Narrativa contemporanea
Montag
12 maggio 2020
cartaceo, ebook
306
Stefano Re ha chiuso col passato o almeno così pensa mentre si reca a lavoro nella comunità per alcolisti e polidipendenti Dioniso.
Ha una bella moglie, due figli, è appagato dal suo lavoro come educatore e sembra lontana la vita da campione indiscusso nei combattimenti clandestini, quando Milano era ai suoi piedi.
Ma il passato ha la brutta abitudine di tornare se ci sono dei conti da saldare e alla fine, se sai per cosa combatti, la vita trova sempre la sua strada. In direzione opposta.
“La vita trova sempre la sua strada”
Stephen e Sharon sono due ragazzi che vivono ai margini della periferia di Milano. Sono due tossici le cui vite si sono incrociate per puro caso e da quel momento non si sono più lasciati.
Eppure adesso sapeva di non aver vissuto fino al momento in cui i suoi occhi non avevano incontrato quelli di Sharon: aveva creduto di vivere, certo perchè il cuore batteva e l’aria entrava e usciva dai polmoni, ma la scintilla divina, quel fuoco sacro acceso solo dall’immane saggezza del divino a lui era mancata a lungo e aveva atteso come un tempio dove ogni cosa è pronta per la grande cerimonia e aspetta solo che la divinità gli conceda i suoi favori onorandolo della sua presenza. Poi un giorno era accaduto, semplicemente. Sharon era arrivata e lo aveva acceso e non c’era nulla, di umano o di divino, che avrebbe potuto mai più dividerli.
Il percorso che li ha portati a costruire assieme la famiglia che oggi hanno non è stato per nulla facile.
Sono entrati in una comunità di tossicodipendenti per trovare la loro cura. Le difficoltà incontrate durante quel lungo periodo sono state moltissime, ma l’incontro con i rispettivi care manager e la consapevolezza di dover scegliere tra vivere o morire li porteranno a dove sono ora.
Non tutto, però, è così facile. Quando tutto finalmente sembra andare bene e la felicità sia entrata nelle loro vite, ecco che il passato torna prepotentemente come un fulmine a ciel sereno.
COMMENTO PERSONALE:
Il racconto è scritto in terza persona, incentrato sul vissuto dei due protagonisti. In particolare sui ricordi che assalgono Stefano durante una normale giornata di lavoro. È costellato da terminologie tecniche proprie del lavoro di educatore. Questo, probabilmente, deriva dal fatto che l’autore stesso sia un’ educatore quindi metta la propria esperienza personale all’interno del racconto.
Gli argomenti principalmente trattati sono della dipendenza dalle sostanze, della cura, dell’importanza che ricoprono i rapporti personali, ma soprattutto della forza di volontà e delle risorse che ognuno di noi possiede, anche se non lo sa.
Stephen, Sharon e Michele insieme ai suoi satelliti stavano cercando a fatica la loro strada e ci stavano riuscendo, giorno dopo giorno, passo dopo passo e il fatto che stessero insieme era un bene per tutti.
Stephen proviene da una realtà critica, quasi al limita. Una vita passata a fare da madre alla sua stessa madre a causa di una serie di circostanze. Fatta per lo più di incontri di lotta clandestina in cui combatteva per un clan di mafiosi e di droga. Ad un certo punto, dopo aver incontrato la sua Sharon, inizia a sognare una vita normale, fatta di routine, amore, lavoro e famiglia. Deve combattere, però, con il richiamo, perché si fa sentire in maniera molto forte.
Quella notte era anche teso per un altro pensiero, qualcosa che lo pungolava più dell’astinenza, più di tutto il resto : era davvero pronto a dare un taglio con quella vita? Era davvero pronto a regole, quotidianità, mura, lavoro, stipendi e soprattutto figli?
Altrettanto forti, però, sono anche la sua forza di volontà e le risorse che scopre di possedere lungo il suo percorso. Una di queste risorse è proprio il pugilato che da problema diventerà la base su cui costruire la propria cura.
Per Sharon, invece, la strada è più dura. Anche lei viene da situazioni difficili che la destabilizzano più di una volta. Il suo punto di partenza sarà proprio la riconciliazione con la famiglia e l’importanza per lei di avere un loro supporto ed essere accettata nonostante i suoi errori.
Un buon libro, molto riflessivo e ben scritto. La storia la trovo molto bella e un buon spunto per molti ragazzi. Non mi è piaciuto la scelta stilistica di utilizzare molti salti temporali perchè a mio avviso rende più difficile capire la storia e rischia di renderla confusionaria.
A volte magari un po troppo tecnico nel lessico, ma mai pesante o noioso. Mi è piaciuto molto. Soprattutto il finale: inaspettato e pieno di suspense. 4 stelle.
L’autore
Alessandro Venuto: nasce a Chiavari (GE) in data 11/08/1983 e vive a Milano dal 2011.
Dopo essersi diplomato al liceo Classico Da Vigo di Rapallo, frequenta la scuola di counseling Accademia Socratica dove ottiene la qualifica a pieni voti. Nel 2011 si trasferisce a Milano per seguire la fidanzata di allora, una ragazza di origini cinesi di nome Wendy che frequenta dai tempi del liceo. A Milano si sposa e da questo matrimonio nascono due figli, Sophia Yinji e Thomas Jian.
Lavora come educatore in una comunità per la cura delle dipendenze.