
Romanzo storico
Newton Compton Editori
17 ottobre 2023
cartaceo, ebook
421

Gennaio 1939.
Katja Heinz è stata assunta come dattilografa in una clinica psichiatrica di Amburgo che offre assistenza ai reduci della prima guerra mondiale.
Il dottor Viktor, che si è occupato personalmente del colloquio, le ha chiesto di trascrivere il contenuto di alcuni quaderni un cui sono riportate informazioni top secret: la cartella clinica di Adolf Hitler.
Il nome del Fuhrer sarebbe già di per sé sufficiente a mettere Katja in soggezione, ma la perizia è ancora più sconvolgente: negli appunti, infatti, Hitler è dichiarato inadatto a ricoprire incarichi pubblici a causa delle sue condizioni mentali. Un rapporto che potrebbe rovesciare il regine nazista e cambiare il corso della guerra.
Sconvolta dalla scoperta, Katja parte per Parigi insieme a Viktor, decisa trovare un editore abbastanza coraggioso da pubblicare al più presto la perizia. Sa che la sua è una missione estremamente pericolosa: chiunque possieda quei quaderni è un nemico del regime. Qualcuno, infatti, li sta sorvegliando.
Ed è solo questione di tempo prima che il viaggio verso la Ville Lumière si trasformi in una rocambolesca fuga per proteggere la verità.
“Le ho offerto un calice avvelenato e non posso chiederle di berlo” – da “La dattilografa di Hitler” di Tessa Harris, edito Newton Compton.
Nel gennaio del 1939, ad Amburgo, una giovane donna, orfana di padre, con una madre da accudire, viene assunta in qualità di dattilografa. Sarà la segretaria di uno psichiatra che le chiederà di battere a macchina una raccolta di referti relativi all’uomo più potente d’Europa, Adolf Hitler. Essi comproverebbero uno stato mentale instabile e lo renderebbero non idoneo a governare. Il medico e la sua segretaria, ben presto, si alleeranno per trovare un editore disposto a pubblicarli. Per farlo, si recheranno a Parigi, ma l’impresa si rivelerà ancor più ardua e pericolosa del previsto.
“Leggo romanzi, signore. Mi portano in altri posti. Mi aiutano a dimenticare”
Il dottor Viktor è un medico che lavora in una clinica psichiatrica ad Amburgo, un uomo sensibile e affascinante. Tali caratteristiche gli hanno procurato la fama ingiustificata di fedifrago. È stata la sua bontà d’animo a portarlo ad avvicinarsi un po’ troppo alla sua ultima assistente, provocando chiacchiere e maldicenze. Dopo l’allontanamento di quest’ultima, si è ritrovato in condizione di assumerne un’altra per portare a termine un progetto pericoloso, ma necessario per il bene di tutta l’umanità. Durante la Grande Guerra, aveva avuto la sfortuna di curare Adolf Hitler per una cecità isterica. Gli aveva diagnosticato una profonda e pericolosa instabilità mentale, del tutto controindicata in un capo di Stato.
Viktor custodisce gelosamente il quaderno con appunti e referti, nella speranza di trovare un editore che abbia il coraggio di pubblicarli. Il primo passo consiste nel renderli leggibili, trasformandoli in dattiloscritti. È, quindi, necessario trovare una nuova e affidabile assistente.
“Si addentravano in un territorio inesplorato, pieno di mine pronte a esplodere in qualunque momento” – La dattilografa di Hitler
Katja ha bisogno di lavorare. Suo padre, un professore universitario, oppositore del nazismo, è morto. A lei è impedito di tornare all’università, in più deve occuparsi di sua madre. La donna, dopo la morte del marito, è caduta in uno stato depressivo preoccupante. Katja non è solo una bella ragazza, è anche intelligente e coraggiosa. Vuole seguire l’esempio del padre. Fare ciò che è giusto, anche se ciò dovesse comportare dei rischi per la sua incolumità. Diventa l’assistente del dottor Viktor e ne sposa la causa. Insieme, si recano a Parigi, dove potrebbe esserci un editore pronto ad aiutarli.
È il giornalista Daniel Keene a metterli in contatto con il direttore del giornale, interessato ai referti del dottor Viktor. Daniel ha origini irlandesi, è un uomo distrutto dal dolore per la perdita della sua famiglia, uccisa dagli invasori nel paese d’origine. Passa molto del suo tempo libero nei bar a bere più del necessario per stordirsi e non pensare. Trova profondamente ingiusto ciò che sta accadendo in Europa e considera doveroso provare a fermare la pericolosa pazzia di Hitler.
“Opporsi al male era sempre più facile quando non si era soli”
L’autrice ha tratto il suo racconto da eventi realmente accaduti, nei quali si era casualmente imbattuta durante una ricerca. I personaggi di “La dattilografa di Hitler” sono di fantasia, ma i referti che accertavano l’instabilità mentale di Hitler esistevano davvero. Si ipotizza che gli appunti originali del medico che si occupò del Fuhrer potrebbero essere in una cassaforte di qualche banca svizzera.
Il linguaggio narrativo è semplice e la lettura scorrevole. Il ritmo non è costante, in quanto parte lentamente per prender rapidità con il procedere della trama che, sul finale, è quasi rocambolesca. L’autrice dimostra un’ampia conoscenza storica del periodo e della società dell’epoca. Ci conduce con una certa agilità narrativa da Amburgo a Parigi, alternando le vite di Katja e Daniel, uniti dal filo invisibile dei loro sentimenti.
“Dicono che l’amore sia il prezzo che dobbiamo pagare per l’amore”
Parigi viene descritta come una città piena di stimoli culturali, dove si fanno i nomi di personaggi come Joyce, Hemingway e Gertrude Stein. Tutti frequentatori di locali, per l’epoca, alternativi e della pittoresca libreria di Sylvia Beach, che appare anche nel romanzo.
I personaggi sono ben caratterizzati, anche se alcuni di essi sono piuttosto stereotipati, in particolar modo la bellissima protagonista, che possiede ogni tipo di virtù femminile. Bellezza, intelligenza, coraggio e bontà d’animo. Un bel personaggio sicuramente, ma non propriamente verosimile.
“Aveva sentito dire che il senso di colpa aveva quell’effetto: ti separava dalla società e ti costringeva a vivere dentro la tua testa, abbandonandoti su un’isola di insicurezza”
“La dattilografa di Hitler” è una lettura scorrevole, che pone al centro una vicenda reale che ignoravo del tutto. Questo è sicuramente un punto di forza della trama, in quanto suscita un certo interesse non privo di curiosità, che l’autrice soddisfa nelle note.
È bello pensare che, cercando un’informazione, si trova casualmente qualcosa di ancor più interessante e che da questo può nascere una storia, come è accaduto a Tessa Harris. Ha saputo costruire una trama avvincente, che si legge agevolmente.
Vi sono elementi storici, rosa e persino d’avventura sul movimentato finale, del quale non vi dirò nulla se non che, se fosse stato diverso, non avrebbe incontrato il mio gradimento.
Vi piacciono i romanzi storici romantico-avventurosi?
4 stelle ⭐⭐⭐⭐✩