
romanzo contemporaneo
Albatros
2023
cartaceo, ebook
131

Ognuno e ognuna di noi fa i conti con i propri limiti, con le proprie paure, con le proprie ansie e idiosincrasie. Sono tutte quelle sensazioni che ben conosciamo e che ci accompagnano dalla più tenera età e non sembra abbiano l'intenzione di abbandonarci, neanche per un minuto. Ci stupiamo, ne abbiamo timore, impariamo a conviverci e a dialogarci, a volte le utilizziamo come nostri speciali punti di forza. Ma loro sono sempre lì a piegare la nostra esistenza secondo i loro capricci.
L'ansia (e tutto ciò che le somiglia) è fatta così, un po' biricchina un po' strafottente, emerge improvvisa quando meno te lo aspetti e ci blocca lì dove siamo, oppure rimane sonnacchiosa dentro di noi che aspettiamo il momento in cui si affaccerà di nuovo sulla scena della nostra esistenza. Ha la capacità di essere sempre presente anche quando non c'è. Insomma, riesce comunque a spettinarci il cervello.
Tutto questo si è amplificato nei "giorni del Covid" con tutto quello che ha significato per ciascuno di noi. Ma l'ansia è anche ansia di vivere, insofferenza alle sciocchezze, fame di relazioni sane e profonde, incessante voglia di ridere, capacità di non fermarsi alla superficialità dei nostri sentimenti e dei nostri impegni. Anche per questo, un pochino la coccoliamo e la riconosciamo come qualcosa che ci appartiene e che, nel bene e nel male, ci caratterizza.
Diciamoci la verità, difficilmente riusciremmo a vivere senza ed è così che la portiamo con noi, per tutta la vita.
Che rapporto avete con la vostra ansia? Ne soffrite? “In altalena su un granello di sale“, edito Albatros, è un libro scritto da Elsa Di Gati.
Ho deciso di leggere questo libro sotto consiglio di mia madre. Un giorno, mentre stava seguendo una trasmissione, lo propongono in diretta, mi segna il titolo e mi fa: “Secondo me, lo devi leggere. Parla dell’ansia e su come affrontarla”.
Approfitto del periodo estivo e mi abbandono alla sua lettura. Ormai, lo sapete bene, anche qui avevo ipotizzato delle cose. Insomma, si parla di ansia, credevo andasse a “scovare” un po’ nella psiche o che potesse dare dei consigli in più su come poter gestire l’ansia e gli attacchi di panico.
Le premesse erano buone, anzi, mi ero approcciata anche con la calma più totale al testo e ho provato a non andare in ansia nel leggerlo, cosa che, detta così, potrebbe far ridere. Ma gli ansiosi non sono mai pronti a mettersi “a nudo” e ad accettare ciò che succede loro. Inizio, quindi, la lettura, consapevole di ciò che potrei trovare al suo interno.
“C’è solo una cosa che odio: la mia ansia. Tante cose contro una, che però vince su tutte le altre. Piega la vita e l’affatica più di quanto già non sia”.
Serena è la protagonista del nostro romanzo e non sa effettivamente il momento in cui ha iniziato a soffrire d’ansia. Forse, inconsapevolmente, nessuno di noi lo sa.
Molti associano l’aumento dell’ansia al periodo del Covid e del lockdown, ed è un po’ quello che capita a Serena.
Lei ci racconta dettagliatamente i suoi momenti, quelli di “crisi maggiori”, quelli che tendono sempre a bloccare le sue emozioni e il corso della sua vita sino ad arrivare al momento del Covid. Lì, l’ansia di Serena raggiunge l’apice al punto di vivere completamente in una bolla e con la mania di dover tenere tutto sotto controllo per paura di poter contrarre il Covid.
L’autrice riesce a spiegarci i sintomi dell’ansia, ma soprattutto le reazioni di chi vive intorno a persone ansiose.
“Noi ansiosi viviamo così. Non viviamo la vita, la accogliamo, un po’ la temiamo, un timore reverenziale, più spesso la subiamo. Ciò che abbiamo intorno decide per noi. Non sappiamo mai come sarà la nostra giornata. Quando il cielo è terso, anche la più impercettibile nuvola grigia può trasformarsi in un temporale. Ne siamo assolutamente certi. Noi non distinguiamo fra un pericolo reale e ciò che consideriamo tale pure senza esserlo” – In altalena su un granello di sale
Beh, devo dirvi che le premesse c’erano tutte e anche le intenzioni.
I primi capitoli sono andati giù velocemente come l’acqua, molto intensi e ricchi di contenuti, caratterizzati anche da un ritmo molto veloce. Peccato, però, che poi sono arrivati i capitoli sul Covid.
Ed è così che un libro sull’ansia, diventa per magia un monotematico: solo e soltanto Covid.
Certo, l’ansia da Covid e post Covid è terribile, ma non ho trovato pertinente il contenuto con il contesto.
La scrittrice ci spiega dell’ansia di poter beccare il Covid e tutti i metodi per evitare un contagio (cosa plausibile e ansia accettabile), ma non comprendo cosa possa c’entrare il rapporto e la spiegazione di una visita medica durante il Covid con il contesto dell’ansia.
O come possono collimarsi i dati dei bollettini da Covid, i decreti legge e tutto ciò che fa parte del capitolo “pandemia” con l’ansia.
Forse, posto come un’altra questione o in un altro contesto, avrebbe avuto un filo logico diverso, ma, così, l’ho trovato veramente noioso e mi ha messo veramente l’ansia!
Tornare a parlare di Covid e ripercorrere tutto ciò che abbiamo subìto non fa certamente bene a chi di ansia ne ha da vendere.
Forse si sarebbe dovuta un po’ ridimensionare la tematica del Covid e concentrarsi sui vari aspetti legati all’ansia. Peccato davvero! Mi aspettavo qualcosa in più.
Pertanto, decido di dare tre stelle a “In altalena su un granello di sale” per la sostanza del racconto, per lo stile fluido, scorrevole e il modo in cui l’autrice parla apertamente e si “confida” con noi sull’ansia e lo stato d’animo.
3 stelle ⭐⭐⭐✰✰

Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.