
I delitti del casello #7
Giallo
Sonzogno
2 maggio 2023
cartaceo, ebook
160

In una Milano battuta dalla pioggia e offuscata dal grigio del maltempo, si rannuvola anche l'umore di Libera, la famosa Miss Marple del Giambellino: da un lato è tormentata dalla relazione con Gabriele, che aspetta un figlio da un'altra donna, e dall'altro è sulle spine per la ricerca del Gatto con gli Stivali, il rapinatore mascherato che potrebbe essere suo padre. Ma c'è un'emergenza a cui far fronte: le uscite serali della figlia Vittoria, ormai sempre più frequenti, potrebbero metterla in pericolo?
Le preoccupazioni aumentano quando Libera scopre che la ragazza sta indagando in segreto per scagionare il padre del compagno: si tratta di Armando Belardinelli, un pregiudicato che sconta una condanna per omicidio volontario.
L'uomo è accusato di aver assassinato Fiorella Domenici, una nota ricettatrice, e tutti gli indizi sembrano essere contro di lui: la sua coppola rinvenuta sul luogo del delitto, la testimonianza di un inquilino dello stabile e una canzone incriminante ripetuta dal pappagallo della vittima...
“Nel bene e nel male è il destino di che tradisce, di finire, a sua volta tradito” – “Il valzer dei traditori di Rosa Teruzzi, edito Sonzogno.
Che cosa sta tramando la giovane Vittoria? Sua madre Libera non può fare a meno di preoccuparsi, mentre la nonna Iole di incuriosirsi. Ebbene, la ragazza sta cercando di scagionare il padre del suo fidanzato, accusato di omicidio. Il fatto risale a undici anni prima, l’uomo sta scontando la sua pena in carcere e suo figlio è certo della sua innocenza. Chi meglio di una brava investigatrice può condurre l’indagine?
Vittoria, però, non ha fatto i conti con “le Miss Marple del Giambellino”, ossia sua madre e sua nonna. Poiché in passato hanno già risolto casi assai complessi, si getteranno anche in questo. Ma con quali conseguenze?
“Come diceva Vicky ironica, si erano trasformate nella ‘Premiata agenzia Fiori e Delitti'”
Vittoria è un’agente di polizia e, paradossalmente, si è innamorata di Achille, giovane di buon cuore, ma di pessima fama a causa delle sue frequentazioni nei bassifondi di Milano e per la pessima reputazione del padre, Armando Belardinelli.
Armando si trova in carcere con l’accusa di omicidio ai danni di una vecchia usuraia che lo ricattava. Tutte le prove sono contro di lui, ma Achille è convinto che suo padre sia stato incastrato. Armando è stato sicuramente un pessimo elemento nel passato. Bello come Alain Delon e dannato. Il leader del quartiere, pronto a sedurre qualsiasi bella donna e a mettere a segno piccoli furti e rapine. Ma non è mai stato un assassino.
Vittoria è una seria professionista; oltre ad avere un buon intuito, cerca sempre di superare le apparenze. Se così non fosse non starebbe con Achille. Accetta di aiutarlo, mantenendo il massimo riserbo sia con il suo capo Gabriele Ricci che con le sue invadenti coinquiline: la mamma Libera e la nonna Iole.
Libera è la dolce fioraia del Giambellino. Vedova di un poliziotto da ormai moltissimi anni, è innamorata dell’ispettore capo Gabriele Ricci, uomo di grande fascino che la ricambia. La loro relazione deve rimanere segreta perché Vittoria non approverebbe e perché l’uomo aspetta un figlio da una giovane collega con la quale ebbe una breve frequentazione.
“Il seme del tradimento produce frutti amari” – Il valzer dei traditori
Libera è una donna bella, sensibile e garbata, che ha colpito anche l’attenzione di un simpatico cuoco, Furio, con il quale ha un bel rapporto d’amicizia. Furio la corteggia con discrezione, è comprensivo e rispettoso, un prezioso confidente per la dolce fioraia.
Iole, invece, è una spregiudicata e scatenata settantenne. Una ex figlia dei fiori, insegnante di Yoga e sostenitrice del libero amore. Non ha mai voluto rivelare l’identità del padre di Libera, anche se ultimamente ha fatto il nome di un sedicente rapinatore, ricercato dalla polizia. È una donna che vive alla giornata e che si vuole godere la vita senza farsi troppe domande. È anche terribilmente curiosa, e questo ha dato il via all’attività (non più segreta) delle Miss Marple del Giambellino, nomea che caratterizza lei e la figlia per aver indagato e risolto diversi casi prima della polizia.
Esse hanno sempre contato sulla collaborazione con la giovane giornalista Irene, che pare abbia la capacità di leggere nel pensiero altrui, e del suo datore di lavoro, soprannominato Cagnaccio per il suo carattere arcigno e teso sempre verso lo scoop, come un cane davanti all’osso.
“Perché il male se non viene estirpato subito, si propaga come l’ortica nei prati”
Ecco una nuova indagine per le Miss Marple del Giambellino! “Il valzer dei traditori” è un romanzo che fa parte di una serie: I Delitti del Casello. Non si tratta, tuttavia, di un sequel, in quanto sono tutti romanzi autoconclusivi che lasciano qualche mistero in sospeso per quello successivo, ma riguardano perlopiù la vita personale delle protagoniste. Il caso poliziesco si chiude regolarmente in modo esauriente sul finale.
Il mio consiglio è quello di iniziare dal primo della serie (“La sposa scomparsa”), in quanto si ha la possibilità di conoscere meglio la storia e le caratteristiche dei personaggi. Rosa Teruzzi è talmente brava da riassumere brevemente, ogni volta, i punti più salienti del loro vissuto per farci comprendere e apprezzare ogni romanzo, anche senza aver letto il precedente.
“Non succede mai che un libro, se è buono, non abbia una suggestione da darci. Basta saperla cogliere” – Il valzer dei traditori
Il linguaggio è colloquiale, semplice, ma mai superficiale. Ricalca esattamente i contesti e le persone che vuol rappresentare. A tratti, nei discorsi diretti s’inserisce qualche caratteristica della bella parlata milanese, che ci trasporta nel mondo dei nostri protagonisti, residenti nel quartiere periferico del Giambellino. Questo attraverso un semplice articolo determinativo davanti ad un nome proprio maschile: Achille diventa “l’Achille”.
La memoria è uno strano meccanismo. È curioso come basti quella “l” apostrofata per farmi ritornare alle mie giornate milanesi a casa dei miei nonni, tanti anni fa.
Rosa Teruzzi è bravissima nel ricostruire i colori e le atmosfere di qualsiasi contesto facente da scenario ad ogni episodio. Un quartiere popolare con la sua gente, il languore di una cittadina sul Lario, il poetico negozio di Libera e persino i piatti che cucina (vi parrà di sentirne i profumi).
La trama è, anche questa volta, ben costruita e dotata di una certa suspense, che rende il ritmo di lettura vivace e rapido. I personaggi rappresentano sempre una vera e propria esperienza per il lettore. Vanno conosciuti assolutamente! Alcuni di essi sono veramente spassosi e ci regalano quel sorriso che ridimensiona la parte drammatica, senza mai ridicolizzarla. Rappresenta una ventata di freschezza in una storia che, altrimenti, potrebbe risultare cupa. Invece, io amo definire i romanzi della Teruzzi, pieni di colore.
“La verità, quando arriva, può essere crudele, ma è più crudele non conoscere la verità”
I protagonisti sono la vera forza della narrazione. Sono originali, ma allo stesso tempo credibili, persino quelli che s’inseriscono di tanto in tanto e che appaiono come vere e proprie “macchiette”! Chiunque viva o abbia vissuto in un quartiere popolare, sa di cosa parlo.
Io ho adorato ogni romanzo di Rosa Teruzzi e anche “Il valzer dei traditori” si è dimostrato all’altezza delle mie aspettative! Ogni volta che ne termino uno, non vedo l’ora che venga pubblicato il successivo. Sappiate che creano dipendenza!
Se si potesse parlare con un personaggio, mi permetterei di consigliare a Libera di piantare il commissario e gettarsi tra le braccia del cuoco. Il signor Ricci sarà pure affascinante, ma che noia! Che pesantezza! Furio è simpatico, autoironico e, soprattutto, crede in lei, nel suo intuito di investigatrice. Poi è un personaggio che sicuramente ha una storia tutta da scoprire e che può riservarci delle sorprese…
Vi è mai capitato di desiderare di parlare con un personaggio?