romanzo contemporaneo
Land editore
novembre 2022
cartaceo, ebook
142
Una bambina nata da una donna che non riesce ad amarla, né a diventare culla e poi casa dove poter vivere in maniera naturale. Una bambina nata in un mondo privo d'amore, che sembra volerla respingere in ogni modo.
Non tutto è nero, però, nella vita di questa creatura, prima bambina e infine donna, nata sotto un "cielo avverso": ci sono intorno a lei punti di luce che la aiuteranno a superare ogni cosa. Punti pieni d'amore, quell'amore che lei è così ansiosa di donare a qualcuno.
La bambina che voleva amare non è nient'altro che questo: la storia sommessa, a tratti crudele ma sempre straordinariamente verosimile e vivida, di una bambina costretta a diventare adulta troppo presto, che ha imparato a non sentire il corpo e che scoprirà, stretta nella morsa della depressione, l'importanza della gratitudine, nonostante tutto.
Ci sono diverse farfalle blu sulla copertina di questo libro. Le farfalle sono libere. Le farfalle subiscono una importante trasformazione nella loro vita: per diventare la più bella versione di loro stesse devono rompere il bozzolo in cui si rinchiudono per qualche tempo.
E proprio nello stesso modo, anche la protagonista de “La bambina che voleva amare”, Alice Fabbri, ha bisogno di rompere diversi bozzoli, di rompersi tante volte in tanti pezzi per potersi ricomporre e rinascere.
Adele Oriana Orlando, attraverso l’escamotage del diario, del racconto in prima persona della protagonista, ci fa vivere il suo cambiamento, la sua maturazione attraverso le avversità della vita.
“Mentre lo racconto ora mi accorgo che proprio lei, proprio mia madre, è stata il primo bullo della mia vita. La prima persona che ha usato tutta la sua rabbia e la sua violenza su di me“- La bambina che voleva amare
Alice nasce in una famiglia che non funziona. La madre non è capace di provare amore verso di lei; non manca di dimostrare tutta la sua insofferenza verso la figlia, sia fisicamente che psicologicamente, con ricatti, insulti e minacce. Il padre, almeno nei primi anni della sua vita, è distante e incostante.
Questa famiglia disfunzionale crea in Alice insicurezze e paure, che sono ben visibili anche nelle sue relazioni extrafamiliari. Viene derisa a scuola e umiliata.
Sembra sempre che non ci sia un limite al dolore che può arrivarle addosso. Ogni volta che sembra uscire da un bozzolo, ecco che qualcosa va ancora storto nella sua vita. Incontri sbagliati, perdite, tradimenti e sempre lo spettro della madre che le ricorda che lei non merita niente, che non può pensare di essere felice. Mai.
Ci sono però delle piccole fiammelle di bontà e di amore nel corso degli anni, la nonna, l’amica Anna e la madre Matilde, il marito Enrico, la figlia Margherita che la fanno restare a galla.
“Non ho scelto Enrico per quello che avrebbe potuto darmi, ma perché con lui non ho dovuto fingere anche solo per un istante della mia vita” – La bambina che voleva amare
Più volte lo sottolinea in queste pagine, che sono un diario personale che scrive quando decide di dare una svolta alla sua vita. E si sente fortunata nell’aver conosciuto così tanto amore, in tanti momenti, dalle persone giuste e dalle persone che l’hanno sempre vista per quello che è realmente, una farfalla pronta a volare.
“La bambina che voleva amare” è un bel viaggio, un bel volo, restando in tema di farfalle. Una storia che fa riflettere e commuove. La scelta di far raccontare in prima persona la storia alla protagonista ha reso la lettura una scoperta per il lettore e per la protagonista stessa. Sembra che anche lei, mettendo su carta la sua vita, abbia modo di fare chiarezza su chi era, chi è e chi vuole essere.
Un romanzo ben strutturato, che colpisce soprattutto per il messaggio che vuole mandare. Come scrive l’autrice nei ringraziamenti “… la vita è proprio una fantastica avventura da assaporare, respirare e abbracciare“.