
Narrativa contemporanea
NN Editore
25 marzo 2021
cartaceo, ebook
352

Chiusa nell'armadio della sua stanza, Juliet legge il diario di bordo che suo marito Michael ha scritto nell'anno trascorso in barca a vela insieme a lei e ai loro due bambini. Il viaggio è stata un'idea di Michael, che si è indebitato per acquistare la barca, e Juliet ha acconsentito, piena di dubbi.
Comincia così un lungo e incalzante dialogo a due voci: Juliet ripercorre la memoria degli eventi, e Michael racconta il presente, inconsapevole e ottimista, certo che quella sia l'unica possibilità per recuperare il matrimonio, salvare Juliet dall'insoddisfazione, dare un'altra vita ai bambini. E all'inizio pare funzionare: a bordo dello yacht i vecchi problemi vengono spazzati via, la famiglia si trasforma in un perfetto equipaggio e la barca e il mare diventano la casa sempre desiderata.
Ma il destino è in agguato, a strappare alibi e certezze, e a svelare il senso della vita anche a costo di perderla. Amity Gaige parla al nostro desiderio più profondo di essere amati e di sentirci liberi, senza compromessi; e parla di famiglia e matrimonio, rivelandoci che le gabbie più anguste sono quelle nascoste nella nostra mente.
“Tutti i matrimoni hanno i loro punti vulnerabili, proprio come le barche, disse. Se navigando si incontra il cattivo tempo, i punti deboli vengono alla luce, no? O forse preferiresti non scoprirli mai? – Da “La sposa del mare” di Amity Gaige
Michael e Juliet sono due giovani sposi che, dopo la nascita dei loro due bambini, hanno perso l’entusiasmo e l’affinità che caratterizzava il loro rapporto. È come se l’arrivo dei figli così amati avesse scoperchiato il proverbiale vaso di Pandora, liberando i mostri del passato e le frustrazioni del presente. È Michael a prendere l’iniziativa proponendo un viaggio a lungo termine in barca, nel bel mezzo dell’oceano, tutti insieme. Era un suo vecchio sogno e pensa che possa essere la via più opportuna per uscire dal tunnel. Compra una barca impiegando tutti i loro risparmi e partono così per questa incredibile avventura. Il viaggio però, non rappresenta affatto la salvezza. Si rivela essere terreno fertile per una resa dei conti dall’epilogo inaspettato.
“Ma cosa accidenti ci facciamo a vicenda? Ci amiamo in primavera, e dubitiamo del nostro amore in inverno. Diamo la colpa di tutto ai nostri cuori afflitti”
Michael è un uomo in carriera. Lavora nel campo assicurativo, ha una bella casa, una moglie del quale è sempre stato pazzo e due adorabili bambini. La sicurezza e la stabilità che mostra in pubblico non sono altro che facciata. Un muro di finta solidità e forza che ha eretto per conquistare Juliet, bellissima compagna di studi alla ricerca di punti fermi. Ora che sono sposati e hanno una famiglia, lui si sente soffocare. Detesta il suo lavoro e Juliet si è rivelata più complicata del previsto. Le sue fragilità sono prepotentemente riemerse dopo la nascita del loro secondogenito; è sprofondata in un buco nero dal quale non riesce a tirarla fuori. Teme che abbia smesso di amarlo. Ha il terrore che voglia lasciarlo in quanto delusa da lui. Michael farebbe qualsiasi cosa per recuperare il loro rapporto. Anche comprare una barca e partire per un lungo viaggio in mare, solo loro quattro.
Juliet credeva di aver sepolto i traumi della sua infanzia, insieme a Michael. Quando però è diventata madre, ogni brutto ricordo è tornato a farle visita. La sua antica inquietudine è riemersa con prepotenza gettandola in depressione e facendole rimettere in discussione il presente, così faticosamente costruito. Si sente sola, spaventata e inconcludente. Una madre inadeguata. La poesia che studiava con passione all’università, non le basta più quale balsamo per le sue ferite. Il rapporto con suo marito entra in crisi, così come tutta la sua vita. E’ disperata. Forse proprio per questo accetta l’assurda proposta di Michael. Imbarcarsi ed essere gli unici marinai della loro nave.
“Un errore ha le sue radici sia nel tempo sia nello spazio: nel modo di ragionare di una persona e nel luogo d’intersezione fra queste due dimensioni, che sono, in termini nautici, le sue coordinate” – La sposa del mare
La narrazione è molto scorrevole, il linguaggio semplice ed incisivo. Il ritmo ha un andamento crescente. Parte lentamente per poi aumentare in modo graduale, fino a diventare decisamente concitato, capitolo dopo capitolo.
La struttura narrativa è interessante e costruita in modo singolare. Si tratta di una sorta di tacito dialogo tra i due protagonisti materialmente lontani. Esso avviene attraverso l’alternarsi della lettura del diario di bordo scritto da Michael e le riflessioni di Juliet in merito alla sua quotidianità e al suo passato, dopo il rientro in Connecticut. Per lei si tratta di una presa di coscienza dei propri limiti, dei traumi infantili, del recupero del suo rapporto con la propria madre per poter, a sua volta, crescere i suoi figli nel miglior modo possibile. C’è soprattutto la scoperta dell’uomo che ha sposato e che credeva di conoscere. Leggendo il suo diario, si pone diverse domande alle quali cerca spasmodicamente una risposta, soprattutto quando un creditore del marito sparisce nel nulla subito dopo il loro misterioso incontro, durante la tappa in Colombia. Un personaggio del quale lei ignorava l’esistenza, ma che sembrava essere particolarmente legato a Michael.
La trama si veste di noir. La suspense si fa strada accendendo la curiosità nel lettore. I personaggi sono descritti in modo realistico. Vengono analizzati attraverso la loro interiorità, a tratti ordinaria e a tratti inquietante. Una contrapposizione che li rende umanamente credibili. La vicenda, per quanto singolare, è descritta con tale concretezza e obiettività, da sembrare tratta dalla realtà. L’autrice si destreggia con competenza anche in merito ai termini nautici e alle descrizioni delle tappe percorse dai protagonisti durante il loro viaggio, come se l’avesse intrapreso insieme ad essi. Vi conduce anche il lettore attraverso suggestive descrizioni che si alternano piacevolmente con le parti introspettive del romanzo.
Il mare appare come splendida metafora della vita. Bellissimo, incontrollabile, fatto di quiete e di tempeste alle quali dobbiamo sopravvivere.
“Lo so che siamo turisti, tuttavia non ti senti mai tale quando sei uno che va per mare. Siamo tutti semplicemente persone. Il mondo non appartiene a nessuno di noi” – La sposa del mare
“La sposa del mare” è una storia molto avvincente dalle tinte chiaro-scure. Chiare e trasparenti come le acque del mare e il sole che vi si riflette. Scure come i suoi abissi sconosciuti e profondi. Esattamente come la mente umana. Un viaggio fatto con l’obiettivo di ritrovarsi mentre invece i protagonisti si sono persi del tutto. Non hanno ritrovato ciò che li aveva uniti, si sono scontrati con ciò che li divideva. Forse perché non si erano mai rivelati l’uno all’altra con trasparenza e sincerità? O perché si erano costruiti false aspettative? Oppure perché avevano volutamente respinto un’oggettiva visione dell’altro in totale contrasto con il loro ideale.
Viaggiare insieme a loro mi ha incuriosita, deliziata, irritata e inquietata. Una bellissima scrittura che trascina con sé e ti ritrovi all’ultima pagina quasi senza rendertene conto.
“Al mare non importa chi sei”
Vi è mai assurdamente passato per la mente di partire per un lungo viaggio in mezzo al nulla insieme a pochissimi e intimi viaggiatori?