
Il peccato originale #7
romanzo rosa, erotico
Hope Edizioni
5 giugno 2023
ebook

La tentazione di commettere peccato non è mai stata così forte
A lungo, Kingsley Edge ha messo in guardia Eleanor: sarebbe arrivato il giorno in cui lei, l'amante di un prete cattolico, sarebbe dovuta scappare e nascondersi. Eleanor, però, aveva sempre immaginato una fuga con Søren, non certo da lui.
C'è un unico rifugio in grado di accoglierla, un luogo in cui gli uomini della sua vita non la possono rintracciare: il convento di clausura dove sua madre ha preso i voti.
Eleanor può nascondersi da Søren, ma non dalla sua vera natura e, proprio in quel luogo sacro e isolato, vive un inatteso risveglio sessuale, grazie a una novizia.
Senza Eleanor, anche il regno di Kingsley sembra senza vita e, quando lui apprende la ragione della sua fuga, non esita a voltare le spalle a Søren e ad andarsene. Solo e tormentato, si reca ad Haiti, dove conosce Juliette, una donna che potrebbe salvarlo dal suo dolore. A condizione però che Kingsley riesca a salvare prima lei.
Proibito, passione e peccato si intrecciano indissolubilmente e il prezzo che richiedono non è mai stato così alto.
Riusciranno Eleanor e Kingsley a pagarlo per tornare a casa?
Ho deciso di fare questa recensione a step. Non solo per godermi di più la sensazione che “La fuga” mi sta lasciando nel cuore e nello stomaco, e già questo sarebbe un buon motivo. Piuttosto perché gli input e i temi che vorrei toccare, riflettendo sul settimo volume della serie de “Il peccato originale”, sono così tanti che temo di dimenticarli. Metterò una data a ogni step.
Primo step 24.06.2023
Sono al 25% circa di “La fuga”. Sono sotto shock e credo che sia proprio questo l’effetto voluto dal libro. Nora non è solo l’amante di un prete e di un gestore di locali equivoci della Grande Mela, è la loro sottomessa. Prima del prete, che, signori e signore, è il sogno erotico del 99% delle donne etero di questa terra, e poi dell’affarista. Un prete, un sacerdote cattolico che si spende per il prossimo, che è benvoluto e amato. E che non viene meno neanche per una virgola al suo mandato di apostolato, pur avendo gusti sessuali che i più percepiscono come perversi.
E già che abbia gusti sessuali è un taboo che lascia un attimo interdetto il lettore.
Il mercato ci ha abituati alla dominazione in lattex stile 50 sfumature di grigio, mi viene da sorridere. Mr. Gray in confronto al prete (un prete, lo ripeto) è un maestro elementare con le orecchie da coniglio di peluche.
Il prete
Il prete è cattivo? È un violento? Uno stupratore? È questo un testo di denuncia nei confronti della chiesa cattolica? NO. O almeno non l’ho percepito così. Il prete obbliga la protagonista a sottomettersi? La picchia? La brutalizza? NO, la ama di un amore puro e incontaminato, così avvolgente da comprenderla ancora meglio di come si comprende lei e da esaudire ogni suo desiderio. Compreso quello di avere rapporti con altri uomini, con il suo beneplacito.
Detto questo, riflettere sull’obbligo di celibato è necessario. Dove è posizionata la linea che demarca il peccato? Quando c’è amore, un amore così sterminato come quello di un dominatore verso la sottomessa, c’è peccato? Premetto: sono cattolica, apostolica e, va da sé, romana. Ma queste superbe righe della Reisz mi hanno scossa.
La scrittura erotica, con Tiffany Reisz, raggiunge livelli di poesia di rara bellezza.
Asciutta, diretta, senza fronzoli, frasi brevi, dialoghi battenti, aggettivi quel tanto che basta. Vige la regola d’oro Show, don’t tell.
Secondo step 25/06/2023
Sono al 50% della lettura e non riesco a staccarmi. Come riesce questa magia per cui alcuni libri si vorrebbero finire subito, o non aver mai aperto, altri invece si finiscono subito senza volerlo, desiderando invece che continuino ancora e ancora. Come, per rimanere in tema, un violento orgasmo che non si riesce a prolungare e purtroppo finisce, scema. E quando si rimane con il cuore a mille e l’affanno, ebbene l’unico pensiero è “peccato che sia finito subito”.
Le informazioni sono dosate in un modo magistrale e altrettanto magistrale sono le caratterizzazioni dei personaggi. Se si pensa al ruolo della sottomessa come necessariamente interpretato da una persona con una volontà debole, ebbene Tiffany Reisz sfata questo mito rendendo Nora una ragazza ribelle, decisa, consapevole. Coraggiosa. E la cosa che lei vuole, con coraggio e decisione, è appartenere a Soren. Fino a che lui non le fa qualcosa, qualcosa che la induce a fuggire.
Cosa? Non lo so, non ci sono arrivata, probabilmente ci arriverò alla fine del film… ops, del libro. Lapsus che però ha il suo perché: le sensazioni che si provano nella lettura sono vivide, violente proprio come se davanti agli occhi i fotogrammi della storia scivolassero sullo schermo.
Bellissimo, bellissimo.
27/06/2023 ore 23:00
100%. Finito, happy ending che adoro! Che il libro sia disturbante è fuori discussione. Che metta a soqquadro un bel po’ di punti fermi e voglia capovolgere una morale condivisa è altrettanto fuori discussione. Perché poi un prete, che fa davvero il prete, sia il dominatore più dominatore di tutti e goda a infliggere dolore e punizioni, ebbene, non torna mica un granché.
Ebbene sì, dopo lo sconquasso iniziale sono tornata coi piedi per terra: è un libro erotico, che sia estremo sta perfettamente nelle sue corde e che il sesso sia descritto come funzionale al percorso di cambiamento dei personaggi è altrettanto insito nella definizione del genere.
La logica d’amore
che sta dietro “La fuga” è ferrea e in un certo qual modo comprensibile, da lì a condividerla ce ne vuole. Il punto è che la scrittura della Reisz è così bella, potente e coinvolgente che alla fine ci si trova quasi a trovare la “normalità” in comportamenti, personaggi e situazioni che normali, nel senso di aderenti a regole sociali non scritte (tipo se ti amo non ti frusto. Ma, a occhio, manco se non ti amo. Oppure: non ho bisogno di essere fustigata per sapere che mi ami e che esisto), non lo sono. Si finisce quasi per accettare l’esigenza di questo tipo di sesso estremo come espiazione di un passato di colpevolezza che induce verso la volontà di autodistruzione.
Queste cose sono consequenziali? Non lo so, mi viene da pensare che non lo debbano essere per forza, ma non sono uno psicologo e non salgo in cattedra.
Sono il recensore di un libro stupendo, questo sì, che tanto folgorata è rimasta da questo volume che ha chiesto all’editore i libri precedenti della serie. E poi non ce l’ha fatta ad aspettare ed è andata in biblioteca a prenotarli.
La stessa dinamica psicologica viene ripetuta da Tiffany Reisz anche sugli altri personaggi, secondari, che assumono il ruolo di comprimari insieme ai due protagonisti, Nora e Soren, che hanno sulla storia un ruolo narrativo importante, che incidono sull’arco di trasformazione e ne hanno uno loro. Kingsley, Juliette, Mark e tutti i personaggi che navigano in questo mondo sommerso.
“La fuga” è un libro che provoca repulsione e attrazione, come quelle scene tremende di qualche film splatter che non si vorrebbero vedere, ma si guardano e poi rimangono a lungo incise nella memoria.
Cinque stellette. Se posso anche sei. Facciamo sette che son meritate. Poi vi dico anche degli altri libri: non posso non parlarne! “La fuga” è il settimo della serie “Il peccato originale”. Avremo davanti una luuuunga, torrida estate.

Recensore brioso e fuori dagli schemi. E’ la voce romana de ‘La bottega dei libri’. Preferisce leggere storici ma non disdegna libri di altro genere purché siano belli e scritti bene!