
romanzo contemporaneo
Ponte alle Grazie
2 maggio 2023
cartaceo, ebook
636

Tre amiche: Roz, Charis e Tony. Si sono conosciute al college e hanno una cosa in comune, Zenia. Anche lei compagna di college, bella , intelligente, di volta in volta manipolatrice e vulnerabile, fragile e spietata, ha tradito la loro fiducia, rubando a ciascuna di loro il marito.
A un certo punto è morta, anche se lontano e in circostanze poco chiare; le tre amiche sono andate al suo funerale. Come è possibile, allora, che mentre Roz, Charis e Tony si incontrano in un ristorante alla moda appaia loro Zenia?
La storia si riavvolge, il passato ritorna, anche perché in realtà il fantasma di quella donna non aveva mai smesso di aleggiare sinistramente sulle vite delle tre amiche.
Ma forse quella che sembra una minaccia può trasformarsi in un'opportunità?
“È intelligente e fa paura. Pericolosa, ferina, oltre i limiti” – da “La donna che rubava i mariti” di Margareth Atwood, edito Ponte Alle Grazie.
Una donna, dotata di una potente carica seduttiva, perfidia e scaltrezza, s’intrufola nelle vite di tre ex compagne di studi, annientandole. Anni dopo, le tre amiche apprendono la notizia della sua morte con sollievo, sino a quando riappare tra loro più viva che mai. Conoscendola, non se ne sorprendono. È una persona capace d’inscenare anche la propria morte. I cocci delle loro esistenze, rimessi insieme con tanta difficoltà e dolore, rischiano di spezzarsi nuovamente.
“È come se Zenia si fosse insinuata in casa sua mentre lei era assente e avesse strappato via le foto dal suo album, l’album che non ha mai posseduto tranne che nella testa”
Chi è Zenia? Una donna sensuale e pericolosa. Una bugiarda. Una scaltra opportunista dall’infida intelligenza. Una manipolatrice, subdolamente perfida. Approfitta delle debolezze altrui, le studia per conoscerle e sferrare il suo attacco per demolire la vittima.
È come il cuculo. Ammalia con il suo canto irresistibile per poi infilarsi segretamente nei nidi altrui, distruggendone le uova per deporre il proprio. Poi se ne vola via. È una creatura malefica e misteriosa. Di lei si sa solo ciò che racconta. Ma come si può credere a chi fa dell’inganno il proprio stile di vita?
Tony, Charis e Roz l’hanno fatto, pagandone le spese. Ognuna di loro pensava di conoscerla meglio delle altre. Sono tutte e tre donne dai difficili trascorsi familiari, che credevano di aver superato. E Zenia le ha riscagliate indietro, nel tempo delle insicurezze.
“La storia di Zenia dovrebbe cominciare quando è cominciata Zenia. Dev’esser stato un luogo lontano nel tempo e nello spazio; un luogo ferito e caotico”
Tony è minuta come una bambina. Ha un aspetto esile e un fisico androgino, dall’apparenza talmente fragile da suscitare tenerezza in chi la osserva. È intelligente, oltre che una brillante studiosa. È docente di storia all’università, la sua passione è la guerra, lo studio minuzioso della battaglie che la cambiarono.
“Le piaceva ripercorrere le battaglie decisive per vedere se mai fosse esistita per i perdenti una possibilità di vittoria” – La donna che rubava i mariti
Vive con West, un uomo che ama sin da quando era una studentessa. Colui che ha riaccolto tra le sue braccia e consolato, che l’aveva abbandonata per seguire Zenia quando era stato, a sua volta, lasciato. Sa che Zenia è come una droga per gli uomini. Tony vive con il terrore che possa ripresentarsi nella loro vita e distruggerla di nuovo. Eppure, ormai è una donna adulta, dovrebbe esser più forte e aver fugato ogni dubbio sulla sua relazione con West. Ma sa bene che la sua sicurezza è solo apparente e che Zenia ha il potere di farla tornare alla fragilità della sua infanzia. Quando sua madre l’abbandonò per seguire un uomo, lasciandola con un padre dedito all’alcol.
“È così che si è sempre sentita, un quasi, un’approssimazione”
Charis ha l’aspetto etereo di una creatura fatata. Pratica e insegna yoga, crede nell’energia che sprigionano le persone e ne vede l’aura. È mite e ingenua, nonostante il suo passato di bambina abusata, figlia di una vedova di guerra, mentalmente instabile. All’epoca, il suo nome era Karen ed era una ragazzina tormentata e infelice.
Quando crede di essersi lasciatagli orrori del passato alle spalle, tra essi vi mette anche il suo nome e quello che rappresenta. Decide di essere una persona nuova e di chiamarsi Charis.
È una madre single di una figlia, avuta da un giovane scapestrato che nascondeva in casa sua, in quanto renitente alla leva. Un bel ragazzo, minore di lei di diversi anni, del quale era molto innamorata e che Zenia le aveva strappato prima ancora che lei partorisse.
“Spesso le parole non sono altro che tende, veli decorativi per tenere lontani gli altri”
Roz ha un corpo massiccio e imponente che detesta. È una donna in carriera, ma anche la madre di tre figli e la proprietaria di una bella casa. Dirige la sua azienda con successo grazie alle sue capacità manageriali e al suo carattere deciso, oltre ad avere un certo fiuto per gli affari. Una dote ereditata dal padre. La ricchezza arrivata all’improvviso, ma accumulata da lui negli anni, aveva dato il colpo di grazia al loro equilibrio familiare, già fragile.
Da figlia di un profugo dalle remote origini ebraiche, residente in una modesta pensione gestita dalla madre, si era ritrovata immersa nel lusso. Da dove provenivano quei soldi?
Il padre, molto più giovane e attraente della moglie, era stato un fedifrago senza rimedio. Le aveva portate in una residenza sontuosa alla quale la moglie non era riuscita ad adattarsi. Una volta cresciuta, Roz aveva sposato Mitch, un affascinante avvocato, fin troppo simile a suo padre. Bello e inguaribilmente seduttore. Aveva sorvolato sulle sue scappatelle poiché prive di importanza… fino a Zenia. Per lei, Mitch aveva perso la testa. E Zenia l’aveva fatta sentire di nuovo come la povera profuga priva di attrattive, oltre ad essere ad averle fatto capire di conoscere i segreti della sua famiglia.
“Con un solo gesto predatore, Zenia le ha rubato il futuro, insieme al passato. Non poteva lasciarglielo ancora un po’?”
Per addentrarvi nella storia di “Una donna che rubava i mariti” e apprezzarla, occorre che superiate i primi capitoli. È una precisa scelta stilistica dell’autrice partire con un abbozzo di trama non ben definito, per poi conferirgli forme, contorni e sfumature, strada facendo. La graduale costruzione avvince, incanta e attrae.
Il linguaggio è semplice, ma molto accurato, non trascura nulla. Il ritmo parte lentamente per accelerare gradatamente nel corso della lettura, che è sempre e comunque scorrevole.
“La donna che rubava i mariti” si divide in sette parti. Un’introduzione su Zenia, piuttosto criptica, per poi dipanarsi più avanti. Si parte dal presente (Canada, anni Novanta), con qualche riferimento al passato attraverso i ricordi delle protagoniste, per poi passare ai tempi dell’università, dove si conobbero, sino a ripercorrere le origini di ognuna di loro.
Tutti i personaggi sono accuratamente caratterizzati, alcuni di essi hanno tratti decisamente realistici, anche se molto originali.
Il fulcro del loro percorso è l’incontro con Zenia e le relative conseguenze. L’ultima parte riguarda il ritorno di quest’ultima e le diverse reazioni delle tre. La conclusione vi stupirà.
“Solo perché c’è silenzio non significa che non succeda niente”
Torno a chiedermi: chi è Zenia? O meglio, cosa rappresenta?
Una creatura demoniaca arrivata dal nulla? Una donna crudele in carne e ossa? O è il concretizzarsi degli spettri del passato, mai affrontati? Può essere la somma delle paure generate di tutti quei traumi, accantonati senza un raffronto?
Zenia è la resa dei conti che tanto spaventa? Quella battaglia interiore che non si vorrebbe mai combattere? Un’ombra che resta appiccicata alla coscienza delle protagoniste, che getta nel panico e che non si scolla?
Voi cosa ne dite?
Volete provare ad affrontare questo viaggio di oltre seicento pagine? Non abbiate paura. È una storia che vi coinvolgerà, vi terrà con il fiato sospeso (ebbene sì, è presente anche una certa suspense) e arriverete alla fine senza quasi accorgervene. Sappiate che si tratta però, di un romanzo molto diverso da “Il racconto dell’ancella“, sua opera più nota.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐