
autobiografia, narrativa
Mondadori
2021
cartaceo, ebook
168

"Te che non sei nato dalla mia pancia ma dal mio cuore. Te che hai una faccia diversa dalla mia, anche se tutti dicono che mi somigli. Te che la vita è bastarda, perché ti ha fatto nascere in un posto e rinascere in un altro. E non hai potuto scegliere. Nessuna delle due volte."
C'è una storia nella vita della comica più amata d'Italia. Una storia complicata, ma anche piena di momenti divertenti, che nasce con l'affido di due ragazzi da un istituto e continua negli anni con tutto quello che comporta crescere dei figli: i dubbi, gli spaventi, i ricevimenti professori, i fidanzati, i tatuaggi, la stanchezza, il senso di colpa, di inadeguatezza, costante: "Dio come le ho odiate queste mamme perfette, genitrici naturali di figli perfetti. Pitonesse dagli occhi a mirtillo sempre pronte a farti sentire inadeguata e inutile come il mignolo per le arpiste.
A spampanarti il cuore, a te che ti danni l'anima nel tentativo di trasformare quel mucchio di detriti in un bambino tranquillo e felice. Provaci tu, madre gaudiosa, a inventarti madre a quarant'anni di due bambini di nove e undici anni senza un minimo di tirocinio…".
Luciana Littizzetto racconta questa storia privata in un memoir potente e originale, senza risparmiarsi niente, nemmeno i momenti più duri, "quando il cuore si scartavetra, si corrode a forza di ruminare lacrime, e ti convinci che non hai capito una mazza, un tubo di niente e di niente".
Si racconta con sincerità e grazia, spingendo la scrittura umoristica verso una nuova frontiera, mettendola al servizio dei sentimenti più profondi e contraddittori: "l'amore è un puttanaio infinito, un guazzabuglio che ti fa battere il cuore e saltare i nervi, a volte nello stesso momento. In sincrono. E qui si tratta d'amore".
“L’amore vero di una madre è quello che lascia diventare i figli quello che sono” – Io mi fido di te, Luciana Littizzetto
In “Io mi fido di te”, davvero tanto bello, Luciana Littizzetto racconta la storia della sua famiglia, nata quando assieme al suo compagno ha deciso di intraprendere la bella, seppur a volte complicata, strada dell’affido.
Così sono arrivati nella sua vita i suoi due figli ed è iniziata la loro storia insieme. Storia che ci viene raccontata con cuore in mano, con ironia e tanto amore.
L’affido ha in comune con l’adozione questo saper cogliere che l’essere madre è un qualcosa in più del generare un figlio. Quando fai questo passo, parlo con cognizione di causa, capisci che non accogli solo un bambino, ma tutta la sua storia. E questo accade ancora di più nell’affido, dove il legame con il genitore naturale non viene reciso definitivamente.
Questo comporta che devi saper essere elastico:
“La famiglia deve essere una roba morbida, perchè più è morbida e meno si sbattono le testate”.
Anche la maternità è una storia di amore, esperienza bellissima ma non per questo semplice perché:
“L’amore è un puttanaio infinito, un guazzabuglio che ti fa battere il cuore e saltare i nervi, a volte nello stesso momento”.
Come in ogni storia d’amore, non c’è un canovaccio da seguire, delle istruzioni per l’uso. Impari che si va per tentativi, che la perfezione non esiste, che siamo esseri umani con i nostri limiti e le nostre potenzialità
“Ciascuna è madre a modo suo. Uniformarsi e tentare di eguagliare dei modelli diversi temo non sia una scelta salutare” – Io mi fido di te, Luciana Littizzetto
In più questi amatissimi figli del cuore, sia affidatari che adottivi poco importa, si portano dentro un vuoto incolmabile: l’abbandono.
Con molta sensibilità e profondità, l’autrice osserva come noi madri adottive ci troveremo sempre a dover affrontare quel buco nell’anima che i nostri figli portano con sé. Però possiamo imparare a guardare questo buco senza averne paura, a fare attenzione a non caderci, a trovare dei rami a cui aggrapparci.
Questi rami sono proprio il nostro amore, quello stesso amore che ci consente sempre di stare in bilico come equilibriste e di ricucire strappi e pieghe. Gli spettri del passato, infatti, ritornano ciclicamente e tu devi saper fare da argine, da sfogo, con tutto l’amore di cui sei capace; e davvero capisci che è l’amore a dare sostanza a tutte le cose.
Impari la pazienza di lasciare crescere, di saper aspettare che tuo figlio maturi… virtù divina.
Come un giardiniere, dice bene l’autrice, che sa come ogni pianta ha un suo tempo di fioritura, devi essere consapevole che anche tuo figlio fiorirà al tempo opportuno.
“Il suo tempo è quello lì e non coincide con quello degli altri”.
Non è forse semplicemente questo essere madri e padri?
Sostenerli, amarli e alla fine lasciarli liberi di essere se stessi.

Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.