
narrativa contemporanea
Le Plurali
21 settembre 2022
cartaceo, ebook
257

"La monogamia dei calzini" affronta il tema del disfacimento dei rapporti determinato da eventi al di fuori del nostro controllo, come l'avanzamento di una patologia neurodegenerativa precoce. E tocca temi complessi come l'importanza di una memoria comune in qualsiasi rapporto, l'accettazione della malattia e il suicidio assistito.
Appassionati di giochi di ruolo, Alice e Alberto vivono una vita nel ricordo degli anni Novanta mangiando Fonzies e guardando puntate di Grey's Anatomy. Fino a che Alberto non scopre di avere una forma di Alzheimer precoce e questo cambia le carte in tavola. Alice gli sta accanto, ma non nasconde il proprio disagio.
Non finge né si costringe a essere un'eroina coraggiosa, votata al sacrificio, anzi rimane se stessa, senza nascondere desideri e frustrazioni.
“Si sentiva fortunata: riusciva ancora a far colpo sul suo compagno in una sala da ballo affollata, come se fossero due perfetti sconosciuti pieni di lussuria. Bastava solo un pizzico di Alzheimer per realizzare l’alchimia” – Da “La monogamia dei calzini” di Giulia Pretta, edito Le Plurali.
Alberto e Alice formano una coppia ben assortita. Entrambi giovani e professionalmente impegnati. Lui è un informatico e lei è agente immobiliare. Amano i giochi di ruolo, mangiare Fonzies, guardando Grey’s Anatomy.
La loro vita scorre tranquillamente, fino al giorno in cui Alberto inizia ad avere importanti vuoti di memoria, sempre più frequenti. La diagnosi è Alzheimer precoce, probabilmente genetico.
Le prospettive dei due giovani cambiano completamente, così come la loro quotidianità. Alice si dedica al suo compagno con amore e attenzione, pur covando dentro di sé frustrazione e disappunto per ciò che il destino le ha negato. Progetti a lungo termine, una famiglia e la serenità della sua non più rassicurante routine.
“Non ci sono sempre significati nascosti o reconditi nelle cose. Non è che dobbiamo sempre fare qualcosa per un grande motivo superiore. A volte le cose capitano e a volte le facciamo giusto per fare, o per provare”
Alice è giovane e decisamente giù di tono quando il suo amico Riccardo le presenta Alberto. E’ appena stata lasciata dal fidanzato, si sente delusa e demotivata. Pur essendo una giovane vivace, intraprendente e dinamica, non ha proprio voglia di partecipare a quel ritrovo organizzato da Riccardo a casa sua, vedere gente e impegnarsi in un gioco di ruolo, che ama ma che non pratica da tempo. Eppure quella serata cambierà la sua vita.
Alberto è un simpatico informatico con la passione per il ballo di coppia, che invece Alice detesta, preferendo il caos delle discoteche. È un ragazzo ottimista e gentile, nonostante sia rimasto orfano di entrambi i genitori, deceduti in giovane età. È molto legato alla sorella maggiore Loretta, donna piuttosto saccente e molto fiera della propria posizione di moglie e di madre di un adorabile bambino di otto anni.
Tra Alberto e Alice si instaura un’immediata reciproca curiosità che, dopo qualche tempo, si trasforma in un legame fatto di complicità e passione, sino a quando lui inizia ad accusare preoccupanti vuoti di memoria…
“Poi entreremo in casa e lungo le pareti del corridoio ci saranno appesi tutti i puzzle che avremo fatto insieme nel corso degli anni” – La monogamia dei calzini
La narrazione si svolge in terza persona, attraverso un linguaggio semplice, dove dialoghi e parti introspettive sono in perfetto equilibrio. Il ritmo è vivace e la struttura è originale, ma significativa. I capitoli iniziano con le planimetrie delle diverse stanze della casa dei protagonisti, con le relative denominazioni (cucina, salotto bagno, mansarda ecc..).
Passato e presente si alternano con il medesimo schema, in quanto la tematica principale consiste nell’oblio da decadimento neurologico provocato da una patologia che colpisce precocemente il protagonista. Egli è destinato a perdere la condizione più famigliare nell’essere umano: l’orientamento nel proprio ambiente quotidiano.
Le tematiche affrontate sono molto importanti e drammatiche; il decadimento neurologico precoce e il suo impatto sulla quotidianità, il burn out e persino l’idea del suicidio assistito. L’abilità narrativa dell’autrice consiste nel rivestire di delicatezza la tragicità di determinati eventi, in modo tale da conferirgli una sorta di leggerezza che rende la lettura scorrevole anziché angosciante. Come si evidenzia nella postfazione, l’intelligenza emotiva prevale sulla tragedia.
I personaggi sono realistici e liberi da qualsiasi cliché. Non ci sono eroine o vittime, ma semplicemente esseri umani che cercano di sopravvivere con i mezzi che hanno a disposizione.
“Ora che ci penso però, la casa non l’abbiamo mai comprata perché pensavamo, che arroganti!, di andare a passarci la vecchiaia e di avere ancora un sacco di tempo per pensarci” – La monogamia dei calzini
“La monogamia dei calzini” è una lettura dalle tematiche emotivamente coinvolgenti, che la fine penna dell’autrice riesce ad alleggerire con grande rispetto, continuando ad attribuir loro il giusto peso senza farlo gravare su noi lettori. Non abbiate, quindi, timore ad approcciarvi a questa lettura.
La protagonista è una donna innamorata, ma non una martire, in quanto esprime frustrazione per la situazione che si ritrova a vivere. Vorrebbe assistere il suo compagno, pur ritagliandosi dei propri spazi ma, come ogni persona che si prende cura di un famigliare affetto da grave patologia, scoprirà di non esser riuscita a farlo. Non voleva trasformarsi un’eroina pronta al sacrificio e alla rinuncia di sé, mentre inconsapevolmente, è ciò che è diventata.
Alice entra in ansia quando il compagno esce di casa da solo e lo deve immediatamente geolocalizzare. Si sente male ogni volta che lui dimentica un nome o non trova un oggetto. Esce raramente senza di lui e quando lo fa è per vedersi con sua cognata che trova sgradevole, ma che è l’unica a condividere la preoccupazione nei riguardi di Alberto.
Una storia di rispetto, resilienza e capacità di reinventarsi ogni giorno.
La postfazione termina con una frase:
“Un libro, questo, che non offre nessuna consolazione nei fatti ma ne arreca moltissima nei modi. Ora che l’avete letto, regalatelo. Regalatelo come fareste con un cactus della luna. Ha le spine ma è capace di una fioritura bellissima” (Roberta Lepri)
Voi sareste curiosi di ricevere un libro di questo tipo quale dono?