
giallo storico
Mondadori
1 giugno 2021
cartaceo, ebook
336

Berlino 1922.
La prima guerra mondiale ha lasciato ferite profonde nella Germania sconfitta e la città é segnata da un diffuso senso di sconforto. Hulda Gold é una giovane ostetrica, impavida e sagace, che non concede spazio alla tristezza.
Ogni giorno attraversa in bicicletta le vie della città per far visita alle partorienti. La sua figura in uniforme non passa inosservata, soprattutto agli occhi del giovane Felix, che la ammira dai tavolini del Café Winter. Innamorata del proprio lavoro e attenta a scongiurare ogni imprevisto, la giovane Hulda si prodiga per ogni nuova vita, che porta con sé la speranza nel futuro. Oltre al destino dei neonati, anche quello delle madri le sta molto a cuore, ma proprio per il suo carattere disponibile e attento al prossimo tende spesso a mettersi in pericolo.
Quando nel famigerato Bulowbogen uno dei tanti bassifondi della città, una sua paziente le racconta in lacrime che la vicina di casa é stata trovata morta nel canale Landwehr, la signorina Gold si rifiuta di credere all'ipotesi del suicidio.
Anche l'ispettore Karl North, timido e impacciato nonostante la statura imponente, é troppo interessato al caso perché si tratti di una fatalità. Hulda vuole saperne di più e decide di affiancare l'ispettore nelle indagini. Insieme si addentrano negli angoli nascosti di una città dove il confine tra luci e ombre é sempre più sfumato.
“Tutti quanti siamo legati al nostro passato da fili invisibili da cui tentiamo disperatamente di liberarci. Eppure ci riportano sempre indietro perché questi fili non li possiamo semplicemente tagliare. Sono dentro di noi, come le vene in cui scorre il sangue”.
Siamo nella Berlino degli anni Venti. La guerra è finita, ha generato fame e miseria. Eppure le persone si sposano e generano figli. Per questo, la signorina Hulda Gold, ostetrica, ogni giorno attraversa la città con la sua bicicletta, per prestare loro assistenza. La povertà miete numerose vittime tra il popolo berlinese di quei tempi. Una di esse è Rita, il cui corpo è stato rinvenuto nelle acque di un canale. Rita era una donna molto conosciuta nel quartiere dove Hulda presta spesso servizio. Proprio per questo motivo, l’ostetrica cede alle suppliche di una paziente che le chiederà di indagare sulla morte della sua amica. Per mantenere questa promessa, Hulda si dovrà addentrare in ambienti loschi e malfamati, mettendo a repentaglio la propria sicurezza.
La protagonista di questo romanzo è Hulda Gold, una donna forte e autonoma che vive da sola e si mantiene con il proprio lavoro di ostetrica, praticandolo con passione e professionalità. Le sue pazienti guardano a lei con fiducia; ai loro occhi è una donna straordinaria: intelligente, sicura di sé, ma soprattutto indipendente.
“A volte Hulda avrebbe voluto dare una scrollata alle sue pazienti, dicendo loro che dovevano aprire gli occhi, conoscere se stesse, e considerare il loro corpo non un nemico ma un alleato. Sapeva però che molte di loro non avrebbero neanche capito quel che intendeva dire.”
Hulda si sente sola, è piena di ferite che derivano dai difficili trascorsi famigliari: un padre assente, una madre problematica, morta suicida, una relazione sentimentale fallimentare alle spalle. Per colmare i troppi vuoti della sua esistenza, di tanto in tanto, si reca in locali equivoci dove, occasionalmente, consuma droga e si concede a qualche sconosciuto sotto l’effetto degli stupefacenti. Sarà la promessa fatta ad una sua paziente a salvarla da se stessa, impegnandola in un’indagine complessa e pericolosa.
Karl è un ispettore di polizia, piuttosto schivo e riservato. Un agente serio e scrupoloso, alquanto solitario. Egli nasconde un passato doloroso, fatto di abbandono e miseria. Questo provoca in lui disagio e vergogna al punto tale da indurlo a tenere a distanza il suo prossimo.
Rita è la donna ritrovata, morta in un canale. Una prostituta che viveva da sola nel quartiere più povero di Berlino. Nonostante le sue condizioni di vita, era molto amata ed apprezzata per il suo carattere disponibile e generoso. Rita era una “combattente”, una che non si arrendeva mai di fronte alle difficoltà della vita. Perché avrebbe dovuto suicidarsi? Chi era Rita veramente?
La narrazione è scorrevole; l’ambientazione è ben introdotta, attraverso le descrizioni dei contesti sociali e delle mentalità dell’epoca, nonché dei luoghi in cui si sviluppa la trama. Un’esposizione onesta e veritiera, anche se toccante nella sua asprezza, soprattutto nel trattare il delicato e scottante tema dei “feriti nell’anima”, dell’idea che si aveva di loro e dei trattamenti ai quali venivano sottoposti. Un romanzo che contiene elementi narrativi di diverso genere: storico, noir, giallo con qualche lieve tinta rosa, e, perché no, anche d’avventura, se pur solo a tratti.
Una storia coinvolgente e toccante, al punto tale da suscitare in me indignazione e sconcerto di fronte al trattamento riservato ai “feriti nell’anima”, o ai “diversi”. Altro non erano che soldati affetti da shock post traumatico o persone nate con ritardi mentali, oppure colpite da malattie non ancora conosciute. Un realistico spaccato di vita di un’epoca, dove regnava povertà e indigenza; la gente viveva di stenti svolgendo lavori mal pagati quando erano fortunati.
I protagonisti, Hulda e Karl, appaiono molto umani con le loro ferite interiori e le loro fragilità nascoste. I toni della lettura sono piuttosto cupi; se così non fosse stato, la trama non sarebbe apparsa credibile. Le descrizioni sono così pertinenti da farmi provare brividi durante la lettura, come se fossi stata io quella spinta nel fiume e riemersa con gli abiti fradici, anziché Hulda! Una storia triste, ma anche avvincente e velata di mistero. Una storia dove i personaggi femminili emergono con forza, ma ne pagano anche lo scotto.
E voi, pensate sia possibile mantenersi puri pur vivendo nel fango? Può la miseria cambiare l’indole di una persona oppure essa non dipende dalle sue condizioni di vita?