racconto
Self-publishing
19 gennaio 2021
cartaceo, ebook
27
Ci sono pinguini nuovi nella Colonia, dicono che siano più grassi e che sia a causa loro se le orche sono aumentate così tanto. Cosa fare? Cacciarli? Usarli? Sottometterli?
Hanno diritto di rimanere nella Colonia? Sarà in questo è il momento Frost e Pinna diventano genitori. Quando si renderanno conto della situazione attorno a loro? Agiranno? Come? Che futuro lasceranno ai loro cuccioli?
“Prese un altro profondo respiro ed indicando con il becco un punto alla sua destra disse “Tutto è iniziato quando sono arrivati loro”.
Frost si voltò nella direzione indicata, il suo sguardo si perse in una moltitudine di pinguini ondeggianti a perdita d’occhio”
Non sto scherzando! I protagonisti di questo racconto sono davvero dei pinguini… e parlano! Parlano così tanto, e bene, che, alla fine della lettura, il lettore si rende conto di quanto siano anche stati in grado di insegnare.
Emanuele Augusto Tamborini, in La Colonia, metaforicamente ci mostra tanti aspetta della società contemporanea, ma non solo. Non vi nascondo che, più volte, ho collegato le vicende ai totalitarismi, alle dittature, ai soprusi… e forse non a caso. Credo che l’autore voglia farci comprendere come, da singole scelte, prese in momenti di difficoltà e al fine di salvaguardare soprattutto se stessi, si commettano errori e si arrivi ad una guerra. Quante volte, episodi del genere, li abbiamo visti raccontare nei libri di storia come preludi a guerre mondiali? Tante.
“… prima di allora non avrebbe mai detto che felicità e tristezza si potessero provare allo stesso tempo”
Una cosa che, però, nel libro di storia non troviamo, ma nel racconto di Tamborini si, è lo stato d’animo dei personaggi protagonisti del racconto. C’è Pinna, che rappresenta il fronte dell’èlite; Frost, che rappresenta il valore dell’umanità, e non intesa come insieme di popoli. Un’umanità che ci insegna un principio di convivenza pacifica fondamentale: l’uguaglianza! Non importa se si fa parte dei pinguini originari della Colonia, o di quelli “nuovi” o di quelli “rinnegati”: solo con l’unione si possono superare i momenti di difficoltà che minano addirittura alla sopravvivenza.
Il racconto, seppur breve, si snoda su diversi livelli temporali: una panoramica di quanto un singolo episodio di vita possa riverberare i suoi effetti e le sue conseguenze sull’intera storia ed essere tramandato di generazione in generazione. Poche pagine, ma brillanti e ricche di valori, che vi invito a leggere.
“Frost guardò dove gli indicava con la piccola pinna. Davanti a loro, dall’altra parte del golfo, il ghiaccio, per un tratto, lasciava il suo naturale candore per divenire rosa.
«No, non è bello. Credo che sia giunto il momento di raccontarti la Storia».
L’autore usa un linguaggio molto chiaro, quasi elementare, con prevalenza di discorso diretto: si ha l’impressione di essere davanti alla televisione e guardare uno di quei vecchi cartonati che comunicavano i messaggi più esemplari ai bambini. Davvero una bella sensazione! E pure nella stoltezza, quanto è umano il personaggio di Frost, sia nelle debolezze che nella personalità! Vi consiglio vivamente di fare la sua conoscenza… ne vale la pinna!
Unica nota dolente: la carenza di una precisa punteggiatura. Mancano molte virgole, punti, pause da un periodo all’altro. Il che è utilo, soprattutto, se, come mi auguro, questa storia venga letta ai propri bambini.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.