
Romanzo
Mondadori
3 Settembre 2019
Cartaceo, e-book
216

Negli anni '50, in America, la segregazione razziale portò molti all'attuazione di crimini disgustosi. Nonostante la facciata mediatica fosse di apertura ed integrazione, soprattutto dopo i recenti avvenimenti della seconda guerra mondiale. Elwood Curtis, bravissimo ragazzo di colore, viene ingiustamente arrestato. L'esito sarà quello di dover scontare la pena presso un infernale istituto di rieducazione.
Le cicatrici che rimangono fuori hanno lasciato il loro segno, ma ciò che ti distrugge è quello che ti porti con te, fino nella tomba.
“A quando guar dava il gioco delle tre carte, né truffatore né pollo, fuori dalla partita ma al corrente di tutte le regole.”
“Lasciate ogni preconcetto voi che entrate” o per meglio scrivere, voi che leggerete. In questo caso farete bene a seguire il mio consiglio, innanzitutto perché questo libro ha tanto da offrire, perciò braccia aperte e accogliete; secondariamente perché è uno di quei testi che molto onestamente demolisce molte idee, aprendo la mente e il pensiero.
Non si tratta né di genere formativo e nemmeno psicologico, però chi di voi ha già letto le mie precedenti recensioni, sa che personalmente tendo a nuotare oltre lo specchio della superficie, andando almeno un po’ in profondità.
In questo caso l’esplorazione prosegue verso il basso, ma cambiando punto di vista una volta arrivati, potreste scoprire di essere in cima alla montagna dell’opposto della vostra partenza.
La Review di oggi, molto impegnativa per me, lo dico onestamente, sarà su “I ragazzi della Nickel”,scritto da Colson Whitehead e pubblicato da Mondadori, in inglese “The Nickel Boys”.
L’autore è un americano scrittore di professione, laureatosi presso la Harvard University, con all’attivo alcuni titoli interessanti fra cui “La ferrovia sotterranea”, vincitore del premio Pulitzer per la narrativa nel 2017. Allegherò qualche link in modo che possiate informarvi a vostro piacimento.
Io, lo sapete già, prima incontro gli scrittori attraverso le pagine, poi confronto con la biografia , perché mi piace guardare dentro gli occhi e dentro i libri. In questo caso mi aspettavo una laurea in ambito psico-sociologico.
La trama ve la racconto brevemente senza anticipare nulla, ma vi invito a non fare fede a quella proposta in sinossi su alcuni siti, perché fuorvia e non rende assolutamente idea e giustizia di ciò che è questo romanzo.
La storia ha come protagonista Elwood Curtis, un ragazzo “nero”, nato negli anni ’50 dello scorso secolo, in America, a Thalasee. Periodo storico della coraggiosa lotta del Dottor King, Reverendo Martin Luther King, che di fronte a minacce, oppressione, vessazioni e altre fra le peggiori azioni, rispondeva con «Amore, Amiamo, Perdoniamo» e invitava gli oppressi a fare lo stesso. Un po’ come è stata la marcia pacifica di Gandhi.
Loro sono stati degli esempi enormi per l’intera umanità, che non si è però fatta abbindolare, infatti la situazione mondiale non presenta effettivi e significativi cambiamenti rispetto ai due secoli precedenti. Elwood invece si, ha ascoltato The King attraverso un disco, si è fatto ispirare e motivare, è cresciuto forte ed onesto, nonostante le numerose difficoltà. Di intelligenza e temperamento singolare, “per quelli della sua razza”, sa che la cultura e l’impegno, l’onesto lavoro, il confronto, la rettitudine… prima o poi faranno cambiare il modo in cui gli altri, i “bianchi”, lo vedono e considerano. Cresce idealista e speranzoso, positivo sempre, anche se la paura di subire qualche percossa o una manganellata gratuitamente, lo accompagnano. Vive con la nonna Harriet, perché i suoi genitori lo hanno abbandonato, intanto a scuola un professore si accorge delle sue qualità, lo invita ad andare al college per crearsi qualche possibilità in più. Per inciso, il libro è ambientato in quel periodo in cui ancora i civilizzati europei e neo-europei, andavano in giro incappucciati di notte e tenevano divisi i ragazzi di colore dagli altri, dappertutto: parchi, ristoranti, bar, scuola etc.
Meritevole di frequentare un college, viene indirizzato dal professor Hill verso una grande prospettiva. Peccato che distasse una decina di chilometri e per raggiungere la sua meta prova a fare l’autostop. Un signore di colore accosta e lo fa salire, ma dopo poco la macchina viene fermata da una pattuglia, perché rubata dal guidatore. Completamente all’oscuro di tutto, Elwood viene arrestato e mandato alla scuola di rieducazione, la Nickel.
Qui conoscerete l’Inferno, quello dantesco, condividendolo con gli altri riformandi.
La narrazione, pur essendo una traduzione quella da me letta, rende molto bene alcuni aspetti e delicatezze espressive. Ovviamente la cosa migliore sarebbe confrontarsi con gli originali, come se si fosse di quel posto, per via del modo di pensare, formulare e comprendere, lo saprete bene.
Il ritmo è veloce, ma non assillante. Coinvolge e stravolge.
“Anche gli scarafaggi erano di razza nobile: quando accendeva la luce del bagno scappa- vano anziché ignorare la sua presenza. Il loro pudore gli sembrava un tocco di classe.”
Ho apprezzato molto la scelta di Colson di dividere il romanzo in 4 parti, preferendo fra tutte la terza, dove ha mirabilmente ricostruito tutto alternando narrazione odierna e flashback.
La parola che mi è piaciuta di più fra tutte quelle lette, è un aggettivo sostantivante utilizzato da Turner: gonzi, per indicare delle persone ingenue e facilmente raggirate. Parola chiave, key word: resistente, tradotto da “resilient”, che ci ricorda molto resilienza, una magnifica parola nel vocabolario italiano.
Passiamo ora a considerazioni un po’ interessanti. In questo romanzo gli elementi sono davvero moltissimi: etica, giustizia, sociologia, psicologia e razzismo sono quelli che più mi hanno colpito.
Io, nel mio piccolo, spero sempre di poter cambiare il mondo e di veder sparire un giorno molte cose superflue come la guerra o la cattiveria. Etica e giustizia sono disgiunte sia nella narrazione che nella nostra realtà, questo penso lo sappiate, ma non voglio darlo per scontato. Pensateci un attimo, riflettete. Questi pensieri si sviluppano autonomamente come su due binari, talvolta si sovrappongono, altre volte si incrociano prendendo direzioni molto diverse.
Altra cosa che viene raccontata con il giusto livello di realismo e delicatezza, è l’aspetto collegato alla perfidia con cui alcune persone attuano le loro azioni, specialmente se hanno potere.
Molti studi sono stati condotti da rinomati personaggi, provate a cercare la bibliografia tecnica sviluppata intorno al concetto di Potere, Spersonalizzazione, Annullamento, Contesto.
Il principio fondamentale che molti si dimenticano è che abbiamo l’obbligo morale di essere la miglior versione di noi stessi, sempre. Possiamo essere gli eroi della nostra storia in qualunque momento. Questo è importante ricordarlo.
Io sono ormai informato a sufficienza, anche sulla base di alcune esperienze, per non meravigliarmi più di fronte alla possibilità o ineluttabilità di alcune vicende. Triste realtà.
Il libero arbitrio esiste e ogni persona ha la facoltà di agire in uno spettro modulabile e variabile da pessimo a idilliaco. In questo ci sono davvero molte sfumature.
Lo scritto è identificato nel genere del romanzo, perciò la vicenda non può riportare anacronisticamente dati reali, ma non dubitate della verosimiglianza di molte cose. Potreste cadere in errore.
Il mio stomaco e il mio cuore hanno piroettato più volte, per indignazione, rabbia, sofferenza e dolore. Il che mi fa congratulare con questa penna fantastica, per l’ottima capacità di creare empatia e sensibilizzare adeguatamente.
Mi ha fatto ricordare un commovente film del 1992, “La forza del Singolo” o “The Power of One”, con Morgan Freeman, tanto è stato il mio coinvolgimento.
Mi ha fatto persino piangere, chissà se di gioia o per altro motivo?!
In definitiva, bellissimo lavoro. Consigliato, si ma non a tutti.
Cuori forti e stomaci robusti sono pre-requisiti, ma dalla terza superiore in avanti penso che la maggior parte dei lettori possa farcela. Potrebbe essere anche usato come testo integrativo per un approfondimento scolastico, visto il contenuto.
Grazie per aver scritto I Ragazzi della Nickel signor Colson, le memorie vanno risvegliate.
Vi auguro buona lettura.
Marco Chabod
New York, 1969. Scrittore statunitense, vincitore di numerosi premi, è erede del romanzo postmoderno, della saturazione mediatica che diventa meditazione sulla storia e sul suo assorbimento nella cultura del consumo. Ne L’intuizionista (Mondadori, 2019) gli ascensori diventano simbolo di sviluppo verticale e di un’ansia di promozione sociale che seduce anche i neri. Dopo John Henry Festival (Sur, 2018) mostra un mondo minacciato da un nuovo razzismo, di cui la cultura delle merci si fa veicolo e in cui la pubblicità è la principale fonte di ispirazione nella vita delle persone, mentre il postapocalittico Zona Uno (Einaudi, 2013) destruttura il genere horror. La ferrovia sotterranea (Sur, 2016) è stato un successo internazionale che gli è valso il Pulitzer e il National Book Award. Nel 2019 pubblica I ragazzi della Nickel (Mondadori, 2019).

I was a student, an adolescent, an idealist, a Fury, a young man, a nephew, a son, Anger, Lover, baker, barman, waiter, cook, dreamer, writer, mask, husband, uncle, player, athlete, rugby player, rugby coach, student again, humanist, philosopher and thousands other things. Adesso ho deciso di essere e di cominciare da Marco. Pertanto mi diletto con piacere a leggere, recensire e intanto amplio il mio Universo personale.