romanzo di formazione
Fazi Editore
2 dicembre 2021
cartaceo, ebook
350
Torino, anni Settanta. Dora vive in una casa sul fiume insieme alla sua numerosa famiglia, chiassosa e stravagante. Le giornate trascorrono secondo regole bizzarre finché un giorno questo strano equilibrio viene incrinato dal lutto. La casa di colpo si fa triste e silenziosa, ma, altrettanto improvvisamente, Dora inizia a sentire rumori sinistri.
Per sfuggire a questa atmosfera opprimente, la bambina trova rifugio in un luogo dove il silenzio regna sovrano ma la quiete non è espressione di malinconia bensì di rispetto e raccoglimento: la biblioteca. Qui Dora farà la conoscenza del “lettore centenario”, l'avvocato Ferro, che ha dedicato l'intera esistenza ai libri e che decide di prendere la ragazzina sotto la sua ala per educarla al piacere della lettura. Ma crescere non è facile e la vita di Dora prenderà pieghe inaspettate tra smarrimento e segreti che riaffiorano dal passato mentre la sua famiglia si divide inevitabilmente e la casa sul fiume diventa solo un ricordo.
Un romanzo di formazione in cui l’amore per i libri aiuterà la protagonista a trovare il suo posto nel mondo. Una caccia al tesoro letteraria sulle tracce dei ricordi dell’infanzia.
Si chiama Dora, come il nome del fiume che attraversa Torino, la protagonista del romanzo “La biblioteca dei sussurri”. Un racconto dove i “suoni” e i “rumori” hanno una loro funzione “magica”. E i luoghi non sono solo le ambientazioni della vicenda che vede Dora protagonista, ma parte integrante del tessuto narrativo.
Si percepisce, in questa opera di Desy Icardi, un’aura di realismo magico che ricorda i lavori di Marquez, sapientemente arricchito dall’arte affabulatoria propria della Allende. In sintesi, da questa opera emerge quella capacità di raccontare la storia di una famiglia in un modo particolare e unico. Un racconto, dunque, che cattura per la sua freschezza e la sua fluidità, proprio come il fluire delle acque della Dora, ma che diventa anche una storia capace di sondare la parte introspettiva e di crescita della protagonista.
“Compresi finalmente di non avere soltanto la capacità di percepire la tristezza. Potevo sentire anche la felicità. E se fino a quel momento non avevo udito il suo suono era soltanto perché, in fondo, non ci avevo provato; d’altronde, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, giusto?” – La biblioteca dei sussurri
La storia, narrata attraverso la voce di Dora, inizia nel 1971, quando all’età di sei anni ella vive gli anni della sua infanzia nella casa della prozia Dorina. Una casa un po’ macilenta che, nel racconto, non è solo un edificio, ma una presenza fondamentale, con un carattere ben preciso, nascosto nei piccoli angoli e negli spazi comuni. È soprattutto una casa rumorosa; un nido pieno di vita dove la prozia ospita, in una sorta di tribù matriarcale, oltre a Dora e ai genitori, anche gli zii con il cugino Fulvio.
I personaggi che abitano quella che ha “la forma di un casolare di campagna […] anche se si trovava in città, a un paio di chilometri dal centro di Torino,” sono proprio come i mobili che trovano posto all’interno della dimora. “Tanti nonché differenti l’uno dall’altro” ma, proprio come gli oggetti, ognuno “trova naturalmente il suo posto, armonizzandosi con il resto dell’arredamento senza richiedere che qualcos’altro venisse gettato via per fargli spazio.”
Una casa con una sua personalità magica, dall’atmosfera determinata dalla padrona di casa, la prozia, una donna da tutti chiamata “Dorina degli spifferi” per la capacità che la contraddistingue, quel dono di saper cogliere i sussurri ed i lamenti nelle case di chi è morto. Dotata, infatti, di una spiccata capacità di ascolto, la prozia sente i suoni che sfuggono agli altri. “La sua missione,” infatti “era ripulire quelle che lei chiamava ‘case lamentose’, le abitazioni, cioè, che trattenevano tra le loro mura i rimpianti”.
Una capacità che anche Dora, bambina, nel clangore della sua vita famigliare, possiede, circondata dall’ambiente magico e protetto della sua allargata e rumorosa famiglia. Crescendo ed entrando nell’età matura, inizia, però, a rendersi conto che c’è una dimensione del reale che la circonda, la realtà che la porta a nascondere e a non sentire più i sussurri. E questo non è altro che il modo per allontanare da sé le “cose brutte” della vita, i segreti che ogni famiglia nasconde. Diventare adulti significa soprattutto guardare in faccia la realtà, al di là di quel velo magico che l’infanzia ha allargato intorno a sé. Ed è per tale motivo che, nel momento in cui cala il silenzio, dopo la morte degli zii, la malconcia casa sulla Dora viene abbandonata.
“Fu quando la morte prese confidenza con la nostra casa, e il silenzio delle stanze si fece irreversibilmente denso, che fummo costretti ad abbandonarla”
È in quel frangente che la protagonista si rende conto che anche il silenzio può essere rumoroso, soprattutto quando la circonda. E si trova a dover fare i conti con gli eventi non sempre limpidi, avvenuti nella sua famiglia. Per fuggire da quell’assordante silenzio, non resta, dunque, che ripararsi in un luogo dove il silenzio ha una sua ragion d’essere, ossia la biblioteca. Anche qui, Dora percepisce i sussurri; solo che questa volta le voci sono allegre, perché allegri sono i lettori del passato, i quali nei libri hanno trovato un mondo di evasione e di felicità.
Ed è sempre in biblioteca che Dora conosce l’avvocato Ferro, un novantenne che ha dedicato la sua vita ai libri e alla lettura. Un uomo peculiare che, come la prozia Dorina, diventa un centro di gravità per il suo animo spaesato. Una Dora più adulta imparerà, infatti, attraverso le letture suggerite dal vecchio avvocato, a convivere con i drammi e i dolori della perdita dei suoi famigliari. E, se vogliamo, sarà grazie ai libri che Dora imparerà a crescere e a raggiungere, quindi, la maturità.
“La biblioteca dei sussurri” è, per tale motivo, un romanzo di formazione, dove viene esplicitato il passaggio dall’infanzia velata di magia alla vita reale di adulta. Un passaggio che permette di cogliere il messaggio del racconto. Ognuno di noi ha un posto nel mondo, basta saper ascoltare e forse anche leggere!