Il fiorentino #0.5
paranormal fantasy, urban fantasy
Delrai Edizioni
30 maggio 2019
cartaceo, ebook
128
La presentazione di inestimabili illustrazioni alla Galleria degli Uffizi a Firenze espone il professor Gabriel Emerson e la sua amata moglie, Julianne, a un misterioso nemico.Il professore sembra aver acquisito le illustrazioni solo da pochi anni, ma, a sua insaputa, queste sono state rubate un secolo prima al sovrano del mondo sotterraneo di Firenze.Ora uno degli esseri più pericolosi della città è determinato a reclamare le sue proprietà ed esige vendetta sugli Emerson, ma non prima di aver scoperto qualcosa di inquietante su Julianne...
Una novella che collega la serie Gabriel’s Inferno alla nuova serie Il fiorentino, una favola dark che mescola sensualità e romanticismo in una città italiana avvolta nel mistero.
“Per non farsi riconoscere dagli altri della sua specie in cui avrebbe potuto imbattersi, indossò un saio che aveva rubato a un francescano, avendo però cura di togliere la croce, si nascose il viso tirando su il cappuccio sulla testa e indossò i sandali, com’era usanza locale per quell’ordine religioso; il Principe trovò che la scelta di quell’abbigliamento fosse decisamente umoristica, per diverse ragioni”
La “sua specie”, la cura nel “togliere la croce”, l’appellativo di “Principe”, l’umorismo nella scelta di indossare abiti da frate francescano sono gli elementi che mi hanno portata a scegliere questa citazione come incipit della recensione di Il Principe di Sylvain Reynard, primo volume della serie Il Fiorentino.
La specie a cui appartiene il Principe non è mai indicata esplicitamente in questo primo volume, anche se, da svariate indicazioni disseminate nel testo, è quasi probabile che essa si identifichi in quella dei vampiri. Basti pensare, ad esempio, alla distrazione che viene proposta al Principe, assorto nei suoi pensieri, di nutrirsi di una vergine, a partire dal suo collo delicato e incontaminato.
E questo sarebbe confermato dall’umorismo che provoca l’indossare un abito religioso, avendo cura di togliere dall’abbigliamento la croce. Un demone che indossa abiti “celesti” costituisce, infatti, un vero ossimoro. Anche se questo dovere insito di togliere la croce, quale suppellettile del costume, nasconde un significato ben più profondo che mi ha lasciato pensare a qualche rapporto più intenso che il Principe avesse, in passato, con la fede.
Ma chi è il Principe? Ci troviamo nel 2011, a Firenze. Siamo ben consapevoli che non esistono Principati nell’Italia di oggi: eppure, in una Italia che non si conosce, c’è una storia che procede parallela a quella attuale. Una storia in cui L’Italia è suddivisa in Principati di potere, ciascuno governato da un Principe o una Principessa, bramosi di potere; un’Italia con le sue regole, le sue Istituzioni, il suo popolo che risponde ad una legge diversa. Affascinante!
Ma ancora più affascinante è il fatto che tutta questa parte fantastica del racconto è perfettamente calata in una Firenze vera, artistica, moderna. Continui riferimenti, infatti, si rinvengono nell’opera: l’amato Botticelli, l’odiato Dante, Machiavelli, ma anche il Crocifisso di Giotto, la cupola del Brunelleschi, Piazza della Signoria, la Galleria degli Uffizi, Palazzo Riccardi; tutta la meraviglia ancora attuale di una città “immortale” come Firenze. E se inizialmente la storia narrata sembra ruotare intorno ad un furto avvenuto due secoli prima di inestimabili opere d’arte del Botticelli, in essa va ad inserirsi un’altra vicenda che potremmo definire “politica” (una sorta di storia nella storia), che ha come fulcro una guerra da portare avanti contro un altro Principato.
La figura del Principe è protagonista di questo primo volume della serie. Iniziamo a conoscere una essere non umano con poteri che gli permettono di agire senza essere visto o notato; un uomo paziente, prudente ma dall’animo intriso di rabbia. Una rabbia che captiamo avere radici molto profonde e che ha plasmato in lui un’idea di giustizia personale, poco morale e piuttosto “politica”. Ma il Principe, per quanto non voglia più ammetterlo a se stesso, è stato (o forse lo è ancora) un uomo che ha amato; un uomo che si smuove quando percepisce un amore puro e vero; che si emoziona davanti ad una Firenze di cui è innamorato; ma che, ritornato in sé, respinge ogni sentimento o pensiero che sia di tale natura.
Il Principe vide una strana tristezza insinuarsi nei lineamenti graziosi della donna e la sentì mormorare: «Cerchiamo di toccare le stelle, e invece ricadiamo sempre a terra».
Un vero e proprio primo capitolo di una serie: tanti gli elementi che Sylvain Reynard offre al lettore come spunto per poter capire ciò che accadrà. E tanti gli elementi che provocano nel lettore la grande curiosità di sapere come la storia proseguirà, visto che tanti (anzi tutti) sono gli eventi che si lasciano in sospeso alla lettura dell’ultima pagina.
Il tutto con uno stile davvero chiaro, leggero, piacevole, preciso in ogni particolare, artistico e non. Una traduzione, mi permetto di ritenere, molto scorrevole, nonostante io non abbia purtroppo conoscenza dell’originale. Ma l’aspetto che più, a mio parere, emerge incontrastato nella narrazione, è la capacità dell’autrice di catturare l’attenzione del lettore e legarlo alle pagine fin dalla prima Introduzione alla serie. Mi riservo di leggere il seguito per confermare o meno questo aspetto.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.