiana, dove ha parlato con persone mai intervistate prima e ha scoperto nuove informazioni dai sopravvissuti. Ha persino visitato il sito di Jonestown con lo stesso pilota che vi volò il giorno in cui il deputato Leo Ryan fu assassinato per ordine di Jones. La strada verso Jonestown è il libro definitivo su Jim Jones e sugli eventi che hanno portato alla tragedia di Jonestown.
Ho voluto leggere “La strada verso Jonestown” di Jeff Guinn perché l’epopea di Jim Jones mi ha sempre affascinato. Mi sono, infatti, sempre chiesta cosa avesse potuto portare più di 900 persone a suicidarsi su ordine di un predicatore e questo libro, anche se forse solo in parte, me lo ha fatto capire.
Jim Jones fu un bambino strano che, una volta adulto, cominciò a mettere in atto tutte le sue potenzialità di manipolatore, utilizzando il canale più semplice per ottenere potere e prestigio, ossia la religione.
“Si diffuse la notizia che il pastore Jones ora praticava guarigioni presso la Community Unity. […] Jones chiamò il bambino a sé, gli toccò l’orecchio e annunciò che era guarito. Cinque anni dopo, Jim Cobb dovette sottoporsi a un intervento chirurgico all’orecchio, ma ormai sua madre e gli altri membri della famiglia Cobb erano seguaci convinti” – La strada verso Jonestown
Fu così che, in pochi anni, divenne il capo del “Tempio del Popolo”, una chiesa come tante all’apparenza, ma che nascondeva, dietro la patina dei buoni propositi, molto fango sotto al tappeto.
La minaccia con la quale Jim spaventava i suoi adepti era quella della guerra nucleare. Siamo negli anni ’70, quindi, con la Guerra Fredda in atto e questo tipo di paure erano all’ordine del giorno.
In realtà, dal libro non si capisce bene se Jim ne fosse veramente convinto oppure utilizzasse questo timore diffuso solo per aumentare il suo potere.
Fatto sta che, nel momento in cui il predicatore trova una terra promessa in Guyana, nella giungla, per scappare dalle bombe nucleari, in moltissimi lo seguono.
“Non avevano idea dell’enorme fortuna che la loro Chiesa aveva già accumulato, né del motivo per cui le somme che continuavano a donare durante le funzioni del Tempio non fossero mai abbastanza” – La strada verso Jonestown
Nel frattempo, la salute mentale di Jones è totalmente deragliata. È dipendente da droghe, alcol e farmaci e sta male. Ha moltissime paranoie, crede che il suo potere debba essere univoco e incontestabile.
Quando, quindi, il governo americano manda un suo emittente a controllare la situazione, l’incubo ha inizio. Un biglietto di aiuto scatena l’eccidio del gruppo di inviati americani e, il giorno dopo, il suicidio di massa di circa 900 persone, compresi i neonati, che decidono di seguire Jim oltre la morte, forse solo soggiogati, forse veramente illusi che lui fosse il Messia.
Una storia tragica, il suicidio di massa più tremendo della storia d’America (e, forse, del mondo intero) che, però, pochissimi ricordano ancora.
Il merito di Jeff Guinn è di avere ricostruito la vicenda con estrema dovizia di particolari e con fonti molto approfondite. Leggendo il suo reportage, sono veramente entrata a contatto con ciò che pensava, credeva, meditava Jones e, forse, ho potuto analizzare anche tutti gli aspetti che lo hanno portato alla deriva finale.
Unica pecca la traduzione in italiano, che io ho trovato troppo letterale e che, secondo me, non ha dato respiro al vero stile dell’autore e, alla lunga, visto che si tratta di un tomo considerevole, ha reso faticosa la lettura.
“La scena a Jonestown fu orribile. I soldati e gli investigatori rimasero scioccati quando l’anziana Hyacinth Thrash uscì dal suo cottage e chiese cosa stesse succedendo. Era disidrata e confusa, ma per il resto stava bene. Tutti gli altri erano morti, compresi i cani”
Nel complesso, però, un ottimo saggio per scoprire una vicenda tenuta sempre nascosta dai media oppure citata poco. Storie del genere dovrebbero venire studiate nelle scuole, soprattutto per tenere lontane le persone e le nuove generazioni dai rischi delle sette.
3 stelle ⭐⭐⭐✰✰

Nella vita mi occupo di Digital ma la passione per i libri mi accompagna fin da bambina. Prediligo i romanzi introspettivi che fanno pensare e strappano qualche lacrima ma non leggo mai romanzi d’amore: l’amore deve essere vissuto.