
giallo storico
Morellini Editore
gennaio 2024
ca
264

Nell’estate del 1949 la morte di una guaritrice miracolosa, Tindara Persichini, detta la Romanziera, scuote la città di Palermo. Quello che sembra un incidente non convince il fratello di Tindara, Bernardo, deputato del Partito Socialista, che decide di rivolgersi all’ispettore capo di Palermo, Rosario Granata, un campano fresco di nomina, sempre affiancato dall’assistente, il giovane Mario Lombardo, ben più dotato del suo superiore.
La morte della Romanziera non è un affare semplice. Intorno alla signora gravitavano infatti diversi esponenti di spicco della società, politici e religiosi, persino il famoso Salvatore Giuliano, l’affascinante bandito.
Sullo sfondo di un giallo dalle tinte fosche e tragicomiche, il paesaggio aspro e ostile, ma al tempo stesso familiare e consolatorio, di una Sicilia dove si combatte per tutto: l’indipendentismo, il diritto alla terra degli agrari, la fame e la mafia, ormai indissolubilmente legata alla politica.
Il libro “La Morte della Romanziera” di Marcella Formenti, Morellini Editore, è un romanzo appassionato e misterioso, come la città in cui è ambientato.
Siamo nel 1949 e la città di Palermo viene sconvolta dalla morte di Tindara Persichini, detta la Romanziera, guaritrice del paese. Grazie alle sue preziose doti, aveva curato e guarito moltissime persone in città. Per questo, era venerata e acclamata al pari di una Madonna.
Tindara muore durante una visita al convento, dopo aver bevuto un infuso di prezzemolo che le suore avevano preparato per aiutarsi a digerire. Non ci sarebbe nulla di strano, sembrerebbe soltanto un malore improvviso, ma il fratello di Tindara, Bernardo, vuole vederci chiaro.
Bernardo, deputato del partito socialista, si presenta così al cospetto dell’ispettore capo Rosario Granata, ex militante fascista, che ha da poco ottenuto la nomina e che si vede trasferito dalla sua amata Campania in Sicilia, dove non viene visto di buon occhio dai suoi colleghi e sottoposti. Rosario odia a sua volta tutto il corpo dell’Arma di cui fa parte e tutti gli abitanti della città. Non vede l’ora di venire presto assegnato ad altro luogo e, quindi, decide di aiutare Bernardo, nella speranza che riuscire a risolvere il mistero di Tindara lo aiuti ad avere una promozione e abbandonare per sempre quel posto maledetto.
Ma la Sicilia custodisce bene i suoi segreti e Tindara era una donna conosciutissima e amatissima, anche da personaggi come il bandito Salvatore Giuliano, che in quell’epoca era temuto e ricercato. Nessuno avrebbe voluto averlo come nemico, ma lui di nemici ne aveva tanti. E quale sgarbo peggiore se non quello di colpire la sua amata Romanziera? E Tindara, aveva davvero fatto solo del bene nella sua vita o aveva anche lei qualche oscuro segreto mai confessato?
Come è morta davvero la Romanziera? Si è trattato di un incidente o qualcuno la voleva davvero morta?
“La morte della Romanziera” è intriso di tradizione e storia. Le descrizioni dei personaggi e dei luoghi ci catapultano nella Palermo di fine anni ’40 e ci fanno sentire parte viva della vicenda. L’autrice usa spesso il dialetto nei dialoghi tra i personaggi e se, a volte, questo crea qualche dubbio di interpretazione, è però quell’elemento che ci rende così partecipi e che ci aiuta a capire meglio le storie e l’ambientazione del romanzo.
Un giallo che è quasi un noir, a tratti comico, che si legge in modo molto fluido e piacevole. I personaggi sono ben descritti e hanno tutti una loro personalità che rendono il romanzo divertente e intenso allo stesso tempo.
E voi, siete pronti a tuffarvi nella splendida Sicilia?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
