horror
Algra Editore
2021
cartaceo
77
Un uomo di mezza età abita in una piccola casa in una valle circondata da un tetro bosco, a mezz’ora di cammino dal paese dove lavora. Conduce una vita all’apparenza tranquilla, finché qualcosa di nascosto, e al contempo terribile, scuote la sua coscienza e la monotona quotidianità con la quale da anni convive. Il terrore lo proietta in un mondo oscuro in cui bisogna saper fare le scelte giuste per salvarsi. Ci riuscirà?
“La casa nella valle” è un romanzo di 77 pagine, opera prima dell’autore Domenico Arezzo; nasce da un’idea allettante, mostrare come l’horror più vero si annidi nei meandri dell’uomo.
Cosa si nasconde nel cuore di un uomo?
La casa nella valle, avvolta nella nebbia nel bosco, scoprirete essere il simbolo dell’animo umano e delle tenebre che lo abitano.
Il protagonista Alberto, che la abita, sembra condurre una vita apparentemente normale, fra casa, villaggio e segheria. Ma scopriremo che non tutto è come sembra.
Ahimè, con una punta di dispiacere, essendo un’opera prima e avvertendo la cura che vi è dietro questo lavoro, ma con l’onestà che sono solita avere quando scrivo le recensioni e che è la filosofia del nostro blog, non posso nascondere gli aspetti che non mi hanno convinta.
Domenico Arezzo ha scelto di utilizzare un linguaggio narrativo altamente lirico, con un’attenta e meticolosa scelta delle parole, un uso generoso delle rime che, pur costituendo un sapiente esercizio di stile, toglie tantissimo al pathos.
“In una di quelle notti feroci animali, in lotta per la vita, s’arrendevano alla morte dalla falce appuntita” – La casa nella valle
Inizialmente ti colpisce l’originalità della scelta, poi però ti accorgi che fai fatica a seguire la narrazione. L’estetica stilistica ti distrae, le emozioni rimangono in superficie.
Tutto questo, sia per un thriller che per un horror, generi in cui le emozioni ti devono penetrare come una lama affilata, diventa un grosso problema.
Mi duole dirlo perché, come ripeto, si nota il lavoro che sta dietro alla scelta delle singole parole, il cui accostamento è fatto con cura ed eleganza; non è però, a mio parere, lo stile più indicato a ciò che si prefiggeva essere questo libro: un horror psicologico.
Tre stelle per l’impegno e il lavoro!
L’autore
Domenico Arezzo nasce a Ragusa nel 1967. Dopo aver frequentato gli studi classici, si laurea in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma. Attualmente esercita la professione di consulente aziendale a Ragusa. E’ sposato e padre di due figli adolescenti. Lettore di romanzi e di saggi di psicologia, è sempre stato appassionato di scrittura. Ha vinto, nel 1986, il Primo Premio Nazionale sui 40 anni della repubblica Italiana.
Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.