
Romanzo distopico
Self-publishing
10 dicembre 2021
cartaceo, ebook
225

Anno 2063
Vicende e intrighi scatenati trent'anni prima da un avvenimento hanno portato alla divisione del mondo in tre blocchi. Sullo sfondo di incontri ad alto livello si intrecciano due storie molto diverse.
Recensione di “La fuggiasca” di Eugenio Bianchi
Calabria 2063. Richard Cladwell ha cambiato il suo nome in Simon Strauli per poter fuggire e salvarsi la vita. È ricercato perché è stato coinvolto in un complotto.
Molti anni prima, nel 2034, il presidente degli Usa, Brian Ferguson, tiene un discorso all’ONU in cui palesa la sua decisione di creare una coalizione con gli Stati interessati, in cui si metteranno a disposizione delle popolazioni tutto ciò di cui hanno bisogno.
Non tutti aderiscono e, così, il mondo si trova diviso in tre blocchi, il passaggio da un blocco all’altro diventa impossibile.
Calabria 2055. Maria, dopo la morte della nonna, a cui è molto legata, decide di tentare la fuga e raggiungere l’altro blocco dove sarebbe libera, ma per farlo deve per forza fuggire.
I destini di Richard, Simon e Maria si intrecceranno tra di loro, ma anche con chi non vuole che le cose cambino.
“Quanta parte della popolazione dei vostri paesi è soddisfatta della vita che vive oggi? Sappiamo tutti che, da sempre, una sparuta minoranza ha goduto di privilegi e ricchezze…” – La fuggiasca
“La fuggiasca” è un romanzo distopico. Premetto che questo genere letterario a me non piace molto, ma come storia mi è sembrata interessante. Un po’ perché in parte è ambientata in Italia, una nazione divisa in due e non solo teoricamente, ma letteralmente e con poche speranze di riunione.
Ma anche perché tratta argomenti come la dignità umana garantita a tutti, basata sull’accesso al cibo, alle cure. Forse un pensiero troppo utopistico, ma pieno di speranza.
Ogni singolo personaggio viene descritto bene fisicamente, ma è interessante la descrizione dei loro animi. Posso dire, dopo aver letto ben due romanzi di Eugenio Bianchi, che l’introspezione del personaggio viene messa in primo piano. Altra caratteristica della sua scrittura è quella che non ci sono buoni e cattivi assoluti, ma ognuno di loro ha tante sfumature.
In alcuni punti ho trovato la scrittura non molto scorrevole, i dialoghi sono ben costruiti e, man mano che si va avanti nella storia, il ritmo e la suspense aumentano.
“La fuggiasca” è un romanzo che consiglio molto agli amanti del genere distopico. Vi piacciono i romanzi distopici?