thriller storico
Newton Compton
4 novembre 2022
Cartaceo, ebook
256
Firenze, 1527. Nella sua villa in riva all’Arno, Niccolò Machiavelli sta morendo. Assistito dalla cantante Barbara Salutati, il grande politico delira e si perde tra i ricordi della sua vita, richiamando alla mente i fatti e le figure più importanti che l’hanno caratterizzata.
Tra queste ultime, spicca quella della duchessa di Forlì, Caterina Sforza. La nobildonna è stata una presenza ricorrente nella vita e nella carriera politica di Machiavelli: da quando il fiorentino ne fece scarcerare il figlio, Ottaviano Riario, accusato di omicidio, a quando tentò invano di proteggere lei e la sua città dall’assedio delle truppe francesi comandate da Cesare Borgia. Caterina, per ringraziarlo dei molti servigi resi, donò a Machiavelli la serva Yllka, che negli anni sarebbe divenuta una sua fidata aiutante.
Sarà proprio grazie a Yllka che, in punto di morte, Machiavelli riuscirà a svelare un mistero che lo ha tormentato per anni, ricostruendo attraverso le nebbie della memoria la trama di un complotto che coinvolge Caterina Sforza, il celebre Leonardo da Vinci e il potentissimo papa Alessandro VI...
Cari lettori, con “Il segreto Machiavelli” di Gabriel Albiac, Newton Compton Editori, vi accompagno nella Firenze rinascimentale. Vi siete mai chiesti quanto lavoro c’è dietro ad un romanzo storico?
Gabriel Albiac è stato docente di Filosofia all’Università di Urbino dalla fine degli anni ’80. Le figure rinascimentali erano come fantasmi che lo accompagnavano quotidianamente. Come non rimanere affascinati dalle personalità di Machiavelli, Cesare Borgia, Caterina Sforza. Da quelle suggestioni ha preso forma l’idea del romanzo.
“Il segreto Machiavelli” è incentrato sulle ultime ore di vita di questo straordinario diplomatico. Il racconto ruota intorno al 21 giugno 1527. Incontriamo un Machiavelli, di 58 anni, gravemente ammalato. La peste era ritornata a colpire Firenze.
Rimane solo, nella casa che aveva condiviso con la moglie Marietta, la quale, forse, troverà pace da quel matrimonio irrequieto che avevano avuto.
“La casa sembra averlo preceduto nel suo cammino verso la dipartita: tutto è silenzio e vago sentore di muffa.”
Da solo, con i suoi ricordi, le sue visioni e una fanciulla, l’ultima sua conquista. Barbara Salutati, di sedici anni, che diventò la sua compagna quando ne aveva solo tredici. Lei, che era una giovane cantante sfrontata e sbarazzina, con quei ricci neri e fluenti.
In fondo, Machiavelli trovava piacere “soltanto nell’effimera compagnia delle donne e in quella eterna dei libri”.
Da tutti conosciuto come “Il Machia”, nel toscano della sua San Casciano significa “l’astuto, ma anche il monello, il burlone, l’abile mascalzone, il furfante sfacciato e furbo”.
Nessuno può scegliere la famiglia in cui nascere e Machia è nato povero, Eppure, usando astuzia e intelligenza, è arrivato a lavorare per quei politici ricchi e con titoli altisonanti.
La medicina prescritta dal medico inizia a fare effetto:
“Ha intorpidito il suo corpo e i suoi ricordi. Tutto diventa sempre più confuso. Eppure presente. E luminoso nel suo caos” – Il segreto Machiavelli
E così, ritorna a quando aveva ventinove anni. Diventa diplomatico della Repubblica non per continuità genealogica, lui che era figlio di un umile proprietario di pochi vigneti, ma grazie alle sue capacità.
“Né ricchezza, né discendenza. Il giovane Niccolò possedeva solo la sua intelligenza.”
Ritorna con la mente al 1498 quando gli fu affidato il delicato compito di seguire Savonarola, quel frate domenicano che agitava le menti e gli animi dei più umili e disagiati. Quanto è pericoloso accendere la mente dei semplici? Diventerebbero subito ingestibili. Proprio durante quel suo primo incarico, affina la sua arte: “La narrazione epistolare, con la quale avrebbe sempre saputo tracciare quadri fedelissimi di ciò che accadeva davanti ai suoi occhi.”
Nel delirio, Machia comprende, anzi ne è consapevole, che la sua esistenza sta volgendo al termine. Si affaccia il fantasma di un altro grande personaggio: Cesare Borgia, detto il Valentino. Il primo incontro avvenne nel 1502, quando Machia aveva trentatré anni ed era segretario della Seconda Cancelleria fiorentina, mentre Cesare, con i suoi ventisette anni, si credeva già onnipotente.
Come poteva il Valentino dare importanza ai consigli e al giudizio di colui che considerava, nonostante la sapienza e la perspicacia, poco più di un popolano?
La più grande qualità di Machia fu quella di non offendersi dinanzi a niente e nessuno.
“Conoscere, analizzare, esporre in minuziosi resoconti: era sempre stato il suo grande talento.”
Sta sognando Machiavelli, il “ruffiano, l’”astuto” o sta parlando da solo oppure sogna di sognare o di ricordare?
Nel dormiveglia, ritorna ora al 1492, quando incontra Caterina Sforza, una grande figura politica dedita alle pratiche alchemiche; alla discesa dei Lanzichenecchi, quei barbari luterani superstiziosi e fanatici, il cui obiettivo era giungere a Roma per metterla a ferro e fuoco.
“Qualunque alimento avrebbe rovinato la precisione glaciale delle sue analisi, l’ironia micidiale che conferiva alle sue lettere… troppo intelligente il Machia, troppo indifferente a tutto, troppo pericoloso… Eppure indispensabile” – Il segreto Machiavelli
“Il segreto Machiavelli” è un preciso affresco storico di un’epoca attraverso le allucinazioni del diplomatico morente, che oggi chiameremmo flashback.
Lasciatevi trasportare in un altro secolo, pieno di intrighi, contese, guerre e conquiste.
Ma, in fondo, non dissimile dall’attuale.
“Qualsiasi storia è l’ultima, irripetibile (…) C’è sempre un epilogo che ci attende, ogni nostra vicenda è l’ultima: morire o vivere, è indifferente.”
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.