Romanzo contemporaneo
NN Editore
11 ottobre 2024
cartaceo, ebook
320
Dalla prigione, Erik Schroder scrive una lettera alla moglie, dove le confessa che tutta la sua vita è stata una menzogna. Fuggito da piccolo con il padre dalla Germania dell'Est, Erik vive in una cupa cittadina del Massachusetts, fin quando trova l'opuscolo di un campo estivo che gli rivela il suo sogno più grande: diventare un ragazzo americano felice e ben integrato.
D'impulso, Erik cancella il suo passato, si inventa una famiglia benestante e un accento impeccabile, e cambia il suo nome in Eric Kennedy. Questa bugia plasma la sua vita per anni, e neppure il matrimonio con Laura e la nascita dell'amatissima Meadow lo convincono a svelarla.
Ma la falsa identità non lo protegge da incomprensioni e silenzi della vita di coppia. E quando Laura chiede il divorzio, Eric non immagina altra scelta che prendere la piccola Meadow e partire per un viaggio on the road verso la fine del suo inganno.
“Come si è visto, il racconto mi è venuto piuttosto lungo. Non so ancora come finisca. Ma comincia con l’amore”. “La confessione di Schroder” di Amity Gaige, per NN Editore, è il contenuto della lettera che Erik Schroder scrive alla sua ex moglie Laura dal carcere. Le parlerà a cuore aperto per la prima volta. Scriverà del suo passato, della sua famiglia (quella reale) e della grande menzogna sulla quale ha costruito tutta la sua vita. Quella che l’ha spinto, dopo la separazione, a prendere la loro bambina per intraprendere un viaggio di sola andata oltre il confine, verso il Canada.
“Non esistevano tecnologie dell’onniscienza, che del resto nessuno voleva. Eri chi dicevi di essere. E io ero Eric Kennedy”
Erik Schroder è emigrato da Berlino Est con il padre quando aveva cinque anni. Dopo qualche anno passato all’ovest, si sono trasferiti negli Stati Uniti.
Erik è un ragazzino timido, che desidera solo essere accettato dai suoi coetanei. Vive in un quartiere degradato, dove risiedono perlopiù immigrati irlandesi, i loro figli sono piuttosto spavaldi e fanno gruppo tra loro, vessando quelli che percepiscono diversi e più deboli. Erik è la loro vittima preferita. Quando non viene schernito crudelmente, viene ignorato. Ha un accento diverso, proviene da una terra divisa e non ha una madre. Il suo più grande sogno è essere un vero americano, con una famiglia agiata dal bel nome, che vive in un posto tranquillo . Odia il suo quartiere e il suo cognome tedesco gli crea imbarazzo, reputa che sia fonte di pregiudizio ed emarginazione. Una volta cresciuto, decide di diventare la persona che sogna di essere da sempre. Modifica il proprio nome e si sceglie un cognome che ogni americano rispetta e apprezza. Così Erik Schroder diventerà Eric Kennedy.
“Ero lui molto più di quanto la maggior parte della gente non sia se stessa” – La confessione di Schroder
Poiché l’inventiva non gli manca, si creerà un passato fittizio in un paesino pittoresco e inesistente nei pressi di Cape Code, dove sarebbe cresciuto all’interno di una famiglia non ricca, ma benestante. Negli anni Ottanta non è semplice smascherare questo tipo di imbrogli se si prendono determinate precauzioni. Eric impara a parlare correttamente senza alcun accento, si laurea e si sposa con Laura, che ignora la sua reale identità.
Laura è una bella ragazza che lo colpisce la primo sguardo. Una persona equilibrata e concreta, che appartiene a una buona famiglia cattolica. Il suocero, Hank, fa in modo che Eric smetta di fare il traduttore per pochi soldi e inizi a lavorare nel più redditizio campo immobiliare. Lo tratta amichevolmente, ma è evidente che la scarsa ambizione del genero non gli piace. Eric non se la prende, accetta la proposta dell’uomo poiché non è mai stato un ribelle, è una persona dai desideri semplici e ciò che conta per lui è la felicità di Laura.
“Avevo un talento speciale per scegliere donne caratterialmente predisposte alla felicità, che non mi avrebbero usato come capro espiatorio per le loro delusioni” – La confessione di Schroder
Nel giro di pochi anni, si ritrova padre della piccola Meadow, una bambina speciale che gli riempie il cuore di gioia. Il loro rapporto, però, si affermerà quando perderà il lavoro e Laura verrà assunta come insegnante. Sarà lui ad accudire ogni giorno la bambina, a gioire per i suoi numerosi progressi, ad inorgoglirsi per la sua precocità e attitudine ad imparare in fretta. Il loro rapporto diventerà via via più stretto, creando qualche gelosia in Laura. Questo metterà in luce alcuni aspetti del carattere del marito, mai considerati prima. La sua riluttanza ad approfondire argomenti relativi al suo passato e la loro scarsa comunicabilità. Inoltre, lo considera irresponsabile e superficiale nella gestione della bambina. Finirà con il lasciarlo, impedendogli di esercitare il suo ruolo di padre. Questo farà scattare in lui una reazione inaspettata…
“Vivevo alla giornata, pensando che da cosa sarebbe nata cosa. Non sapevo che la cosa saresti stata tu”
“La confessione di Schroder” è un romanzo davvero coinvolgente, che mi ha stupita e commossa. Le confessioni sincere, provenienti da persone di buon cuore che ammettono i loro errori, non lasciano mai indifferenti. E Schroder, nonostante le sue discutibili scelte, è una persona buona, che suscita quasi tenerezza, anche nella disapprovazione. La sua è una storia incredibile, ma, tenendo conto dell’epoca, non così impossibile, anche se per i figli di questi tempi potrà sembrare fantascienza. Eppure, sono certa, piacerà a chiunque.
La trama, narrata in prima persona sotto forma di confessione scritta, è assai dinamica. Il linguaggio è alla portata di tutti, sebbene ricco di interessanti spunti di riflessione su argomenti delicati e complessi. Si ambienta tra gli anni Ottanta e Novanta, negli Stati Uniti, con qualche flashback che ci riporta brevemente nella Germania della DDR. L’autrice ha uno stile fluido, che rende la lettura agevole e il ritmo vivace. Anche le sue descrizioni ambientali sono curate, ricche immagini vivide, che ci aprono gli occhi della mente e ci fanno vivere le stesse sensazioni dei personaggi che vi si trovano immersi.
“Hai mai visto i campi del Vermont appena dopo la falciatura, le grosse balle color salvia che all’alba gettano la loro ombra verso occidente? Hai mai visto i fienili rossi con le porte aperte, da cui promana una frescura buia, notturna, che avverti da lontano?” – La confessione di Schroder
Oltre al calvario del protagonista come padre divorziato, la tematica principale si riassume in una domanda: si può decidere di diventare la persona che vorremmo e che non ci è dato di essere? Non parlo di un semplice cambiamento di stile di vita o modo di pensare, ma di un vero e proprio cambio di identità. E soprattutto, anche riuscendoci, quali sarebbero le conseguenze? Io credo sia non solo impossibile, ma anche patologico, impensabile e decisamente distruttivo. Nonostante ciò, assolvo il povero Eric perché il suo errore deriva dall’emarginazione, dalla chiusura ingiustificata degli altri verso ciò che è diverso, dalle vessazioni dei bulli e dalla conseguente grave insicurezza. In lui, vi è un’inconsapevole e forte sofferenza di base.
Nel corso della lettura vi dimenticherete della sua menzogna e penserete a lui solo come un padre sfortunato, che non riesce a tollerare la distanza dalla sua bambina. Non potrete fare a meno di provare compassione nei suoi confronti.
“Aveva preso solo il meglio da te e da me, Laura. Questo l’avevo capito subito, appena era nata”
Credete che il nome di una persona possa influenzarne il percorso di vita e i rapporti con gli altri?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐