
narrativa
SEM
16 settembre 2021
cartaceo, ebook
448

Anni Ottanta. Libano. Il paese è devastato dalla guerra civile e i genitori di Samir decidono di fuggire chiedendo asilo in Germania. Il giovane protagonista cresce così in Europa e costruisce un solido rapporto con il padre, da cui apprende favole e storie straordinarie sulla terra d'origine abbandonata contro la loro volontà.
Una notte, la vita serena di Samir cambia per sempre: il padre scompare , nessuno sa dove sia. La famiglia va in frantumi. Vent'anni dopo, perseguitato dall'ossessione di quella perdita, il giovane decide di tornare nella terra dei cedri alla ricerca del padre. Gli unici indizi che possiede sono una vecchia foto e il ricordo delle storie della buonanotte.
A Beirut apprende segreti sepolti da tempo e viene travolto dalla storia politica della sua terra d'origine e dalle complesse questioni riguardanti l'identità nazionale. Samir si rende conto così che forse le fiabe paterne hanno sempre nascosto un'altra verità.
“Là dove crescono i cedri” di Pierre Jarawan
“Se pensi di aver capito il Libano è perché te l’hanno spiegato male” (Proverbio Libanese) – Là dove crescono i cedri
Samir è nato in Germania da due profughi libanesi. Un giorno suo padre se ne va, senza dare spiegazione alcuna. Samir s’interroga a lungo, nel corso degli anni, sulle ragioni di questa scomparsa; è tormentato da dubbi e sensi di colpa. Con il tempo, la sua confusione si manifesta con l’incapacità di progettualità per il futuro e con la conseguente ossessione verso il passato. Per riappropriarsi della propria vita, ha bisogno di far luce sulla sparizione del padre. Partirà quindi per il Libano, alla ricerca di risposte.
“In quel preciso momento in Libano si scriveva la storia. Beirut la bella, ora buia, emergeva barcollante dalle macerie, le mani sul volto devastato. Una città che si tastava il polso” – Là dove crescono i cedri
Samir non si è mai sentito tedesco, nonostante la Germania gli abbia dato i natali. Si sente libanese, come i suoi genitori, e ne va fiero. È stato un bambino vivace e curioso, con una sconfinata ammirazione per il padre; si è trasformato in un giovane cupo e tormentato a causa dell’inspiegabile scomparsa del genitore. Era impossibile non amare suo padre Brahim. Non era colto, ma era intelligente, altruista e socievole; era, poi, un abile oratore. Nessuno sapeva raccontare storie come lui, tutti i ragazzini non vedevano l’ora di ascoltarle.
Poi, all’improvviso, qualcosa cambia. Brahim diventa triste e cupo, inventa menzogne per giustificare le sue stranezze. Neppure il suo caro amico Hakim pare conoscere tutta la verità.
Hakim è vedovo e deve crescere sua figlia Yasmin da solo. Lo fa con amore, nel rispetto della sua libertà personale. È un uomo generoso e leale, un valido appoggio per la famiglia di Samir dopo la scomparsa di Brahim. Yasmin è la più cara amica di Samir. Una ragazza serena e intelligente che, a differenza di Samir, non avverte un forte legame con la terra d’origine del padre. È cresciuta in Germania come una tedesca e come tale si sente; è molto determinata a realizzare i propri sogni studiando con impegno.
“Ma a volte mi capitava di restare spiazzato, dalla sua capacità di adeguarsi, integrarsi. Quando le chiedevano di dove fosse originaria rispondeva sempre: “Sono tedesca, ma mio papà viene dal Libano” – Là dove crescono i cedri
Il linguaggio narrativo è semplice e molto scorrevole. Una lettura avvincente, dal ritmo incalzante. L’autore è riuscito a non gravarla eccessivamente, nonostante le digressioni storico-politiche libanesi necessarie per comprendere la trama. Quest’ultima è illustrata in modo chiaro e sintetico, attraverso un linguaggio agevole.
La lettura non è mai pesante nonostante il numero di pagine. Le vicende sono narrate in prima persona dal protagonista; fanno parte di un romanzo completo, in quanto dotato di più elementi, storici, d’avventura, drammatici, descrittivi, introspettivi e sentimentali. Per sentimentali non intendo di tipo prettamente “rosa”; mi riferisco all’amore nelle sue diverse manifestazioni. Amore verso il proprio paese, la famiglia, le tradizioni, gli amici e la propria donna.
Il tutto è avvolto da un’aura di mistero che regala momenti di suspense al lettore. Il tema principale è la ricerca. La ricerca di un padre scomparso insieme a tutti i suoi misteri. Di lui rimane una manciata di muti ricordi e, per quanto il protagonista li interroghi, essi non rispondono. Dal ritrovamento del padre, Samir si aspetta la conquista della propria identità così spasmodicamente desiderata. È il solo modo per aver pace e stabilità. La sua è una vita di tormento che lo conduce all’autodistruzione. Per fermare questo processo, ha bisogno di guardare al futuro con fiducia, ma affinché questo sia possibile, deve farsi restituire il passato. Quel passato che suo padre, scomparendo, ha portato via con sé.
“Ana fachur fik ya ibni”, “Sono fiero di te figlio mio” – Là dove crescono i cedri
Una lettura coinvolgente e commovente. La tematica fa riflettere su quanto sia importante la conoscenza delle nostre radici. Da dove veniamo? Chi siamo? Ogni uomo ha diritto ad una sua storia e questa ha sempre un inizio che, spesso, risale ad ancor prima della nascita. Al protagonista, Samir, questo diritto è stato negato dal suo stesso padre. Per proteggerlo? Per pudore? Per egoismo? O semplicemente per desiderio di dimenticare? Nessuna di queste motivazioni mi pare giustificabile. Le conseguenze hanno travolto un’intera famiglia, pregiudicando il futuro di un ragazzino.
“In biblioteca potevo sentirmi più vicino alle persone che mi erano più care, e saziare finalmente la mia infinita sete di sapere” – Là dove crescono i cedri
Un racconto fatto di figure bellissime. Una donna che, dopo l’abbandono del marito, sceglie di rinascere. Un personaggio cupo che si riveste di colori, quelli degli abiti che crea. Un padre single con un grande dolore dentro, tutto amore e dedizione verso la sua bambina. La cresce nel rispetto della sua libertà, conducendola verso l’indipendenza. Un taxista che sogna di mandare i figli in prestigiose università, un uomo umile e saggio che dona la sua amicizia ad uno straniero pieno di misteri.
L’autore ci offre uno sguardo su una realtà lontana dalla nostra, ma molto comune a tante altre devastate dalla guerra. La guerra che uccide materialmente e moralmente. Che interrompe storie e persone.
Nella storia di ognuno di noi, credete sia importante la conoscenza dell’inizio oppure possiamo crearlo in qualsiasi momento della vita?