
Romanzo storico
Ponte alle Grazie
10 gennaio 2023
ebook, cartaceo
275

In un convento francescano di periferia, tra i profumi del giardino e un nuovo quartiere in costruzione, suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare al piano terra un'infermeria tedesca e al secondo alcune famiglie sfuggite per miracolo al rastrellamento del Ghetto. A separarli, solo una scala e l'audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo.
Roma, nell'ultimo anno di guerra, non è «città aperta». I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, la stringono in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare, i romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione. In una città distrutta dalla fame, dalle bombe, dal terrore, gli ebrei vengono perseguitati, deportati, uccisi, come il più pericoloso e truce dei nemici. E la Chiesa? Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere – sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti – chi ne ha bisogno.
È così che Ritanna Armeni, con l'entusiasmo rigoroso e profondo di sempre, attraversa un passaggio cruciale della nostra Storia e dà corpo a una vicenda esemplare, che parla di coraggio e sorellanza, di forza e creatività, di gioia, paura, resistenza.
Ritanna Armeni ci accompagna, tramite “Il secondo piano”, tra le mura di un convento francescano nella periferia di Roma. È l’autunno del 1943 quando ha inizio un periodo difficile per gli italiani e per i romani, in particolare. Cosa succede a sette suore in un convento, lontano dalle mura del Vaticano?
Un romanzo che merita cinque stelle, e chi mi conosce sa che le do raramente. Per ogni stella, una giusta motivazione
La prima stella la assegno alla trama. Sette suore che si trovano a dover convivere con degli ebrei che si nascondono dai tedeschi dopo la notte del rastrellamento in cui avevano portato via chiunque dal Ghetto romano, e un gruppo di soldati tedeschi che hanno occupato parte del convento per farne un’infermeria. Quello che può provocare questa convivenza, non palese a nessuno, è ciò che agita e fa prendere decisioni importanti alle suore e alla Superiora, in particolare. Ritanna Armeni alterna parti di vita dei nove mesi in cui si svolge il romanzo con episodi realmente accaduti in quei giorni dall’ottobre del 1943 al giugno del 1944.
La seconda stella è per i personaggi. Troviamo sette suore francescane, ognuna ha il suo compito e viene descritta con precisione e cura dei particolari. Mi soffermerei sulla figura di Madre Ignazia, la superiora. Una donna forte, che ben interpreta il suo ruolo di guida per le consorelle. Madre Ignazia, di origini tedesche, si sente responsabile della situazione in cui si trova il convento e altrettanto della sorte delle suore. A lei il compito delle decisioni più difficili. Deciderà, senza ripensamenti, di ospitare al secondo piano sette ebrei, che, in brevissimo tempo, diverranno dodici, ma la carità è del suo ordine. Con altrettanto coraggio, darà la possibilità ai tedeschi di trasformare alcuni locali del piano terra del convento, che erano aule scolastiche, in infermeria, ma stando alle sue regole.
“Dal diario di madre Ignazia
Dall’infermeria non viene alcun rumore ed è proprio questo che mi inquieta: tanto silenzio dopo un pomeriggio in cui è successo di tutto. Ho visto che i malati andavano via; […] Non oso pensare che pensare che sia finalmente avvenuto quel che attendavamo da tempo. Non oso nemmeno scriverlo”.
Altro personaggio che vorrei ricordare è suor Lina, una giovane che non ha ancora preso i voti definitivi. Una ragazza di campagna, vissuta con poche cose e che fa dei suoi ricordi delle favole per i bambini rifugiati. Suor Lina è colei che ha una crescita maggior tra i protagonisti: arriverà a dubitare della sua vocazione, troverà la forza per aiutare gli altri, non si lascerà sconfiggere dalla paura dei nemici. Al suo fianco il piccolo Lele, che la metterà alla prova senza saperlo, che le farà capire qual è la sua strada, nonostante la fatica che le costerà lasciarlo andar via.
Una terza stellina la dedicherei all’ambientazione di “Il secondo piano”. L’autrice ci racconta i giorni che vanno da settembre del 1943 a nove mesi dopo. Un periodo difficile per l’Italia e per Roma, che attendeva l’arrivo degli alleati per essere liberata. La Capitale, divisa tra le zone che dovevano essere protette dal Vaticano (chiese, conventi…) e tutte le altre dove i tedeschi approfittavano della gente, ormai allo stremo delle forze.
La maggior parte del romanzo si sviluppa all’interno del convento, in una delle tante periferie romane ancora in costruzione. L’autrice ci fa spostare un questo luogo con coloro che lo vivono e ci fa conoscere ogni stanza quando ci entrano; nonostante tutto avvenga in quegli spazi, l’ambientazione non è mai banale e ci sorprende a ogni pagina.
Le descrizioni di Ritanna Armeni
Meritano una stellina anche le descrizioni di Ritanna Armeni. Ne ricordo una su tutte. Due consorelle si recano in Vaticano per pregare e incontrare un giornalaio. L’autrice ci descrive un modo preciso tutto ciò che succede in quel viaggio della speranza, il clima che si respira, la paura di determinati incontri, la gioia alla vista della Basilica di San Pietro. Tutto a sottolineare ciò che accadeva in quei giorni nella Capitale e come si sentivano le persone che erano rimaste.
“Suor Emilia e suor Lina si diressero verso San Pietro. La giornata di fine gennaio era uggiosa e fredda, il sole nascosto dalle nuvole, il Tevere lento e cupo. […] Ancora una volta, come era avvenuto qualche mese prima, non alzarono gli occhi, camminarono in fretta stringendo nelle mani il rosario e mormorando l’Ave Maria”.
Ultima meritatissima quinta stellina va all’intreccio di questo libro. Da sottolineare come ben sono equilibrate le parti romanzate con quelle che riprendono fatti reali. Riportare ogni volta le date fa si che, anche chi la storia italiana di quei tempi non la conosce bene, riesca a collocare in modo preciso il romanzo. Mi sono piaciute molto le pagine di diario di madre Ignazia e suor Lina, due consorelle differenti in tutto, dall’età anagrafica, alle esperienze vissute, al ruolo nel convento; due donne unite da uno stesso destino e dalla carità verso il prossimo.
Un libro che consiglierei di leggere a tutti, per provare a ricordare quei bruttissimi giorni del 1944 con gli occhi di chi ha saputo allungare una mano.
Roma 1944: una storia di ebrei, di suore, di coraggio e di carità.

Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!