
le boe
biografia
baldini+castoldi
2022
CARTACEO

Salvatore Cascio, detto Totò, è il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, l’indimenticabile capolavoro di Giuseppe – che lui chiama affettuosamente Peppuccio – Tornatore, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero quindici anni dopo Amarcord di Fellini. Dopo questo film – che nel ’91 gli procurò anche il prestigioso Premio BAFTA – Totò continuò a lavorare sia con Tornatore (partecipa a Stanno tutti bene, con Marcello Mastroianni) che con registi del calibro di Pupi Avati e Duccio Tessari. Tutto ciò fino al 1999, anno in cui firma il suo «ultimo film». Dopo di che, si può dire che Totò Cascio scompare. Perché?
Ai giornalisti che lo incalzano non vuole dire la verità, preferendo far credere che il cinema si sia dimenticato di lui. È stata invece una grave malattia – la retinite pigmentosa con edema maculare, che gli ha procurato una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale del- la vista – a farlo rinunciare a quella che era una carriera promettente e radiosa.
Oggi, a 42 anni, Totò Cascio ha trovato la forza e la voglia di raccontare la sua esperienza in un libro che è insieme memoir cinematografico e racconto di formazione e di rinascita. Grazie alla sua fede, al suo coraggio e alla consapevolezza acquisita, ora può tornare a vivere una vita degna di essere vissuta ed è questo il suo «Nuovo Cinema Paradiso 2.0», dice scherzando. Così, rinato, lancia un segnale a chi è nella sua condizione: non nascondetevi, anzi imparate ad accettarvi. «Senza accettarsi, ci si porta dentro l’avversario più feroce. Me lo disse anche Andrea Bocelli: “Totò, non è un disonore”. Sono state parole illuminanti.»
“Dio mi ha dato la gloria, poi mi ha dato la prova. Ad accettare la prima siam tutti bravi, ma è nella prova che l’uomo si misura davvero. Ed è della prova che ti voglio parlare” – La gloria e la prova
Con queste parole, si racchiude tutto il senso e il profondo significato del racconto della vita di Totò Cascio, il bambino che abbiamo conosciuto e amato nel grande film di Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso.
Quando penso a questo film, non posso non emozionarmi, principalmente per due motivi: primo perché racchiuse dentro di sé la storia di chi lascia il proprio mondo per andare altrove; secondo perché ogni volta che lo guardo non posso non piangere.
“Nuovo Cinema Paradiso” rappresenta per me la massima espressione cinematografica del regista Giuseppe “Peppuccio” Tornatore e, nonostante ormai conosca la storia, provo sempre gioia nel risentirla o leggerla, come nel nostro caso. La musica del grande Maestro Ennio Morricone, poi, si è perfettamente incanalata tra le pagine del libro.
Altro punto a favore, consentitemi un leggero patriottismo, è l’ambientazione, la mia Sicilia, che amo: sono andata a visitare il paese di Palazzo Adriano personalmente e, camminando tra le vie e nella piazza, mi sono sentita come se fossi stata catapultata all’interno della pellicola e del libro.
Il bambino del film è, adesso, divenuto adulto; ha colpito tutti i cuori degli spettatori con il suo talento e la dolcezza. E, da adulto, ci racconta il suo percorso nel cinema, con animo gentile e delicato.
“La gloria e la prova” ci racconta, come ho scritto all’inizio, della dura prova che la vita gli ha posto innanzi. Certo non sarà stato facile affrontare la sua malattia, la cecità, e accettarne le conseguenze.
In queste pagine, Salvatore Cascio narra come ha affrontato questi lunghi anni, le sue esperienze, le sue emozioni, la sua rabbia nell’affrontare l’inevitabile: la cecità.
È stato un lungo percorso interiore, che ci dà un grande insegnamento: nonostante la fama, la gloria, i rapporti con i grandi del cinema, sia attori che registi, si possono avere intoppi nella vita, da accettare e affrontare con forza e coraggio, come ha fatto lui. Nonostante la cecità ha compreso che si può vedere anche con gli occhi del cuore.
Questo libro rappresenta il suo testamento di rinascita.