Thriller psicologico
Newton Compton
4 novembre 2021
cartaceo, ebook
384
Un lussuosissimo hotel ad alta quota sulle alpi svizzere è l'ultimo posto in cui Elin Warner vorrebbe trovarsi. Ma si è presa una pausa dal lavoro di detective, e così, quando riceve di punto in bianco l'invito a festeggiare il fidanzamento del fratello, non ha altra scelta che accettare.
Arrivata nel bel mezzo di una tempesta violentissima , Elin si sente subito nervosa: l'atteggiamento di suo fratello Isaac le sembra strano e c'è qualcosa in quell'hotel, completamente isolato, che le dà i brividi. Forse ha a che vedere con il fatto che prima della ristrutturazione fosse stato un sanatorio abbandonato...
Quando, la mattina dopo, gli invitati scoprono che Laure, la promessa sposa, è scomparsa senza lasciare traccia, il disagio di Elin cresce, mettendola davanti a domande che non avrebbe voluto porsi. Suo fratello ha qualcosa a che fare con la sparizione della fidanzata?
La neve caduta blocca l'accesso all'hotel e il panico comincia a diffondersi tra gli ospiti. Nessuno si è ancora reso conto che un'altra donna è scomparsa. Ed è l'unica che avrebbe potuto avvertirli del pericolo...
“Come puoi scucire qualcuno dalla tua vita quando quella persona è il filo che tiene insieme ogni singola parte di te?”
Il Sanatorio
Due fratelli che devono ricucire il loro rapporto. Un lutto che non hanno mai superato, avvenuto in circostanze misteriose. Quel lussuoso hotel nel bel mezzo del nulla pare esser al location ideale per una vacanza chiarificatrice. Ma una bufera di neve ed una serie di sanguinosi omicidi metteranno a repentaglio le vite di tutti coloro che sono rimasti bloccati nell’hotel.
“Il faut bonne mémoire aprés qu’on a menti? Il bugiardo deve avere buona memoria” – Il sanatorio
Elin e Isaac sono fratelli. Il loro rapporto si è interrotto da diversi anni; è caratterizzato da sfiducia, disagio e silenzi. I loro problemi hanno origini lontane, risalenti alla morte del loro fratello Sam, quando erano bambini. Ognuno incolpa tacitamente l’altro dell’accaduto. Il tempo è passato: il loro padre si è rifatto una vita e la loro madre è venuta a mancare. E loro sentono di doversi riconciliare.
Elin vive ancora il trauma di quell’esperienza, continua ad avere flashback del giorno in cui Sam morì. Si tratta di inquietanti visioni che la terrorizzano e la condizionano. È insicura ed instabile, è un detective in congedo, che deve prender importanti decisioni sia sul piano personale che professionale. Ma non si sente pronta.
“Ha sempre trovato complicata tutta la faccenda della femminilità. Perfino quando era bambina sapeva che c’era un mondo là fuori, oltre il suo; una tribù di donne dalle chiome lucenti e le dita agili che sanno come rigirare e appuntare i capelli in complicate acconciature” – Il sanatorio
Isaac è ambiguo, sfuggente e molto abile nel provocare sensi di colpa nella sorella. Desidera cancellare il passato e ricominciare accanto a Laure, loro amica d’infanzia e sua attuale fidanzata. Laure è bella, intelligente e sicura di sé. Il genere di donna che può dargli la stabilità che desidera.
“Isaac è sempre stato un maestro nel prendere le persone in contropiede. Mettere a disagio” – Il sanatorio
Il linguaggio narrativo è quello tipico del genere: semplice, diretto e carico di tensione crescente. Il ritmo è concitato, costantemente rapido, questo grazie ai numerosi colpi di scena che caratterizzano ogni capitolo. Le parti descrittive non rallentano la narrazione, anzi, la esaltano; creano suspense ed inquietudine, come si conviene ad un buon thriller. Il paesaggio di alta montagna, sferzato dalla violenza della bufera, rende l’atmosfera carica di aspettativa, colorando la trama di bianco, non inteso come simbolo di candore, bensì come un’assenza di colore atta a far perdere qualsiasi punto di riferimento. Confondere e disorientare: è così che si sente la protagonista, costretta a portare avanti le indagini da sola. Niente staff, strumenti scientifici e movente. Ma tutti sospettati.
Al centro della trama, c’è un’attenta analisi dei rapporti famigliari, con particolare attenzione a quelli tra fratello e sorella. Si prendono in esame due coppie di fratelli dal vissuto e dalle esperienze di vita diverse. Ma le dinamiche appaiono simili e paradossali: fratelli immaturi e accentratori, sorelle timorose e al contempo protettive.
Attraverso i trascorsi dell’hotel, ex sanatorio, si narra di tutte quelle donne lì ricoverate negli anni Venti. Esse non necessitavano di cure, in quanto non affette da tubercolosi, ma recluse a causa delle loro ribellioni in una società che le voleva omologate e sottomesse. Denunciate dai loro stessi mariti, fratelli o compagni. Considerate pazze o ammalate. L’autrice riesce a narrare le vicende del passato senza ricorrere a salti temporali che spesso creano confusione nel lettore.
“Quando erano bambini, lo faceva sempre: capovolgeva la conversazione in modo da metterla con le spalle al muro, indifesa, esposta” – Il sanatorio
Un thriller psicologico alquanto avvincente e ben strutturato. Una lettura scorrevole e tutt’altro che superficiale. Un’atmosfera inquietante come il genere richiede, che ben si sposa con il suggestivo contesto paesaggistico circostante. Affascinante, ma anche agghiacciante.
Apprezzabile l’attenta analisi dei rapporti famigliari e delle contraddizioni che caratterizzano i personaggi, rendendoli credibili. Essi viaggiano tra un sentimento di protezione e un altro di reciproca accusa.
Queste sfaccettature mi hanno fuorviata nella risoluzione della trama: la scoperta dell’identità dell’omicida. Sarah Pearse è riuscita a stupirmi e non mi è affatto dispiaciuto. Persino dopo lo scioglimento di tutti i nodi, mi ha colta di sorpresa con un’ulteriore colpo di scena… della serie “guai a chi si rilassa!”. Ma per scoprirlo, dovrete leggerlo!
Due coppie di fratelli, Due storie diverse. Entrambe le sorelle vedono qualcosa di profondamente sbagliato nei propri fratelli: una ne prende atto e prova timore, l’altra preferisce negarlo e sottostare ai suoi ordini.
Vedere una persona a noi profondamente legata per quello che è realmente, non è facile, soprattutto se si rivela negativa. Voi sapreste essere obiettivi?