
romanzo storico
Albatros
7 luglio 2021
cartaceo
626

Nel 1209 papa Innocenzo III indisse una crociata per estirpare il catarismo dai territori dell'Occitania, sede privilegiata di una tra le più avanzate società nel panorama medievale europeo, culla dell'arte trobadorica e dell'amore cortese.
Per vent'anni la regione fu sconvolta dalla guerra, con stragi, roghi collettivi, vessazioni e violenze di ogni genere, e alla guerra seguirono le altrettanto crudeli persecuzioni ad opera dell'Inquisizione e dei siniscalchi reali. La terra dei trovatori, che alla fine del XII secolo era tra le regioni più prospere, libere e tolleranti d'Europa, crocevia di culture, lingue e religioni diverse, conobbe la rovina sociale, economica e culturale.
Il romanzo si snoda qui, nell'epicentro di un sisma che ha stravolto la storia del continente e pagina dopo pagina si arricchisce di particolari, personaggi e situazioni che spalancano davanti agli occhi incantati del lettore una breccia sul passato.
La guerra, minuziosamente descritta nelle sue fasi più cruente, segna profondamente le vite dei protagonisti, vite che si intrecciano in una rete che, nel dolore, riesce a filtrare il male, per consegnarci tra le mani un'opera che è un inno alla vita, alla pace, alla forza della cultura. Ma soprattutto all'amore, l'unico sentimento capace di sopravvivere alla morte.
“Il mondo che conosceva, il mondo dei trovatori e dell’amore cortese, non sarebbe più esistito. D’ora in poi e per sempre, sarebbe stato un faydit. Un rinnegato”
In questo splendido romanzo storico, “La crociata infame“, Andrea Moneti ci narra la distruzione di una società e della cultura che la permeava.
L’Occitania del XII secolo era tra le regioni europee più avanzate, libere e tolleranti. Anche il ruolo della donna e il concetto stesso dell’amore erano diversi rispetto al circostante mondo medievale. La donna veniva rispettata e non considerata un mero oggetto di possesso dell’uomo, perché inferiore.
La crociata albigese, che fa da sfondo a questo straordinaria storia, mise fine a tutto questo.
I protagonisiti, il coraggioso Guilhem dal cuore nobile e generoso con la sua amata Madeleine, intelligenza acuta e libera, cercano di salvarsi e di proteggere il mondo di cui fanno parte. La loro resistenza rappresenta, allegoricamente, la resistenza della vita nei confronti della morte.
Le loro vite si intrecciano a quelle di tanti altri personaggi. Ne emerge non solo un ritratto storico di grande accuratezza di un mondo scomparso, ma soprattutto una descrizione profonda e sensibile dell’essere umano, con tutte le sue luci ed ombre. Questo rende il racconto e le emozioni che regala senza tempo e sempre valide.
Ancora oggi infatti l’uomo è nemico dell’uomo e distrugge culture diverse dalla propria.
“Guardati intorno, Guilhem. Questo mondo è dominato dalla sofferenza” – La crociata infame
Quante nefandezze ha compiuto e compie ancora oggi l’uomo convinto di agire secondo i dettami di Dio? Potremmo dire che gli uomini diventano pericolosi per i loro simili quando pretendono di giustificare il proprio pensiero e le proprie azioni affermando e pretendendo che Dio sia dalla loro parte.
“Dio e con noi!”
Sono queste le parole dell’abate di Citeaux per convincere della necessità del massacro di uomini, donne e bambini che hanno una solo colpa: essere diversi.
Bravissimo l’autore a descrivere, tramite i dialoghi, come il Vangelo possa venire stravolto per tali fini. Anche nei periodi più bui, qualche voce fuori dal coro tenta di riportare alla giusta interpretazione l’immagine di Dio.
“No, la chiesa che conosco io deve saper riconoscere questa sete di giustizia e deve essere misericordiosa come è Dio”.
Ma troppo spesso queste voci rimangono inascoltate o fatte tacere. La guerra è descritta in maniera cruda e realistica. Ma non ci troviamo dinanzi ad un realismo fine a se stesso, quanto teso a dimostrare come la guerra stessa degradi l’uomo. Guerre che alla fine sono sempre dettate dall’avidità di ricchezza e potere, volute ai danni dei deboli e degli indifesi. Una guerra fatta da uomini che la usano come scusa per sfogare gli istinti più biechi. Realismo che dimostra che non esistono guerre sante perché:
“In guerra non c’è niente di nobile”
In mezzo a tanta violenza la vita che pur resiste, come il grano che continua a crescere nonostante la gramigna. Continua grazie all’amore e a chi ha il coraggio di preservarla .
“Ricorda che l’unica cosa veramente importante,sono le tracce d’amore che ci lasciamo alle spalle”.
E grazie all’amore, insieme alla vita rinasce la speranza:
“L’angoscia insopprimibile dei primi giorni aveva lasciato il posto a una nuova speranza. Maurice era tutto per lei. Nessuna altra cosa le riempiva il cuore come ogni volta che gli faceva il solletico e rideva gioioso tendendo le braccine verso di lei”
Temi toccanti, scritti con uno stile narrativo encomiabile. Cura e passione sono presenti nella ricostruzione storica, senza mai appesantire il testo. Anzi, la storia procede speditamente, alternando momenti di suspense a momenti di tranquillità.
I personaggi sono splendidi e profondamente umani, in tutte le loro sfumature. Personalmente è stata una lettura davvero coinvolgente. Dei romanzi di questo genere amo proprio quello che Moneti regala: sapere incarnare nella narrazione dei fatti la vita vera. Saper toccare l’anima del lettore, lasciare sensazioni, suscitare pensieri che sappiano coinvolgere anche il presente in cui si vive. Dare vita a personaggi indimenticabili che rimarranno sicuramente impressi nella memoria.
Assolutamente da non perdere. 5 stelle con lode.

Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.