
Giallo storico
Self-publishing
9 maggio 2020
cartaceo, ebook
519

Venezia 1605.
Un magistrato indaga sull’omicidio di un nobile caduto in povertà.
È uno dei sei Signori di Notte, giudici e insieme capi della polizia, ai quali è affidata la tutela dell’ordine pubblico. Del tutto impreparato al ruolo, si accanisce su piste inconcludenti. Indaga su serve, usurai, sull’oscuro mondo delle bische, su quello dei contrabbandieri, sugli strani comportamenti di una guardia. Tenta la cattura di un bandito, ma tutto svanisce e resta a mani vuote. Nel frattempo incappa in una stramba relazione con una donna indecifrabile e misteriosa.
In suo aiuto accorre un capitano delle guardie che ha tutta l’esperienza che manca al Signore di Notte. Il racconto si trasferisce a Murano. Qui entrano in contatto con sbirri e spioni, mentre il giallo si infittisce di nuove trame. Emerge un vecchio delitto irrisolto e l’improvvisa, inspiegabile ricchezza piovuta sulla vittima che gli ha permesso di mettersi in affari lucrosi. Nel frattempo il podestà dell’isola decide di aiutarli.
Così tra disastri e colpi di scena il Signore di Notte e il suo capitano riusciranno ad arrivare alla soluzione del giallo.
“Il corpo esanime del nobiluomo Nicolo Duodo, settantotto anni, due volte vedovo, famiglia annoverata tra le “Case Nove” nel Libro d’Oro della Serenissima Repubblica di Venezia, giaceva bocconi disteso davanti al lungo tavolo ingombro di carte e disposto in diagonale a chiudere un angolo della stanza.”
La vera protagonista del romanzo “Il Signore di Notte” è la città di Venezia, con le sue vicende storiche, le sue particolari e complicate leggi.
Grazie ad una eccelsa capacità linguistica, l’autore ci conduce per mano alla scoperta di una città meravigliosa, unica nel suo genere.
Venezia, conosciuta anche come la “Serenissima”, è una città ricca di fascino e di mistero, che ha sedotto numerosi scrittori famosi: da Goldoni a Foscolo, da Thomas Mann a D’Annunzio.
Questa città lagunare rischia di scomparire se non si troverà una soluzione definitiva all’erosione provocata dal fenomeno dell’acqua alta (confidiamo che il Mosè possa essere una soluzione dei problemi).
È un località dal fascino particolare, soprattutto se visitata durante il periodo autunnale, quando la bruma rarefatta la ricopre di un velo di mistero, regalandole un aspetto “decadente” ma, al contempo, mostrando il vero volto della città.
Ho avuto la fortuna di visitare Venezia un paio di volte e di “dedicarle” la mia tesi di maturità ma, purtroppo, non sono mai riuscita a vederla in autunno. Ci siete mai stati? In quale periodo dell’anno?
In questo romanzo ci troviamo di fronte a un classico giallo storico, ambientato nei primi anni del Seicento.
Il lettore, attraverso gli occhi del protagonista, Francesco Barbarigo, Signore di “Notte al Criminal”, si troverà a percorrere le calli, i sestieri e i canali della Serenissima al tempo dei Dogi, alla ricerca di un misterioso assassino.
Francesco Barbarigo, realmente esistito, è un uomo dalla personalità complessa e di difficile interpretazione, l’unica certezza è il suo immenso amore per la sua città natale.
I personaggi sono, per la maggior parte, realmente esistiti, così come gli eventi storici narrati; ovviamente, il tutto è arricchito da dettagli immaginati e creativi, a partire dall’omicidio di Nicolò Duodo.
“Pelle scura, barba incolta, atteggiamento tra il tracotante e il furbesco, occhio vigile a scrutare intorno quasi a voler acchiappare pure il volo di una mosca, un mezzo sogghigno stampato sulle labbra, sembrava compiaciuto della situazione. Irruppe dunque sul palcoscenico dell’omicidio nella parte di protagonista che si era già assegnato.”
Le descrizioni sia dei personaggi che dei luoghi sono molto, forse anche troppo, dettagliate.
L’autore approfitta della narrazione per introdurre il lettore su abitudini, usi e costumi, che venivano applicate a quel tempo. Questo, purtroppo, rende la lettura noiosa e pesante e toglie molta scorrevolezza al testo.
Le nozioni storiche, che vengono sciorinate con dovizia di particolari, sono sicuramente frutto di approfondite ricerche, ma, probabilmente, sono più adatte ad un saggio che a un romanzo.
La scrittura è curata, ricca di contenuto. Nonostante l’utilizzo di termini desueti o, addirittura, di stralci in veneziano antico, la lettura scorre coinvolgendo il lettore nell’indagine del nostro Barbarigo.
La trama è molto interessante, con numerosi colpi di scena ma, come accennavo prima, il continuo intervallare la narrazione con nozioni storiche toglie, in parte, piacere alla lettura.
Romanzo assolutamente consigliato agli amanti del giallo storico, soprattutto per chi vuole conoscere più a fondo Venezia nel suo periodo oscuro all’inizio della decadenza.
“Si abbandonò alla pace, alla serenità e un’infinita dolcezza lo pervase mentre se ne stava ancora là in bilico, braccia protese al vento, abbracciando tutta Venezia fino all’orizzonte.
Fu un anelito di libertà, di fiducia nel futuro come mai prima aveva provato. Mantenne gli occhi socchiusi e sorrise felice della rinascita.
Visse intensamente quei momenti, senza pensare al domani, senza voltarsi al passato, come fossero stati gli unici della vita, i soli da vivere.”
L’autore
Gustavo Vitali, come tutti, ha le sue passioni. Il volo in parapendio è una delle tante, ma è ovvio che non è stata questa a spingerlo a scrivere “Il Signore di Notte”. Lo è stato invece l’interesse per la storia in generale e per quella dell’antica Serenissima in particolare, insieme al vizio di non saper trattenere i ditini dalla tastiera del computer oggi, prima da quella della Olivetti “Lettera 32” e prima ancora dalla stilografica.
E poi la lettura di libri di storia, solo storia. niente romanzi, niente poesie. A scuola ha dovuto ingozzare I Promessi Sposi, I Miserabili, qualche cantico della Divina Commedia e è sopravvissuto a L’Orlando Furioso. Da grande ha affrontato Addio alle Armi, resistendo fin quasi a metà libro … Rare digressioni verso la letteratura gialla.
Sicché “Il Signore di Notte” è un romanzo giallo e storico insieme, una storia di fantasia, ma con personaggi davvero vissuti nel 1605 e frammenti di storia mescolati alla trama che i lettori danno per avvincente. Otto anni meno un mese di lavoro di documentazione prima ancora che scrivere e correggere.

I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.