
biografia romanzata
Mursia Editore
25 aprile 2024
Cartaceo, ebook
226

È una delle donne più straordinarie dell’intero Medioevo, capace di sovvertire regole e ruoli di un’epoca tutta al maschile, di battere gli eserciti imperiali, di essere amica fedele di uno dei più grandi papi.
Eppure su Matilde di Canossa e sui suoi domini che andavano dall’Adriatico al Tirreno, dal lago di Garda alla Tuscia, pare calato il silenzio che spesso è destino anche delle grandi donne della Storia. Chi era davvero Matilde e cosa è rimasto di lei?
Paolo Ciampi, scrittore di viaggio, prova a rispondere a questa domanda non con le ricerche dello specialista, ma da uomo in cammino attraverso le Terre di Matilde.
Sui sentieri dell’Emilia e della Toscana trova pievi, castelli, ostelli che ancora testimoniano della grandezza e della modernità di quella che fu detta Signora d’Europa.
“In cammino con Matilde” è un viaggio intrapreso da Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, ed edito Mursia Editore.
“Matilde, nome che sa di infanzia, però tutt’altro che mite. Di derivazione germanica, richiamo di virtù guerriere piuttosto che domestiche. Composto di maht, che esprime forza, e hild, che richiama la battaglia”
Quello di Ciampi è un racconto, in cammino. L’autore divaga molto, come se stesse chiacchierando con il lettore, raccontando suoi aneddoti che si collegano alla protagonista.
Sulla foto della copertina, scattata dallo stesso autore, campeggia il monumento a Matilde.
“È la statua di una regina disarmata… Col palmo della mano destra porge un melograno, tra le dita dell’altra mano, allungata sul fianco, tiene un libro”
Melograno, simbolo di fortuna e di fertilità, e il libro che rappresenta la conoscenza.
Una donna saggia, colta e determinata.
Paolo Ciampi si è sentito chiamato a compiere questo viaggio proprio dalla Grancontessa. Figlia di Bonifacio, detto il Tiranno, e di Beatrice di Lotaringia, di Matilde sappiamo solo l’anno di nascita: il 1046. Non si conosce né il giorno, né il mese, né il luogo esatto.
“Matilde è la terzogenita, dopo una Beatrice morta in tenera età e dopo Federico, l’erede designato. Anche per questo, credo, dei suoi primi anni si sa poco. È sempre una donna. Nessuno può ragionevolmente prevedere che sarà lei a ereditare la cospicua fortuna di famiglia” – In cammino con Matilde
Il 6 maggio 1052 fu una data memorabile. Uno spartiacque. Suo padre venne ucciso durante una battuta di caccia. Anche Federico, l’erede, muore poco tempo dopo.
“Rimangono loro, Beatrice e Matilde. Una donna con la sua bambina: e come tali costrette a cercare protezione”
Alla morte della madre, eredita tutto Matilde: un esteso Stato feudale dal lago di Garda al porto di Pomposa. Fu una vita avventurosa, la sua. Sposò a quattordici anni Goffredo il Gobbo, dal quale ebbe una bambina, Beatrice, che morì poche settimane dopo il parto.
La Grancontessa visse due anni e mezzo in Lorena, luogo al quale è legata da una credenza:
“Pare ci sia lei dietro il primo insediamento della prestigiosa abbazia cistercense di Orval. Ancora oggi una fontana porta il suo nome e si intreccia a una leggenda. Lei che smarrisce il suo anello nuziale nella sorgente. Una trota che balza fuori dell’acqua e glielo riconsegna… oggi questa abbazia produce la più nota birra trappista del Belgio. E sulle bottiglie c’è una trota che tiene in bocca un anello”
Rientrando in Italia, si ritrovò vedova. C’era chi sospettava che fosse stata lei “ad armare la mano del sicario”.
La Contessa di Canossa seppe utilizzare l’arte del compromesso. Trovava il coraggio di abbandonare le proprie posizioni per andare incontro all’altro. Nel suo territorio di Marola, per tre domeniche di ottobre, la Pro Loco dei giorni nostri organizza la Festa della Castagna, essendo in una zona di castagneti, voluti dalla Grancontessa nell’undicesimo secolo.
“È lei a cogliere l’importanza del castagno per la gente di montagna: un albero del pane che potrà sfamare, che si conserverà a lungo. È lei a diffonderne la coltivazione e a migliorarne la produzione”
Come il castagno, che in araldica è simbolo di tenacia e resistenza, così Matilde fu chiamata a resistere.
Il 1080 fu l’anno dell’imperatore, Enrico IV, e dell’anti imperatore, Rodolfo di Rheinfelden. Fu anche l’anno del papa, Gregorio VII, e dell’antipapa, Clemente III. E Matilde da che parte stava?
Da quella del papa: Gregorio VII prima e, in seguito, Urbano II, il promotore della prima Crociata. Cambiò il papa e cambiò anche il marito al suo fianco, “dopo Goffredo il Gobbo le tocchi per marito Guelfo il Pingue”. Anche questo matrimonio fu disastroso. Lei aveva quarantacinque anni e lui solo quindici.
Fu una donna che non seppe dare continuità alla sua famiglia. Una donna senza eredi, destinata a perdere quei numerosi possedimenti, che aveva strenuamente difeso.
Lungo il suo viaggio tra le terre di Canossa, Paolo Ciampi ci racconta anche l’etimologia di tante parole: come quella del lambrusco.
“Lambrum, il margine dei campi, e ruscum, la pianta spontanea. Cominciò così, con la vite labrusca che cresceva incolta ai margini dei campi. Un che di selvatico che si fa lavoro, tradizione, festa. Prestare attenzione sempre a ciò che spunta ai margini.”
Il giornalista ci parla del territorio del parmense, terra di stalle e di pascoli, e di una curiosità: la parola formadio fu trascritta, per la prima volta, nell’abbazia di Marola.
Matilde fu una sostenitrice delle abbazie e del prezioso lavoro di bonifica dei terreni da parte dei benedettini.
Quanto vorrebbe Ciampi fare un viaggio indietro nel tempo: vedere com’erano i castelli all’epoca e osservare la vita agreste dell’undicesimo secolo.
“E la grangia, sì, la grangia, che oggi è parola che non si usa più, ma appena ne cerchi l’etimologia, scovi un bel pezzo di storia della civiltà europea. C’è il granaio, dentro questa parola, che è seme affidato a terra fertile. Da essa discende il granaio francese e la fattoria spagnola”
Ciampi ci conduce, nel suo cammino, a calpestare la Storia insieme a lui.
Alla fine della sua vita, Matilde di Canossa si trovò in mezzo fra “un mondo al tramonto e un altro che sta spuntando”.
Morì la notte del ventiquattro luglio 1115, alla vigilia della festa di San Giacomo, “il santo del cammino di Santiago”. A questo punto possiamo capire il senso del titolo del libro: “In cammino con Matilde”, un racconto lungo un viaggio fra le terre di quella potente feudataria:
“Matilde di Canossa. La Signora d’Europa. Una delle donne più sorprendenti del Medioevo e dell’intera storia italiana”
Ringrazio la CE, Mursia Editore, per avermi inviato una gradita copia cartacea del libro di Paolo Ciampi.
4 stelle ⭐⭐⭐⭐☆

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.