
romanzo storico
Words Edizioni
8 luglio 2020
cartaceo, ebook
265

Londra, 1899
All’alba del nuovo secolo, lady Lavinia Roseland, figlia del Conte di Carvanon, è costretta a un matrimonio combinato con lord Edward Montegue. Un’unione nata male in partenza: lei ha una reputazione macchiata, un carattere terribile e una lingua ben affilata; lui, vedovo e con una carriera politica da portare avanti, la vorrebbe tenera e devota. Tuttavia, Edward non è immune al fascino di Lavinia che, con le sue mise maschili, si fa ambasciatrice di idee nuove e rivoluzionarie.
Ad avvicinarli sarà la strana e improvvisa sparizione del padre di lei. Marito e moglie si ritroveranno così nella romantica Cornovaglia, ospiti di una tenuta ricca di misteri, per scoprire vecchi e nuovi intrighi della famiglia Carvanon.
“…era ancora difficile immaginare che un matrimonio nell’alta società potesse scaturire dall’incontro tra due giovani colpite dalle frecce dell’alato Cupido. L’amore non costituiva di certo un motivo sufficiente per sposarsi: le conseguenze sul piano sociale, economico e politico di un’unione erano tali, per le famiglie coinvolte, che la scelta di un compagno non poteva dipendere dai sentimenti personali”
Il conte di Montegue, dopo la morte di Elisabeth, la sua prima moglie, decide di risposarsi con una cugina della donna che per tanti anni era stata l’immagine della perfezione in pubblico, e, a suo modo, anche in privato. Non sa neanche quale sia l’aspetto di Lavinia, la sua futura consorte. La sposa solamente per l’influenza che i Carvanon hanno in società, influenza che gli tornerà molto utile per la sua carriera. Certo sa che avrà il suo bel daffare con la nuova consorte visto la sua reputazione parecchio discutibile. Ma a lui piacciono le sfide, specialmente quando non sono semplici.
Lavinia da canto suo non ha la minima voglia di sposarsi. Le sue idee, all’epoca rivoluzionarie, sulle donne e sul ruolo che queste ultime dovrebbero occupare in società, non sono ben tollerate dalla sua famiglia di origine, figuriamoci come può prenderle quell’uomo che le hanno appioppato che, oltretutto, vede in lei solo un contratto favorevole per la sua immagine pubblica. Il giorno del suo matrimonio ogni passo che l’avvicina all’altare è per lei fonte di sofferenza
“Lavinia si sentiva un’Ifigenia condannata al sacrificio. Anche lei era stata agghindata per il suo matrimonio prima di essere uccisa come un capretto…Lei, che non avrebbe mai voluto sposarsi. Lei, che mai avrebbe potuto condividere la propria indipendenza e libertà. Lei, che ormai aveva solo pochi centimetri di stoffa a dividerla dal suo futuro marito.”
Nell’intimità della loro camera da letto, dopo le tormentate nozze, i due stringono un patto. Lui non le chiederà altro che di rinunciare ai suoi colpi di testa e mostrarsi come una buona moglie agli occhi degli altri, in compenso lei potrà avere una camera per conto suo, non la sfiorerà neanche con un dito, e inoltre avrà tutti gli agi che la sua posizione le consentono.
Lavinia accetta, anche se questo significa rinunciare alla sua libertà.
Eppure il conte è un bell’uomo, e lei non può fare a meno di notarlo. E anche a lui lei non è indifferente. Riusciranno ad appianare le loro divergenze e a provare a conoscersi? Mentre i due si studiano e cercano di avvicinarsi uno all’altra il mistero della scomparsa del padre di Lavinia si inserisce nelle loro vite e con esso verità scomode fino ad allora taciute.
Libro scorrevole anche se abbastanza scontato almeno per quanto riguarda il balletto sentimentale che viene inscenato, ma d’altronde questa è una caratteristica dei romanzi a sfondo amoroso. Tuttavia riconosco all’autrice la voglia di creare qualcosa di diverso inserendo all’interno della storia d’amore tra i due protagonisti l’elemento del mistero che rende più appetibili gli ultimi capitoli. Lavinia ed Edward, dopo un primo periodo di disinteresse reciproco, si scoprono intrigati dalla figura del loro rispettivo compagno. Lentamente scoprono che ciò che all’inizio avevano considerato come difetti dell’altro in realtà possono essere visti come pregi se ci si prende la briga di non giudicarli a priori. E così Edward rimane affascinato da quella donna che parla di libri e di libertà anziché di pranzi e vestiti, e lei comincia a scorgere sotto l’essere burbero di suo marito una gentilezza che non aveva minimamente messa in programma.
“Noi siamo prigioniere del vostro status, pure i nostri vestiti sono delle prigioni che non ci fanno respirare, la nostra vita è scandita dai no e dai diktab ai quali dobbiamo attenerci senza poterci opporre!» Lavinia non sentiva ragioni.
Questo non significa che andranno sempre d’amore e d’accordo, gli screzi ci saranno tra i due e contribuiranno a rendere il loro rapporto intrigante e solido.
La storia si svolge agli inizi del novecento, periodo di transizione tra due epoche dove tra gli usi e costumi del secolo passato si inseriscono i primi spiragli di modernità non ancora ben accetti dai più. Le idee femministe di Lavinia rientrano tra questi, e vengono viste di traverso dal marito in primis che, però, col passare dei giorni, comincerà a capire quella donna stravagante che spesso usa i pantaloni al posto dei vestiti. Edward si scoprirà affascinato dalle idee della moglie che finalmente verrà considerata non come un oggetto da mostrare ma come un cervello pensante del quale tener conto. Questa visione moderna della donna l’ho apprezzata parecchio così come mi è piaciuto molto il ricercare da parte dei due sposi non il lusso e la mondanità ma piuttosto il calore di una casa, la serenità di una giornata passata insieme lontano dai salotti, il rapporto quasi familiare con i loro domestici.
Nel complesso “La seconda moglie” è un libro piacevole da leggere grazie anche alla scrittura semplice, chiara e fluida. Il mio voto si aggira intorno alle tre stelle e mezzo.
Sahira

Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…