Giallo
Fazi Editore
12 gennaio 2024
cartaceo, ebook
600
Dopo secoli di avventure e vicissitudini, la pietra di Luna, prezioso e antico diamante giallo originario dell’India, giunge in Inghilterra e viene donata a una giovane nobildonna di nome Rachel Verinder nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Il gioiello, di valore inestimabile, scompare in circostanze misteriose quella notte stessa e un famoso investigatore, il sergente Cuff, viene incaricato di ritrovarlo.
L’indagine, per quanto accurata, non porta ad alcun risultato e causa, anzi, sgomento e confusione sia tra i membri della famiglia Verinder che nella servitù.
La narrazione, in cui tutti i personaggi sono apparentemente innocenti ma allo stesso tempo possibili colpevoli, si sviluppa seguendo le sorti della pietra di Luna, in un groviglio di eventi drammatici raccontati, di volta in volta, dai diversi protagonisti. A fare da sfondo a questo giallo così magistralmente costruito c’è una romantica storia d’amore che, insieme alla suspense e alla curiosità, tiene il lettore inchiodato al libro dalla prima all’ultima pagina.
Riconosciuto come uno dei più grandi capolavori di Wilkie Collins, La pietra di Luna, alla sua uscita nel 1868, consacrò il clamoroso successo dell’autore e riuscì addirittura a destare l’invidia di Charles Dickens, suo grande amico e maestro.
“La Pietra di Luna” è un romanzo di Wilkie Collins, tradotto da Martina Rinaldi, edito Fazi Editore.
Questo libro è stato pubblicato nel 1868, prima a puntate, su un settimanale, e poi in un unico volume.
Era, infatti, prassi pubblicare delle storie inedite per “fidelizzare” il lettore della rivista e poi, in seguito, pubblicare il romanzo intero.
Per ottenere l’attenzione del lettore, i racconti dovevano essere ricchi di colpi di scena, di delitti, ecc. in modo che questo cumulo di misteri e di avventure allungasse la narrazione e, pertanto, il numero delle “uscite” fosse corposo.
“La Pietra di luna” è considerato, dai cultori del genere, un classico, ma, al contrario dei più famosi romanzi polizieschi dell’epoca (es. quelli di Sir Arthur Conan Doyle e il suo mitico Sherlock Holmes), non è così conosciuto.
Ci troviamo in India, precisamente nel Palazzo di Seringapatam, dove è custodito un diamante giallo sacro e molto prezioso, La Pietra di Luna appunto.
Dopo essere stata rubata con efferati delitti da un colonnello inglese, questa pietra arriva in Inghilterra e, successivamente, viene lasciata in eredità a Miss Rachel Verinder.
Non dando peso alla maledizione che colpisce i proprietari di questa gemma, Rachel decide di indossarla alla sua festa di compleanno e nella notte, misteriosamente, la pietra viene rubata.
Il sergente Cuff, con l’aiuto del maggiordomo Betteredge, cercherà di scoprire chi è il responsabile della misteriosa sparizione, ma tutti gli ospiti della villa sembrano potenziali ladri, in quanto nascondono dei segreti.
“Che nessuno rida dell’eccezionale aneddoto che ho qui riportato. Siete i benvenuti a essere allegri quanto vi pare su qualsiasi altra cosa io abbia scritto. Ma quando scrivo di Robinson Crusoe, in nome di Dio, è una cosa seria, e vi chiedo di prenderla di conseguenza! Detto questo, è stato detto tutto. Signore e signori, mi inchino davanti a voi, e termino la storia”
Al centro della narrazione di “La pietra di Luna”, come dichiarato dallo stesso Collins nell’introduzione, vi è anche uno studio sui caratteri umani, oltre che la ricerca del diamante.
Per dare movimento alla storia, l’autore affida il racconto a diversi personaggi, che quasi come se stessero scrivendo un diario, ci raccontano la vicenda.
Grazie alla vivace scrittura di Betteredge, al bigottismo di Miss Clack, sino ad arrivare alle pagine dell’avvocato Mr. Bruff o del dottor Jennings, la narrazione, pur essendo molto lenta, beneficia dei cambi di ritmo, mantenendo viva l’attenzione del lettore.
Wilkie Collins, attraverso una scrittura molto elegante, riesce a costruire una trama complessa, in cui non mancano i colpi di scena.
L’utilizzo di più “voci” e il continuo ingarbugliarsi della vicenda crea nel lettore la sensazione di essere in un labirinto e non gli permette di capire chi possa essere il colpevole.
Diciamo che i primi capitoli, dove vengono introdotti i vari personaggi e la storia della famiglia dei protagonisti, sono molto prolissi, ma ciò è dovuto al fatto, come dicevo prima, della originaria pubblicazione a puntate.
Non fatevi spaventare. Proseguite nella lettura perché, appena si entra nel vivo del racconto, le pagine scorrono veloci e non si riesce a staccarsi da esse.
“Ho tentato di risolvere il problema di come iniziare il racconto correttamente in due modi. Prima grattandomi la testa, ma non ha portato a niente. Poi chiedendo consiglio a mia figlia Penelope, e ne è venuta fuori un’idea completamente nuova”.
I personaggi sono numerosi e molto ben delineati. Ognuno di loro riveste un ruolo importante nella narrazione e sarà semplice provare simpatia o antipatia nei loro confronti.
“La pietra di Luna” è il secondo libro che leggo di questo autore e devo dire che queste storie dell’epoca vittoriana mi hanno conquistata.
La bravura di Collins è stata quella di scrivere una storia con un intreccio pazzesco, che ti costringe a leggere sino all’ultima pagina senza poter tirare il fiato.
Considerando che questo libro è stato definito come il precursore di tutti i romanzi gialli, direi che, per gli amanti del genere, è il caso di non perdere questa nuova edizione, pubblicata per il bicentenario della nascita dell’autore.
Un perfetto romanzo per chi ama le atmosfere dell’Inghilterra dell’Ottocento, insieme a un pizzico di misticismo e mistero della lontana India.
Buona lettura!
“Così gli anni passano e si ripetono; così gli stessi eventi ricorrono nei cicli del tempo. Quali saranno le prossime avventure della pietra di Luna? Chi può dirlo!”
4 stelle ⭐⭐⭐⭐✰
I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.