
Romanzo
Morellini Editore
Ottobre 2022
Cartaceo
137

Chiara è una donna anziana che da ormai dieci anni vive nel passato poiché afflitta da una malattia che non le permette più di formare nuovi ricordi. Una condizione singolare, con un risvolto inatteso: permette, a chi parla con la signora Chiara, di tornare indietro a un momento nel tempo in cui la vita era sembrata gentile.
La donna non ricorda, per esempio, che Gioacchino, l’unico figlio del signor Morbidelli, è guercio poiché ha perso il senno e in un episodio psicotico si è strappato via un occhio. Giacché la signora Chiara ignora il presente, continua a chiedere al padre di quel figlio bello di pochi anni prima. Mentre la gente del paese sogghigna alla vista del signor Morbidelli, la donna è l’unica a riservargli la stessa cortesia di una volta.
Sarà così che l’uomo si troverà a cercare la smemorata nella speranza di rivivere attraverso lei i giorni andati. A uno a uno, gli abitanti del paesino si siederanno al tavolo della signora Chiara per ricevere la stessa consolazione: tornare indietro a quando si era (o si pensava di essere) felici.
La signora Chiara, protagonista de “La bellezza rimasta”, sposata con il signor Antonio, vive la sua vita in un piccolo paesino, Filaccione, dove tutti si conoscono, dove le voci girano in fretta. Da una decina d’anni è affetta da una patologia che non le permette di creare nuovi ricordi. La sua memoria è ferma a prima della malattia. Condizione causata da anni di abuso di alcool, dovuto dal vivere una vita infelice, al fianco di un marito che non l’ha mai amata e non ha voluto figli da lei.
“Arrivata ai settant’anni, la routine della signora Chiara era invariata da almeno un decennio, da quando era rimasta intrappolata in un eterno passato.”
Un giorno al paese, il signor Morbidelli, il pasticcere, incontra la signora Chiara. Nel suo saluto e nelle poche parole gentili che lei gli rivolge, si sente felice. Da anni nessuno gli rivolgeva più la parola con gentilezza, senza un sottofondo di giudizio e malelingue. Tutti parlano e sanno del figlio pazzo, Gioacchino, che in un momento di estremo delirio si è cavato un occhio.
“Era da tanto che nessuno gli parlava più così del figlio, e provò una timida gioia nel ricordarlo com’era stato prima della pazzia”
Ecco che il signor Morbidelli trova, nell’incontro con la signora Chiara, pace e serenità da una realtà che non è capace di vivere. Decide, quindi, di farle visita a casa per chiacchierare con lei e trovare conforto in un passato che può ancora immaginare.
Un giorno, recandosi a casa della donna, trova in cucina anche la vedova Rinaldi e i due si capiscono al volo. Sanno entrambi il motivo per cui si trovano lì.
“Eh, ma d’altronde se quella realtà esiste ancora nella mente di una persona, allora può esistere nuovamente anche per me. Chi avrebbe mai detto che la dimenticanza potesse essere un dono?” – La bellezza rimasta
Il paese è piccolo e le voci girano. Pian piano, tutti gli abitanti di Filaccione si avvicinano alla signora Chiara per dimenticare, come lei, il presente.
E voi lettori, vorreste mai scappare dalla realtà, e tornare al passato?
Roberta Zanzonico, ha creato una storia che ho trovato molto affascinante e piena di spunti di riflessione. Riflessioni che possono partire già dalla copertina. Fantastica. Un’immagine che parla.
Una scrittura semplice e lineare che accompagna il lettore all’interno di questo paesino alla ricerca di un messaggio profondo.
“La bellezza rimasta”, dove sta? Nei nostri ricordi che sbiadendo diventano sempre più belli o nella vita vera e vissuta nella quale è insita anche l’infelicità?