Paranormal thriller
Edizioni Effetto
7 dicembre 2022
cartaceo, ebook
400
La tranquillità di un piccolo paese della provincia bresciana viene stravolta da un omicidio inquietante e morboso. L'ultimo di una serie.
Ed è quando l'Interpol si presenta alla porta del distretto di Polizia per reclamare informazioni su quel delitto, che l'ispettore capo Filippo Santacroce viene catapultato in una storia via via più tortuosa. Si tratta davvero di un killer seriale? L'unica certezza è che l'autore delle macabre opere comunica attraverso rompicapi e tatuaggi. Che anche lui si stia nascondendo da qualcuno? E soprattutto , perché vuole proteggere gli investigatori? Santacroce si troverà quindi proiettato in una storia al di là del tempo e dell'immaginario, il frutto di una programmazione ben precisa iniziata molto tempo prima.
Le indagini apriranno squarci su una realtà terribile. una verità paradossale inverosimili in cui la morte di povere donne è solo il mezzo per arrivare a qualcosa di molto più complesso.
Per risolvere il caso, Santacroce non solo dovrà fare i conti con l'orrore, ma si troverà costretto a indagare su se stesso, sul suo passato e sulle insicurezze che lo attanagliano. E se questo fosse solo l'inizio?
“Trovava quasi meraviglioso che Lanzi fosse concentrato solo sul tatuaggio, senza dare peso all’efferatezza dell’omicidio” – da “Il primo uccisore” di Gianstefano Foresti
La routine del commissario Santacroce si infrange nel momento in cui riceve una telefonata da un collega. Egli lo mette al corrente in merito al ritrovamento di un cadavere in un vecchio magazzino della zona. La scena è alquanto raccapricciante e, nello stesso tempo, straordinaria. Sulla schiena della vittima è impresso un grande tatuaggio dalla bellezza sconvolgente. Esso contiene un messaggio dell’assassino per la polizia. Quale? E se si trattasse di un omicidio seriale?
“Succedeva sempre così con Santacroce. Ispirava fiducia. La gente gli raccontava cose della propria vita senza quasi rendersene conto e poi diventava difficile non considerarlo una specie di amico”
Filippo Santacroce è un uomo dal passato doloroso e mai veramente superato. Si è trasferito da Roma a Iseo, un tranquillo paese nel nord Italia, per poter ricominciare. È reduce da un divorzio e porta dentro di sé il senso di fallimento per non esser riuscito a salvare il proprio figlio, vittima di sequestro.
“Lui si drogava di fantasia: film, fumetti, libri, videogames, tutto pur di non pensare ai suoi errori. Memorie di una vita che, forse, non era mai stata sua” – Il primo uccisore
È un uomo tormentato, che nasconde i propri patemi d’animo dietro ad un carattere cordiale, dai modi schietti e diretti. La sua franchezza è molto apprezzata dai colleghi, con i quali è in ottimi rapporti. È un poliziotto molto abile e scrupoloso, non lascia mai nulla al caso. Possiede un grande intuito che, unito alla sua sagacità, fa di lui un investigatore di prim’ordine. Pur non essendo un gaudente, non è indifferente al fascino femminile. Intrattiene una relazione clandestina con la collega Francesca.
Francesca è sposata da una decina d’anni ed è madre di due bambini. Il suo matrimonio è ormai fiacco e privo di slancio. Ciò che c’era tra lei e il marito è affogato nella routine, eppure non si sente di abbandonare la sua vita per qualcosa di così incerto. Non si aspetta nulla da Filippo. Prova una forte attrazione nei suoi riguardi e, quando lui la chiama, non può fare a meno di inventarsi una scusa con i famigliari per correre da lui. Pur essendo una storia senza un domani, Francesca prova gelosia quando, all’orizzonte, si profila un’affascinante collega francese.
Paulette e l’ispettore Marat fanno parte dell’Interpol e devono collaborare con la polizia italiana nella risoluzione del caso collegato ad una loro precedente indagine.
“Se l’interpol si scomodava per verificare una scena del crimine descritta a dir poco blandamente, in tempi così rapidi e mandando una profiler a seguito dell’ispettore incaricato delle indagini, significava una sola cosa: serial killer”
Paulette è una profiler, è di una bellezza pericolosa, quel genere di fascino che non si nota a prima vista, in quanto celato da un abbigliamento neutro e da un atteggiamento discreto, ma che si rivela piano piano ad un attento osservatore come Filippo Santacroce. La sua silente sensualità della donna e la sua raffinata bellezza lo colpiscono inevitabilmente. I due provano un reciproco interesse che non va oltre il flirt, in quanto troppo presi dalla complessità dell’indagine.
“In verità, Santacroce era molto curioso di capire chi fosse quel tipino che si trovava di fronte. Glielo si leggeva negli occhi che era una tosta”
Il commissario Marat lavora con Paulette da diverso tempo. Tra i due c’è un affetto sincero, simile a quello tra un padre e una figlia. Marat non è un soggetto facile. Inizialmente mostra uno snobismo tutto francese, accompagnato dalla scarsa fiducia nei colleghi italiani. Prova diffidenza nei loro confronti e tende a perdere facilmente le staffe ogni qual volta si presenta un imprevisto. Nonostante sia un uomo facile all’ira, dimostra grande intelligenza nelle proprie valutazioni. Comprenderà il valore di Filippo Santacroce e riuscirà ad avviare una proficua collaborazione con lui.
“Nel nostro campo di ricerca, l’ignoto è la chiave di tutto” – “Il primo uccisore”
“Il primo uccisore” inizia con un capitolo introduttivo ambientato nel Settecento, a Napoli. Racconta di un incontro tra il principe di Sansevero Raimondo Sangro e un misterioso personaggio. Raimondo Sangro è un personaggio realmente esistito. Fu esoterista, alchimista, anatomista, inventore e massone. Egli riceve una proposta curiosa e molto inquietante dall’uomo che si mette (per nulla casualmente) sul suo cammino. I due porranno le basi per la trama, ambientata ai nostri giorni.
Si tratta di un romanzo principalmente poliziesco, che, però, abbraccia anche altri generi. Ha un’importante sfondo fantascientifico e diverse contaminazioni storiche (si tratta perlopiù di riferimenti che hanno, tuttavia, una certa influenza su alcuni personaggi). Il linguaggio narrativo è semplice e la lettura piuttosto agevole, il ritmo è rapido grazie alla suspense, che va crescendo capitolo dopo capitolo. Pur trattandosi di un genere che predilige l’azione rispetto all’introspezione e all’immagine, la scrittura dell’autore è ricca di interessanti metafore che caratterizzano scene e personaggi.
“Le pupille di un azzurro chiarissimo di Francesca sembravano formare gocce di mare che spumeggiava nel bianco degli occhi. Il rumore delle onde nascoste trasmetteva il suo stupore, molto più che tante parole non dette”
Essi sono ben introdotti e delineati con cura, nonostante le figure femminili appaiano un po’ stereotipate (sono solo due ed entrambe belle e piene di fascino, al centro delle attenzioni del nostro commissario), ma ciò accade frequentemente in questo genere di romanzo. Ne “Il primo uccisore” non sono particolarmente disturbanti, poiché prevalgono altri aspetti nella sua trama.
È molto apprezzabile anche il collegamento della parte contemporanea con quella antica, attraverso la figura di un personaggio storico del quale ignoravo l’esistenza. Una nota di originalità decisamente creativa, cosa sempre gradita, che denota una certa ricerca e documentazione da parte dell’autore. Questo alza notevolmente la qualità di un romanzo.
“Arriverà il giorno in cui tutti i nodi verranno al pettine e il mondo così come lo conosciamo verrà completamente stravolto. Per merito o per causa nostra”
Quando chiesi di poter leggere “Il primo uccisore”, confesso di averlo fatto con bel altre aspettative. Non mi ero soffermata troppo sulla sinossi (la superficialità si paga) e l’avevo mentalmente classificato come thriller psicologico, di quelli che generalmente apprezzo.
Ci avevo messo poco a capire che si trattava di una storia al di fuori delle mie corde. Purtroppo, sono allergica a tutto ciò che è fantasy, distopia o fantascienza. Quest’ultima rappresenta un’importante componente del romanzo. Devo dire che, con mia grande sorpresa, nonostante la mia avversione per il genere, ho trovato questo romanzo scorrevole e interessante. Questo grazie alla bella scrittura dell’autore, che reputo capace e talentuoso. È curata, dettagliata e originale. È stata una piacevole sorpresa, mi sono ritrovata all’ultimo capitolo nel giro di pochi giorni.
Vi è mai capitato di avere sorprese uscendo dalla vostra “comfort zone” letteraria?