
Romanzo storico
Linea edizioni
20 marzo 2024
Cartaceo
650

"La leonessa è ispirato a una storia vera. Berlino Est, 1964. La ventiduenne Friederike “Rike” Beck è una studentessa dell’Università di Potsdam. Madre di una bambina di sette anni, avuta da una relazione con Klaus, il suo primo marito, un uomo violento e pericoloso, fa la conoscenza con Alexander Onyemo, uno studente di ingegneria nigeriano. I due non potrebbero essere più diversi tra loro.
Contro ogni convenzione sociale, Rike e Alex cominciano a frequentarsi e la loro relazione sentimentale li porta alla nascita di una bambina. Decidono di sposarsi e, una volta terminati gli studi, di andare a vivere a Enugu, in Nigeria, dove Alex sarà destinato a ricoprire una posizione di prestigio presso la più importante compagnia mineraria del paese. L’impatto con l’Africa è al principio traumatico, ma in pochi mesi Rike entra a far parte dell’élite locale, composta soprattutto da bianchi provenienti dai più diversi paesi occidentali: uomini d’affari con le loro mogli, diplomatici, spie.
Ed è proprio all’interno dei club da essi frequentati che Rike si rende conto che il paese è sull’orlo di una guerra civile.
"La Leonessa" è un romanzo di formazione e narra la storia di un amore che sfida le convenzioni e la guerra.
È la storia avvincente di una madre che si ritrova improvvisamente prigioniera nelle agghiaccianti dinamiche di un conflitto voluto dal calcolo cinico delle grandi potenze che, per far prevalere i loro interessi economici, non hanno esitato a condannare a morte un intero continente
Oggi recensiamo “La leonessa” di Francesco Ferracin, edito Linea Edizioni.
Berlino – Enogu 1934 – 1968.
Friederike Beck, detta Rike, nasce a Berlino nel 1934, durante la Seconda Guerra Mondiale. Perde entrambi i genitori e i due fratelli. Rimasta orfana, viene affidata al nonno materno Ulrich.
Il nonno Ulrich, professore di sociologia all’Università di Berlino, uomo severo, non è mai andato molto d’accordo con le due figlie, Barbel, madre di Rike, e Magda, una donna resa cinica e ipocondriaca dalla vita.
Rike, a differenza della madre e della zia, assorbe dal nonno tutta la sua conoscenza, letteratura e musica. Le arto diventano il suo quotidiano, in lei si va formando un pensiero critico, che l’accompagnerà sempre.
Finita la guerra, la Germania sarà divisa in quattro zone tra Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Unione Sovietica. Rike si trova a vivere nella zona est di Berlino.
Rike, come tutte le ragazze e ragazzi che vivevano nella zona sovietica, doveva contribuire alla crescita della società. Così, durante le vacanze, lavora nelle poste. La sua unica amica è Brigitte, una ragazza completamente diversa da lei, molto espansiva, romantica e pratica.
Rike non ha molte aspettative sul suo futuro vive quasi in povertà.
“Un’orfana, una profuga, figlia di una famiglia caduta in disgrazia…”
La sua vita sembra scorrere senza imprevisti, fino a quando conosce Klaus, un ragazzo molto bello. Ma la sua bellezza fisica non corrisponde alla sua bellezza d’animo. I due si sposano, ma il loro matrimonio finisce a causa della violenza dell’uomo, così Rike deve ricominciare da capo, insieme alla sua piccola Mathilde.
Incoraggiata dal suo capo, Rike si iscrive all’ università, dove incontra Alex, giovane ingegnere nigeriano. Da subito nasce qualcosa tra i due, che decidono di sposarsi. Nasce Christa e, dopo un po’ di tempo, si trasferiscono in Nigeria.
Quando Rike arriva nello stato africano, rimane colpita dai profumi e colori intensi. Accolta con gioia dalla famiglia del marito, non riesce però a capire fino in fondo la cultura nigeriana, un misto tra tradizione e modernità.
La famiglia di Alex è molto conosciuta a Enugu. Lo stesso Alex ha un lavoro di prestigio in una compagnia petrolifera a Port Hartcourt.
Ben presto Rike entra in contatto, grazie a Alex, con la classe dirigente nigeriana, formata da uomini che hanno idee progressiste, che porteranno alla guerra civile. E lo stesso Alex ha una visione politica non del tutto condivisa da Rike.
“A Potsdam avevo pensato che Alex esagerasse con il suo nazionalismo, e anzi, mi era pure sembrato provinciale con tutte quelle sue rivendicazioni particolariste, nazionaliste, separatiste…” – La Leonessa
La guerra civile in Nigeria diventa sempre più cruenta. I civili muoiono, non solo uccisi dalle armi. Si avrà la prima grande crisi umanitaria, dopo la Seconda Guerra Mondiale, conosciuta come crisi del Biafra.
Questo porterà Rike e Alex ha prendere una difficile decisione per la loro famiglia.
“La Leonessa” è un romanzo storico ispirato dalla vita di Christel Onyewenjo-Schroder. L’autore, Francesco Ferracin, prende spunto dai diari scritti da Christel, che nel romanzo diventa Rike.
Un libro che attraversa quasi trent’anni di storia, quella della Germania, cosiddetta dell’Est, sotto il dominio sovietico, isolata, da un muro, dal resto dell’Occidente; della Nigeria, che pacificamente si liberò degli inglesi, ma che non riuscì a superare le divisioni interne.
Rike è una donna intelligente e indipendente, ma anche per lei è stato difficile comprendere il socialismo imposto dai russi al suo paese. E, ancor più, comprendere la visione che i nigeriani avevano di quello stesso socialismo.
Il romanzo ha un buon ritmo di lettura, non è una semplice cronaca storica, l’autore riesce a raccontare i tanti eventi storici, usando vari tipologie di scrittura.
La prima parte del romanzo, infanzia e giovinezza di Rike, sono narrate in terza persona, in questa parte conosciamo i vari personaggi che ruotano intorno alla protagonista.
La seconda parte dove la vita Rike ha una svolta decisiva, è epistolare, tramite questo espediente, l’autore, racconta l’incontro con Alex, la vita universitaria della protagonista e tutto ciò che succede come la costruzione del muro di Berlino.
Questo espediente epistolare rende ancora più scorrevole la lettura e riesce a dare un quadro completo della storia della Germania in quel periodo.
La terza parte, la partenza di Rike verso la Nigeria, è raccontata in prima persona. Il punto di vista della protagonista, per me, ha reso più tangibile le sue sensazioni, l’impatto con una cultura molto diversa, i colori e i profumi intesi, come il caldo che a Rike risulta soffocante.
“La Leonessa” è stato un romanzo storico che mi ha davvero coinvolta mentre lo leggevo. Alcuni eventi storici, come la tragedia umanitaria del Biafra, li conoscevo ma non sapevo cosa li avesse determinati.
Consiglio vivamente questo romanzo anche a chi non ama molto i romanzi storici proprio per la scorrevolezza della scrittura.
Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea.
Cosa vi porterebbe a leggere questo romanzo?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐