romanzo contemporaneo
Sperling & Kupfer
2024
Cartaceo
394
Sarah va a caccia di libri, ma non solo. Colleziona mappe, ama i manoscritti e le vecchie carte geografiche, e si trova decisamente più a suo agio con le pagine stampate che con le persone.
Dalla morte della zia Amalia, che ha cresciuto lei e sua sorella, Sarah vive da sola nella sua villa circondata da un rigoglioso giardino in fiore e da tantissimi volumi antichi. Infatti, ha deciso di portare avanti la passione della zia, rilegando libri e prendendosi cura della sua sterminata biblioteca, con l’unica compagnia delle sue amate tartarughe Bonnie e Clyde.
Ma tutto cambia improvvisamente quando Benjamin, un giovane bibliotecario della British Library, bussa alla sua porta: ha bisogno di aiuto per rintracciare un’antica mappa stradale romana, un incarico che la zia Amalia aveva accettato poco prima di morire, ma che non era riuscita a portare a termine.
Così Sarah decide di partire con Ben all’avventura a bordo della sua vecchia auto, in compagnia delle due tartarughe, alcuni atlanti polverosi e tantissime domande in cerca di una risposta. Inizia un viaggio che li porterà in Francia e in Inghilterra, nell’incredibile mondo dei libri da collezione e delle mappe smarrite, e sulle tracce del passato di Amalia.
Un viaggio che forse cambierà per sempre le loro vite.
Quando ho scelto di leggere “La collezionista di libri” di Elisabeth Beer, edito Sperling & Kupfer, l’ho fatto principalmente per la sua copertina, che mi ha colpito immediatamente. Racchiude un mondo in una semplice foto.
Conoscere Sarah e il lavoro, che con passione svolge insieme ad Amalia, la zia, mi ha fatto pensare a quanto sarebbe bello svolgere un lavoro del genere.
Sarah e sua sorella sono orfane di entrambi i genitori. Per il lettore, è facile entrare subito in empatia con loro, con la loro sofferenza e solitudine.
Ognuno delle due ha affrontato il lutto in maniera diversa. Per Sarah i libri sono stati la sua salvezza. La sorella, invece, si è distratta, dedicandosi alle uscite con gli amici.
Pagina dopo pagina, ho potuto vedere l’animo ferito di Sarah in tutte le sue sfumature.
“Se non impari da piccola a credere che esistano ancora i miracoli, non lo imparerai mai”
Per fortuna, entrambe hanno potuto contare sull’affetto della zia Amalia.
Tutti vorremmo avere una zia eccentrica e particolare come Amalia, che, con il suo carattere gioioso e le sue parole dette al momento giusto, è in grado di aiutare chiunque.
A rendere la trama ancora più accattivante è stata la ricerca di un’antica mappa che porterà Sarah ad uscire dal suo guscio, conoscere il mondo esterno, fare pace con un passato che non conosceva sulla zia e, finalmente, lasciarsi andare nell’avere contatti con altre persone, come Ben.
Il personaggio di Ben, a mio avviso, è molto importante e giocherà un ruolo essenziale per il cambiamento emotivo di Sarah.
L’autrice ha trattato temi importanti, come la perdita, la solitudine, la discriminazione, in modo delicato e con il suo impeccabile stile di scrittura.
“La collezionista di libri” è un libro che fa riflettere su molte cose.
Secondo voi, dovrebbero esserci più percorsi di libro-terapia?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐