biografia romanzata
Nuova Ipsa Editore
2021
cartaceo
206
Il racconto di una vita non si esaurisce con l'ultima pagina di un libro. Finita la lettura si riapre in noi il desiderio di saperne di più, di comprendere meglio le ragioni, i moventi, le relazioni, quelle che Gadda chiamava le 'concause' che infittiscono di non sense e tramano di mistero tutta intera un'esistenza.
Nel caso di Raimondo Lanza di Trabia gli elementi per riaccendere le luci della scena subito dopo averle spente ci sono tutti, a cominciare proprio dalla sua fine, il suicidio sull'asfalto di una strada romana, un grigio mattino di novembre. Unico testimone un qualunque benzinaio.
In questo libro c'è molto: c'è la rappresentazione di importanti momenti della storia civile e privata dell'Italia tra le due guerre, c'è il difficile e aspro secondo dopoguerra, c'è l'attenzione minuta alle mode, alle abitudini e alle smanie di certa aristocrazia siciliana e internazionale, c'è la ricostruzione attraverso la memoria di numerosi protagonisti di episodi che finiscono col ricomporre le tessere di quel tempo, c'è perfino l'ammirazione del narratore per i personaggi intervistati, tutti amici, parenti, conoscenti, tutti di alto livello sociale.
In “Il principe irrequieto. La vita di Raimondo Lanza di Trabia“, edito Nuova Ipsa Editore, Vincenzo Prestigiacomo ci presenta la figura di Raimondo Lanza di Trabia, personaggio affascinante e contraddittorio, simbolo perfetto di quella classe aristocratica siciliana in decadenza, che aveva dominato le scene della Belle Époque.
Un personaggio talmente struggente, la cui tragica morte si pensa abbia potuto ispirare la canzone “Vecchio Frac”, anche se il principe, come fa notare l’autore, non indossava abiti del genere. Potremmo, però, immaginare che il cantautore, con l’immagine del vecchio abito, volesse simboleggiare una generazione al tramonto.
La figura del protagonista viene ricostruita da Prestigiacomo grazie ai ricordi e alle testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto.
Con il suo stile narrativo sobrio e piacevole, l’autore ricrea con molta cura il mondo in cui si muoveva il suo protagonista. Astenendosi da ogni giudizio, lascia che il personaggio di Raimondo Lanza si formi davanti agli occhi del lettore e che questi se ne faccia una sua idea. Viene fuori l’immagine di un uomo che sembra lottare con la noia di vivere, alla ricerca di forti emozioni.
Lo stile de “Il principe irrequieto” è asciutto e piacevole.
“Non riuscivo a provare emozioni”, riferisce lui stesso, raccontando di una battuta di caccia in Africa.
Irriverente, ma anche romantico e generoso, il principe possiede un’anima coraggiosa, ma, allo stesso tempo, fragile. Il suoi sistema nervoso andrà sempre di più logorandosi e sarà soggetto a crisi depressive sempre più frequenti, fino al tragico epilogo.
Aldilà del lato umano, quello che colpisce, ripercorrendo la storia del personaggio, e che intristisce, è una certa superficialità nel condurre l’esistenza, che caratterizzava alcuni degli uomini di quelle classi e generazioni in Sicilia. Aspetto questo, che ho rivisto anche nell’ultimo volume sui Florio.
L’incapacità, pur avendo le possibilità di farsi motore di un cambiamento, di fare qualcosa per la propria terra, pur avendo grandi possibilità economiche. Il non riuscire, neanche provare seriamente a diventare, motore di sviluppo per la propria città.
Siamo, comunque, ben lontani dai tempi di Vincenzo Florio Senior e suo figlio Ignazio Senior, che resero grande Palermo, oltre al loro casato.
La frivolezza degli ultimi esponenti di questi grandi casati ci dà l’impressione dell’ostinazione a non voler guardare il tramonto di un’epoca. È il preludio non solo del declino di queste famiglie, ma di una Palermo che un tempo era detta felicissima e ben presto sarebbe diventata la vittima del “sacco” in mano alle iene, che subentrarono ai vecchi leoni.
Dello stesso autore, consiglio caldamente “I Florio. Regnanti senza corona”, che, oltre ad approfondire la storia di questa importante famiglia siciliana, offre uno spaccato dettagliato della società e cultura del tempo.
4 stelle ⭐⭐⭐⭐✰
Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.