giallo
Self-publishing
23 aprile 2022
cartaceo, ebook
236
Raggiunta la pensione, l’ex ufficiale dei carabinieri e detective privato, Guerino Manforte, decide di tornare a Roccabuona insieme al suo cane di nome Ottone. Qui sarà coinvolto in una strana vicenda suo malgrado: la morte di un certo Ignazio Veronesi, avvenuta cinque anni prima.
Con la complicità di un eclettico personaggio di nome Egidio Di Stefano, Guerino si imbarcherà anche in una strana indagine relativa a una misteriosa sparizione avvenuta 30 anni prima. Per giungere alla verità, l'ex detective si troverà costretto a schivare credenze popolari, depistaggi e mezze verità, che lo porteranno a disseppellire antichi segreti dei quali, forse, qualcuno è a conoscenza.
Cari lettori, vi accompagno alla scoperta di una storia di fantasmi, sparizioni e leggende popolari. Leggiamo insieme “Il passato non ha alibi” di Francesco Cheynet e Lucio Schina. Avevo avuto il piacere di leggere e recensire anche il loro precedente giallo “Gli incubi di Greystone”.
Questa volta, gli autori cambiano ambientazione: dalla Cornovaglia al centro Italia. Periodo storico: dal 1884 ai giorni nostri; e il protagonista non è più l’affascinante e un po’ tenebroso ispettore Dorian Bayley, ma un più attempato e bonario detective in pensione, Guerino Manforte.
Ormai fuori servizio, Guerino decide di lasciare Torino per godersi questa nuova fase della sua vita nel tranquillo paesino della sua infanzia: Roccabuona, arroccato fra le montagne.
“Aveva deciso di rifugiarsi nella casa dei suoi genitori in cerca di pace, silenzio, aria buona e stili di vita dimenticati”
Il grazioso cottage di famiglia si trova sul limitare del bosco. È una casa a due piani, dipinta di un bianco panna con la staccionata in legno. Un luogo ideale da cui partire per silenziose passeggiate nei boschi, dove gli unici rumori sono lo scrocchiare delle foglie secche calpestate e il cinguettio degli uccelli.
Durante una di queste camminate, spingendosi in un ricco sottobosco, Guerino si trova dinanzi ad una spettrale abitazione abbandonata, nascosta dalle piante e dai cespugli.
“Il sentiero lasciava il posto a quello che un tempo doveva essere un enorme giardino, al centro del quale sorgeva una villa mastodontica a tre piani, con doppia scalinata d’ingresso e uno stile architettonico simile ai palazzi signorili di fine Rinascimento” – Il passato non ha alibi
Questa tenuta in abbandono apparteneva alla nobile famiglia dei Savoldelli. In paese c’è chi sostiene di aver visto aggirarsi fra le stanze disabitate il fantasma dell’ultimo discendente della famiglia.
“Qualcuno narra (…) che l’anima di Piergiorgio Savoldelli vaghi inquieta e attenda ancora di essere liberata dalle decadenti mura della (…) villa”
Guerino arriva a Roccabuona sul far dell’autunno, quando la natura si sta preparando all’imminente letargo.
Nella piazza del paese è affacciato il bar di Alfredo. Un luogo nel quale il tempo sembra essersi fermato agli anni ’70: sedie in legno impagliate, un mobile a specchio per i liquori e il pavimento con le piastrelle dai motivi geometrici. All’alba, è il primo locale ad aprire, salutando il nuovo giorno con l’avvolgente profumo di cornetti caldi e caffè.
Roccabuona ospita anche un Museo di Archeologia, gestito da un eccentrico professore, Egidio Di Stefano, esperto di tradizioni locali e ricercatore universitario in pensione.
“Indossava giacca e papillon, con capelli ricci più bianchi dello zucchero filato e un paio di occhiali da vista con lenti tonde e montatura color rosso Ferrari” – Il passato non ha alibi
Anche una piccola realtà come questa è in grado di risvegliare l’interesse e la curiosità degli abitanti e… di noi lettori! Il mio luogo preferito è la libreria di Jerry e Saverio, forse un po’ gli alter ego di Francesco e Lucio?
Un duo appassionato di gialli, polizieschi e di casi di omicidio. Si divertono a vestire i panni di reporter improvvisati, enfatizzando l’aspetto folcloristico delle vicende. Non vi piacerebbe partecipare ad un loro “caffè letterario” in biblioteca, sorseggiando una bevanda calda e gustando “biscotti al burro con mandorle, pinoli e menta”?
Guerino era convinto di trascorre le sue giornate tra passeggiate ristoratrici, cucina di piatti montanari: “Quando infilava il grembiule si trasformava in un direttore d’orchestra impegnato ad armonizzare i vari ingredienti come suoni di strumenti musicali”. Oppure di occupare i pomeriggi leggendo, sprofondato in poltrona di fronte al camino scoppiettante.
Voi avete un angolo preferito dove immergervi nella lettura?
Invece il nostro detective non avrà tempo di conoscere lo smarrimento che deriva dal “non avere nulla da fare” perché sarà coinvolto dal professore e, soprattutto, dai due librai in uno strano collegamento fra la casa di cura e la disabitata villa Savoldelli.
E così Guerino: “Insieme al suo amico a quattro zampe, si era portato dietro anche lo sbirro che aveva creduto di abbandonare fuggendo in montagna”.
Esisteva davvero un mistero da risolvere o era tutto frutto della fervida immaginazione di Jerry? Il detective radicato in Guerino non può che riemergere dal torpore. Qualcosa non lo convince, avete presente quel prurito che si avverte quando si percepisce che non tutto è come sembra?
“Un aggettivo di troppo, una spiegazione non richiesta, un impercettibile cambio del tono della voce.”
Più le ricerche confermano che si tratta di un normale decesso, più Guerino sente la necessità di continuare ad indagare. Possibile che un caso così intricato fosse giunto proprio quando sperava di godersi la serenità e il silenzio delle montagne?
Nei romanzi di F. Cheynet e L. Schina c’è sempre una bella componente mistery che appassiona i lettori. Vecchie dimore con stanze e passaggi segreti infestati da oscure presenze, scricchiolii, rapaci notturni, roditori.
“Un’immagine agghiacciante iniziò a volteggiare nell’aria come una bestia oscura, in grado di ammantare l’ambiente con un’ombra orrifica” – Il passato non ha alibi
Sparizioni sospette, cadute improvvise durante un’escursione, rapimenti, esorcismi … questa è “una storia che mette i brividi”! Pronti a leggerla di sera alla luce soffusa di una lampada o di un camino acceso?
Ricordatevi che quando si persevera in un gioco pericoloso, le richieste pretese dagli spiriti diventano sempre più fameliche.
“Altra stranezza, altra causalità, altro giro del destino (…) Sono troppi gli attori che camminano sullo stesso palcoscenico” – Il passato non ha alibi
Un detective, una sequenza di personaggi e un’ambientazione che, a mio avviso, sarebbero perfetti per diventare una serie televisiva!
Aspetto il prossimo romanzo! Chissà se ritroverò l’ispettore Bayley, Guerino Manforte oppure se Francesco Cheynet e Lucio Schina ci proporranno un nuovo investigatore!
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.